La data
di fondazione della loggia massonica Propaganda Due si perde nel
tempo, come spesso accade per simili consorterie. E' noto, comunque,
che era un antico sodalizio che accoglieva gli elementi più
importanti e prestigiosi, fin da quando, nel secolo scorso, la
massoneria, aveva avuto un ruolo centrale nelle vicende italiane.
Nell'800 la Massoneria diviene terreno d'elezione per le intese
politiche fra esponenti di regioni lontane e annovera nelle sue
logge Lanza e Cairoli, Depretis e Zanardelli, Crispi e Di Rudinì.
Adriano Lemmi, banchiere livornese geniale e spregiudicato, grande
regista dell'intrallazzo, iscritto alla Massoneria dal 1875, fu il
primo a intuire l'importanza di avere a propria disposizione una
loggia "coperta" per manovrare la finanza pubblica stando dietro il
palcoscenico. Il suo programma massonico era semplice: via dalle
logge i poveracci e i pensatori, l'obiettivo deve essere conquistare
il potere: "Chi è al governo degli Stati o è nostro fratello o deve
perdere il posto". La stessa filosofia che un secolo più tardi
avrebbe ispirato il "fratello" Licio Gelli.
Sotto la guida di Lemmi, la Massoneria visse la sua età dell'oro: i
parlamentari iscritti alle logge giunsero a essere trecento. Di
fronte a questo straordinario successo, Lemmi ebbe l'idea vincente:
riunire la crema della Massoneria nella loggia Propaganda 2 (a
Torino esisteva già un'antichissima loggia Propaganda) e mettervisi
a capo, garantendo adeguata "copertura" ai fratelli che svolgevano
certe attività o ricoprivano ruoli pubblici nel mondo "profano",
salvaguardando cioè‚ i fratelli "importanti" dalle curiosità dei
tanti e da quelli che venivano definiti i "fratelli arrampicatori".
I "fratelloni" erano esonerati dal frequentare i normali lavori di
loggia e i loro nominativi non apparivano in alcun elenco ufficiale,
ma erano "fratelli all'orecchio", noti soltanto al Gran Maestro il
quale, al termine del proprio mandato, li comunicava oralmente
"all'orecchio" del suo successore. Ma quando i fratelli così
affiliati divennero tanto numerosi da non poter essere tutti
ritenuti a mente, nacque l'esigenza di dar vita alla loggia
Propaganda.
Anche quella P2, però, finì male, travolta dallo scandalo della
Banca romana che coinvolse politici, banchieri e militari iscritti
alla loggia "coperta" di Lemmi, con conseguente fuggi fuggi
tragicomico di tanti fratelli pentiti. Dopo il ventennio
mussoliniano, dal quale la Massoneria uscì come da un incubo, a
causa delle persecuzioni del regime che ne aveva dichiarato
l'incompatibilità con l'essere fascista, tornano a farsi spazio
coloro che considerano la Massoneria un luogo d'incontro per affari
di varia natura, meno interessati quindi alla speculazione sulla
fedeltà alla tradizione massonica o ai rapporti con il
cattolicesimo, causa della grande spaccatura tra clericali e
anticlericali.
Dopo la seconda guerra mondiale era stata riorganizzata anche la
loggia P2, con l'aiuto della massoneria USA, trasferendovi i massoni
più in vista o che dovevano restare "coperti".
Nel Dicembre 1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli
presenta l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il
quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia massonica e
lo inserisce nella loggia P2. Nel 1969 Ascarelli e Gamberini
affidano a Gelli un non meglio precisato incarico speciale nella
loggia.
Nel '69 capi massonici diranno che grazie a Gelli 400 alti ufficiali
dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di
predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un
governo comunista.
L'attività della P2 negli anni '70 era frenetica.
C'era la pratica costante della raccomandazione e c'erano gli
affari, e gli affari intrecciati col potere che lo alimentavano.
Degli affari citiamo i più noti: l' Eni-Petronim, il banco
Ambrosiano, il crak della Banca Privata di Sindona, la scalata al
"Corriere della Sera", tutti collegati a scandali e cadaveri come
quello di Calvi, penzolante sotto un ponte di Londra o quello di
Ambrosoli, liquidatore della banca Privata di Michele Sindona.
A volte gli uomini della P2 si servirono delle organizzazioni
criminali: mafia, camorra, 'ndrangheta. Collegamenti accertati dalle
inchieste giudiziarie sul finto rapimento di Sindona, sul caso
Cirillo, sulla strage del rapido 904, sull'omicidio di Roberto
Calvi. I nomi degli iscritti alla P2 ritornano con ossessiva
puntualità in tutte le indagini sui misteri d'Italia.
Nel 1971 Gelli diviene segretario organizzativo e ha il totale
controllo della loggia. Nel frattempo molti personaggi eccellenti,
soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti, tra questi il
generale Allavena che porterà in dote le copie dei fascicoli delle
schedature del SIFAR.
Nel 1972 il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia
in "Raggruppamento Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di
segretezza evitando qualsiasi tipo di controllo.
Nel 1973 la loggia segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2.
Alla Gran Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a
un conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di
abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo, Gelli aveva
acquisito troppo potere nel frattempo. Lino Salvini, maestro del
Grande Oriente d'Italia, quindi, nonostante non vedesse di buon
occhio tanto potere concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975
decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando
Gelli al grado di maestro venerabile.
Nella primavera del 1975, Licio Gelli fonda l'Organizzazione
Mondiale del Pensiero e dell'Assistenza Massonica
(OMPAM) , una superloggia internazionale con sede a Montecarlo (a
tutt'oggi sembra che sia ancora attiva). Al congresso mondiale
dell'OMPAM , che si svolge a Rio De Janeiro , nel discorso
inaugurale Gelli afferma "...Considero superfluo ricordare a tutte
le potenze occidentali che oggi il vero e grande pericolo per
l'umanità e' rappresentato dalla penetrazione del comunismo che sta
abbattendo le piu' sacre ed inalienabili libertà umane.
Guerra
Interna nella Massoneria
Salvini contro Licio Gelli
Il lungo periodo di gran maestranza del Salvini
venne, fin quasi dal suo inizio, dalla questione della loggia P2 e
dalla presenza, alla testa di questa, di Licio Gelli.
Poco dopo la propria elezione, infatti, il 19 giugno 1970 Lino
Salvini aveva delegato il Gelli a rappresentarlo presso gli iscritti
alla loggia Propaganda 2 con il titolo, affatto inedito in
massoneria, di “segretario organizzativo”.
Nel gennaio 1975, resosi conto dell’errore commesso e dei rischi cui
la crescente intraprendenza del Gelli esponeva l’intero G.O.I., il
Salvini decideva che da quel momento la loggia P2 sarebbe stata una
normale loggia non “coperta” ed esonerava il Gelli dalle funzioni di
“segretario organizzativo”.
Il Gelli non gradì l’“esonero” e, in occasione dell’assemblea Gran
Loggia del marzo 1975, organizzò una controffensiva, facendo
circolare documenti su presunte malversazioni finanziarie commesse
dal gran maestro, il quale accusò il colpo e fece drasticamente
marcia indietro: con decreto del 12 maggio 1975 il Salvini
ufficializzava l’esistenza di una “regolare” loggia Propaganda n. 2,
non “coperta” e costituita da poche decine di affiliati. Ne divenne
maestro venerabile lo stesso Gelli, mentre proseguiva non
ufficialmente l’esistenza di una loggia segreta P2, con a capo
ovviamente ancora il Gelli. Il meccanismo si perfezionò l’anno
seguente, quando la P2 “regolare” venne sospesa, inaugurando un
regime di doppia verità: ufficialmente i lavori della loggia
Propaganda n. 2 erano sospesi, benché in realtà la stessa loggia,
nella sua versione “segreta”, non soltanto continuasse ad esistere,
ormai al di fuori di ogni controllo da parte del gran maestro e del
G.O.I., ma proliferasse ben oltre ogni precedente storico fino ad
assumere dimensioni abnormi, reclutando in tutta Italia ed al di
fuori di qualsiasi regola tradizionale. Con l’infoltimento delle
fila della P2 e con l’affiliazione di personalità sempre più
“importanti” nei suoi elenchi, noti soltanto al Gelli, il prestigio
di quest’ultimo si accrebbe a dismisura dentro e fuori la
massoneria, fino a farne una sorta di gran maestro occulto, in
alternativa al gran maestro effettivo, e tanto da lasciar ipotizzare
un rapporto diarchico tra il Salvini ed il Gelli.
A sua volta, l’unificazione con il “gruppo” Bellantonio fu di breve
durata. Infatti nel settembre del 1975 Francesco Bellantonio venne
espulso dal G.O.I. e rifondò, con una parte dei suoi seguaci,
un’ennesima G. L. “di piazza del Gesù”. Gli stessi rapporti con le
Grandi Logge statunitensi, tradizionale punto di forza nella
“politica estera” del G.O.I., vennero messi in crisi dalla crescente
diffusione in Italia, consentita e/o voluta dal Salvini, divenuto
sinceramente e acriticamente anglofilo dopo il ricordato
“riconoscimento”, del sistema dell’Arco Reale inglese, in
concorrenza con il già presente Arco Reale americano, a sua volta
collegato con l’organizzazione internazionale di questo sistema
rituale “ad alti gradi”: furono necessari chiarimenti ed
intermediazioni per evitare che si arrivasse ad una rottura con le
Grandi Logge americane.
Costretto a dimissioni anticipate rispetto alla scadenza del proprio
mandato, a causa di pressioni esercitate dalle Grandi Logge
statunitensi, che minacciavano il disconoscimento, Lino Salvini si
rassegnò a cedere il maglietto di gran maestro (rimase
effettivamente in carica fino al 18 novembre 1978, dopo le
dimissioni annunciate nell’assemblea di Gran Loggia del 18-19 marzo
1978). Al suo posto venne eletto Ennio Battelli.
L’elezione del nuovo gran maestro non segnò alcuna visibile rottura
con la precedente gestione. Giordano Gamberini continuò a dirigere
la Rivista Massonica (che dal febbraio 1980 cambiò formato e
denominazione, mutata in Hiram), nonché ad assistere il Gelli nelle
ammissioni alla P2. In particolare il Battelli continuò a mantenere
un abbastanza regolare rapporto con Licio Gelli, cui, come per il
passato, continuava ad essere demandata in totale autonomia la
conduzione della P2, che anzi in quegli anni vide un’espansione
senza precedenti, con numerose affiliazioni di importanti personaggi
del mondo politico, burocratico, bancario, militare, editoriale ed
industriale.
Nel 1980 il Gelli, al culmine del suo potere, rilasciò al
giornalista Maurizio Costanzo, affiliato alla P2, un’intervista,
pubblicata sul quotidiano Il Corriere della Sera del 5 ottobre,
nella quale vantava in modo esplicito la propria influenza e le
proprie “entrature” ai massimi livelli politici del Paese,
suscitando accesissime polemiche su tutta la stampa.
Il 17 marzo 1981 la guardia di finanza, per ordine dei magistrati
Gherardo Colombo e Giuliano Turone, effettuò una perquisizione a
Castiglion Fibocchi, dove sequestrò documenti appartenenti a Licio
Gelli, tra i quali un elenco di 953 nominativi appartenenti alla
“loggia” P2: vi figuravano quarantaquattro parlamentari, tre
ministri, un segretario di partito, i capi dei servizi segreti,
dodici generali dei carabinieri, cinque generali della guardia di
finanza, ventidue generali dell’esercito, quattro dell’aeronautica,
otto ammiragli, una folla di magistrati, prefetti, questori,
banchieri, grandi uomini di affari, giornalisti, editori,
ambasciatori, alti funzionari pubblici, etc. Lo scandalo fu enorme.
Cadde lo stesso governo in carica nel Paese e fu istituita una
commissione parlamentare di inchiesta, mentre il nuovo governo
Spadolini provvedeva ad elaborare un testo normativo, che si sarebbe
concretizzato nella legge 25 gennaio 1982, n. 17.
La difesa del G.O.I. e del suo gran maestro Battelli fu assai
debole, né altrimenti sarebbe stato possibile, in quanto era emerso
che le attività semi clandestine del Gelli si erano svolte
all’insaputa della Comunione ma non della ristretta cerchia di
governo dell’Ordine. Con sentenza del 31 ottobre 1981 la corte
centrale del G.O.I., presieduta da Armando Corona, decretò
l’espulsione del Gelli dall’Ordine.
La loggia P2 valicherà presto i confini nazionali e conterà
affiliati in diversi paesi dove non si limiterà a fare proselitismo,
ma parteciperà, nei modi che la caratterizzano alla vita politica,
economica e finanziaria di tali paesi. In Argentina, per esempio
favorirà il golpe militare, per poi perorare la causa del ritorno di
Peron, così come risulterà implicata nello scoppio del conflitto
delle isole Malvinas.
La loggia P2 risulterà attiva in Uruguay, Brasile, Venezuela, negli
Stati Uniti, in diversi paesi europei e non ultima in Romania, dove
Gelli avrà importanti rapporti con il regime "socialista" di
Ceausescu, nonostante l'anticomunismo viscerale di tutti gli
aderenti alla P2.
17 marzo 1981- La villa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi in
provincia di Arezzo è stata perquisita dai carabinieri per ordine
dei magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone. Sembra
che si sia trovata, fra l'altro, una lista di 962 iscritti alla
loggia, denominata P2, di cui Licio Gelli è "maestro venerabile" (Comunic.
Ansa del 17 marzo 1981, ore 12,18)
I giudici milanesi Turone e Colombo arrivarono alla scoperta degli
archivi di Gelli indagando sul finto rapimento e il soggiorno in
Sicilia del bancarottiere Michele Sindona. Dovettero muoversi
autonomamente con l'appoggio di pochi fidati e segretamente,
omettendo di avvertire i loro stessi vertici, in quanto la P2
contemplava nei suoi ranghi quasi la totalità delle più alte cariche
dello Stato.
6 MAGGIO 1981 - Roma - La sede della massoneria italiana a Palazzo
Giustiniani è stata perquisita per ordine della magistratura romana.
L'operazione è stata compiuta dai carabinieri, che per tutta la
notte scorsa, sotto la direzione del sostituto procuratore DOMENICO
SICA, hanno esaminato numerosi carteggi e il contenuto di tutti gli
archivi". ( Ib. ore 13,27).
Al centro dell'inchiesta c'è l'attività della Loggia P2, il cui capo
è LICIO GELLI. Il suo nome è balzato più colte in questi ultimi
tempi alla ribalta della cronaca. Ciò ha indotto il procuratore
Achille Gallucci ad ordinare l'apertura di un'inchiesta che comunque
non interferirà sui procedimenti che su Gelli sono in corso da tempo
in altre città italiane. La procura vuole accertare la fondatezza
delle numerose accuse che in questi ultimi tempi sono state rivolte
da quotidiani e settimanali alla Loggia P2, della quale farebbero
parte personaggi di primo piano della vita nazionale" ( Ib. ore
16,30).
21 MAGGIO 1981 - ROMA - L'ufficio stampa della presidenza del
consiglio dei ministri ha distribuito in serata l'elenco dei nomi
degli iscritti alla P2. Si tratta di fotocopie. Ogni nome è
preceduto da un numero di fascicolo e da un numero di gruppo; segue
un "codice", al quale talvolta segue il numero della tessera e un
appunto relativo alle quote sociali". (Ib. ore 00,22).
Nella lista ci sono 52 alti ufficiali dei carabinieri, 50
dell'esercito, 37 della Guardia della Finanza, 29 della marina, 11
questori, 5 prefetti, 70 imprenditori, 10 presidenti di banca, 3
ministri in carica, 2 ex ministri, il segretario di un partito di
governo, 38 deputati, 14 magistrati.
22 MAGGIO 1981 - Roma - Ordine di cattura per Licio Gelli. La
procura della repubblica ha emesso ordine di cattura contro Licio
Gelli e contro l'ex ufficiale dei carabinieri Antonio Viezzer. Ad
entrambi viene contestato l'art. 257 del codice penale che punisce
lo spionaggio politico o militare con al reclusione non inferiore a
15 anni". (Ib. ore 17,48)
5 GIUGNO 1981- Il tenente colonnello Luciano Rossi, l'ufficiale che
era stato chiamato dal sostituto procuratore a testimoniare sulla
Loggia P2, e sul ritrovamento dei documenti a Castel Fibocchi,
viene rinvenuto cadavere al secondo piano della sede del nucleo
centrale della polizia tributaria in via dell'Olmata a Roma. E stato
trovato con un colpo di pistola sparato con la sua calibro 9
d'ordinanza alla tempia. Si parla subito di suicidio e il caso
subito archiviato.
E' il primo "cadavere eccellente", e il primo "suicidio".
7 LUGLIO 1981 - Primo effetto (o panico) degli "affaires" P2
(Corriere, Calvi, Gelli. Ambrosiano, Sindona ecc.). La Borsa di
Milano dopo una valanga di vendite che fa bruciare in un mattino
miliardi su miliardi con un ribasso dei titoli del 20% sono sospese
le contrattazioni e viene chiusa per 6 giorni. Quando riapre il 13,
i titoli perdono un altro 10%.
9 LUGLIO 1981 - Roberto Calvi tenta il suicidio in carcere. Ha
assunto dei barbiturici e si è svenato il polso destro con una
lametta da barba. E' stato rinvenuto dopo cinque ore, alle sette del
mattino. Ricoverato al Mangiagalli è fuori pericolo. Il mattino alle
9 doveva presentarsi dal sostituto procuratore Gerardo d'Ambrosio.
Si svolge una movimentata seduta in Parlamento. Longo sulla P2 (c'è
anche il suo nome fra gli iscritti) parla di "scandalismo" su tutta
la vicenda e si dichiara "inorridito da certe Pubbliche
amministrazioni nei riguardi di presunti iscritti alla P2".
24 LUGLIO 1981 il Governo Spadolini decide lo scioglimento della
loggia P2, nell'ambito delle norme che puniscono le società segrete
e i loro appartenenti.
9 DICEMBRE 1981 viene formata la commissione d'inchiesta sulla P2
(20 deputati e 20 senatori) presieduta dalla democristiana Tina
Anselmi. Al suo insediamento ha affermato "Non lasceremo nulla di
intentato per far luce di verità su un fenomeno tanto inquietante
nella vita della repubblica" (ib 9 dic. 1982, ore 14,32).