Un
brano da leggere e meditare........
scienza e immaginazione
In natura ben poche cose
possono essere descritte dai modelli geometrici a dimensioni intere, avete
mai trovato in un bosco un oggetto perfettamente lineare, oppure
perfettamente sferico? La natura sembra invece ricorrere a modelli che si
auto-riproducono quasi all’infinito, in ordini di grandezza sempre più
piccoli o sempre più grandi e che hanno delle auto-similitudini, proprio
come nella matematica dei frattali. Prendete un cavolfiore e staccatene
una parte. Questa assomiglia, in scala più piccola al cavolfiore di
partenza. Se da questa parte ne stacchiamo un pezzo ancora più piccolo,
vediamo che viene riprodotto lo stesso schema del cavolfiore iniziale,
solo molto più piccolo. La stessa forma si replica, si auto-riproduce in
ogni ordine di grandezza.
Ci sono molte altre
autosomiglianze.
Se osservate un albero
spoglio d’inverno vedrete che le ramificazioni si autoriproducono a
diversi ordini di grandezza, una roccia, vista da vicino assomiglia ad una
montagna, le ramificazioni di un fulmine sono sempre simili a sé stesse,
il delta di un fiume, se guardato in scale sempre più ridotte, avrà gli
stessi andamenti, lo stesso vale per le linee costiere.
Se osserviamo una costa
dal satellite, vedremo che avrà una certa geometria, con le sue baie e le
sue spiagge, se andiamo a zoomare una baia, vista livello macroscopico,
scopriremo che a sua volta è costituita da ulteriori baie più piccole e
così via. Mandelbrot pose una domanda che divenne mitica: “Quanto è lunga
la costa della Gran Bretagna? Dimostrò che le lunghezze variano, anche
notevolmente, a seconda di quale tipo di scala con cui si misurava. Usando
una scala sempre più piccola i valori, in termine di lunghezza, si
moltiplicavano anche del doppio! Partendo da una linea retta, che ha
dimensione uno, più questa viene frastagliata, più andrà ad occupare
spazio nel piano, ma non occuperà mai un piano, che ha dimensione due. Si
potrà quindi parlare di una linea frastagliata che ha dimensione
intermedia tra uno e due. Lo stesso per un foglio di carta, che piano ha
dimensione due, quando viene accartocciato, avrà una dimensione che non
sarà come una sfera piena ovvero tre, ma un valore intermedio, più vicino
al tre se “riempirà” molto lo spazio con gli accartocciamenti, più vicino
a due se sarà meno accartocciato.
Osservando alcune figure
frattali possiamo notare il senso di movimento che ci danno, ottenuto da
serie numeriche che possono andare, si presume, all’infinito. La stessa
ciclicità, dei motivi che si ripetono, ma mai nello stesso modo, ci
portano a delle analogie con i cicli della nostra vita.
Quando Lorenz sviluppò
un sistema numerico per rappresentare un modello metereologico si accorse
che anche l’approssimazione di un milionesimo del valore iniziale, andava
a fare evolvere in maniera completamente diversa il sistema. Proverbiale
è stata la domanda che si era posto: “Può il battito di ali di una
farfalla in Brasile essere la causa di un tornado nel Texas?” La risposta,
che dedusse dai suoi modelli, fu “Sì”. Da quel momento si comprese perché
le previsioni metereologiche non potevano essere affidabili in un arco di
tempo superiore ai due-tre giorni.
Questa matematica sta
avendo ripercussioni in molti settori scientifici. Attualmente, le teorie
cosmologiche in voga, parlano che il big bang, lo scoppio iniziale da cui
è nato il nostro universo, sia il frutto dell’incontro di due universi a
tre dimensioni, in un’altra dimensione. Il frutto dello scontro,il nostro
universo, è solo uno dei tanti possibili che si possono essere creati.
Queste ipotesi derivano dalla teoria della Super Stringa, in cui
l’universo è descritto con venti dimensioni, ma solo quattro sono espanse
(le tre spaziali e quella temporale), le altre sono accartocciate su loro
stesse e quindi non vengono percepite. Il sistema stellare stesso, con i
pianeti, i sistemi stellari, le galassie, gli ammassi di galassie e così
via, ci fa pensare di essere in uno spazio frazionato.
Siamo sicuri che i
matematici e gli astrofisici che stanno elaborando queste teorie si
sentono in contatto con il divino, con l’armonia che c’è nell’universo.
Allo stato attuale i confini tra scienza ed immaginazione sono molto
labili, perciò sentiamoci liberi di usarle entrambe!
Pavia,16/4/2008
tratto da
http://www.vistaenergetica.com/articoli/articolocaos.doc |