Le Parole Sacre e di Passo
un'analisi filologica
Arturo
Reghini
Secondo l’esplicita dichiarazione di un fratello insignito del più alto
grado del Rito Scozzese ed antico ufficiale del Grande Oriente di Francia, «
la spiegazione e l'etimologia dei nomi ebraici, che pochi comprendono, non
servono ad altro che ad imbarazzare la memoria dei giovani massoni ed a
gettare la confusione nella vera pronuncia delle parole consacrate dall'uso
massonico ». Così si esprime il
Fr:.
Teissier, nel suo Manuale generale della Massoneria[1].
Questa candida dichiarazione dell'ottimo fratello,
fabricant
de
decors
maçonniques, nonchè autore del citato manuale, fatto di vuoto e di
routine,
può dare un’idea dello scarso interesse, e della
deficiente conoscenza che anche allora i massoni avevano per gli studi
massonici; ma d'altra parte
il vedere
il
Teissier insignito del più alto grado
scozzese, mostra come in compenso, sino da allora, l'ordine Massonico
sacrificasse al dogma dell’eguaglianza e della fratellanza e d’accordo coi
sani principi democratici e cristiani si guardasse bene dall’attribuire
alla cultura speciali diritti e privilegi.
Per altro chi si ostini a voler pensare e sapere può anche sospettare che
tali parole ebraiche, specialmente importanti nell’ uso massonico, possano
avere qualche altro ufficio oltre quello di imbarazzare la memoria dei
giovani massoni e che vi siano state messe a ragion veduta. Potrebbe anche
darsi che siano state assegnate ai vari gradi così a casaccio, pescandole
dal dizionario ebraico come si tiran su le palline della tombola; ma non è
verosimile, ed in ogni modo non si può affermare senza prima farne
un’analisi.
Ma trattandosi di parole sacre e di passo, circondate di mistero, la cui
conoscenza, per lo meno fonetica, teoricamente necessaria per metter piede
nei templi, è associata ai successivi passaggi da un grado all’altro, è
invece senza altro verosimile che tanta importanza e così geloso segreto
abbiano pure una qualche ragione e che possa valere la pena di cercarne il
significato, l’etimologia, la ragione di essere ed il legame con l’allegoria
fondamentale massonica.
Restringeremo per altro la nostra analisi (certo con soddisfazione dei
giovani massoni dello stampo di quelli cari al Fr\
Teissier) alle parole sacre e di passo dei primi tre gradi massonici, che
sono i soli comuni a tutti i riti antichi e moderni, e costituiscono da soli
per universale consenso la vera Massoneria, detta in seguito la Massoneria
azzurra, cui appartengono le logge di tutto il mondo. Le così dette camere
superiori e gli alti gradi dei vari riti sono cronologicamente posteriori; e
le leggende ed i rituali del grado, quando non sono uno sviluppo più o meno
felice del rituale e delta leggenda del 3° grado, hanno spesso molto
dell’arbitrario e dell’artefatto, eccezione fatta di qualche grado, come il
30° grado del Rito Scozzese[2].
Questi tre gradi, la cui esistenza accertata risale ad una data compresa tra
il 1717 ed il 1730, sono quelli di apprendista, compagno e maestro.
Entered apprentice, Fellow Craft e Master
li chiama il Prichard[3];
ed
Apprentices, Craftsmen, e Masters
li chiama l’Hutchinson[4].
Il nome di
apprentice si
trova usato da una loggia di Alnwick nel 1701 e così pure da un’altra a
Swallwell[5];
la parola di
Fellow Craft e
Fellows si
trova usata da E. Ashmole nel 1647 e quella di Master
nel 1632-33. Nelle associazioni muratorie italiane del Medio Evo è usata la
parola
magistri.
Famosa
la corporazione dei magistri comacini; e famosa pure quella di Siena
(1292), di cui dice l’Amati che nell’idea di essere discesa da quella di
Hiram « aveva i suoi gradi, nell’ammissione di quelli che vi entravano. Vi
erano quindi i garzoni od inservienti, i quali passavano ad essere muratori
o scultori, ammaestrati nell’arte di tagliare e murare le pietre; detti
perciò anche maestri, quand’eran capaci di dirigere un lavoro e di
eseguirlo: chiamati da ciò ne’ documenti antichi, magistri lapidices,
magistri fabricae, i quali dipendevano dagli Architetti o Capi-Maestri,
e questi poi, sotto la direzione del loro Gran Maestro, si gloriavano di
seguire nella loro imitazione il Grande Architetto dell’Universo[6].
E secondo i Landmarks
dell’Anderson, fondamentali in massoneria, la stessa
arte muratoria sarebbe stata trasmessa
dagli ancient roman
Colleges (Collegia Opificum) alla
fraternity of builders di
Como, e da questi traveling
Freemasons agli Stone
Masons tedeschi.
La esistenza dei tre gradi di apprendista (entered
apprentice),
compagno (fellow
e
talora journey
man) e
maestro (master
mason),
secondo il Findel, risale come abbiamo già detto ad una data compresa tra il
1717 ed 1730.
La corporazione senese del trecento non aveva che due gradi. W. J. Hughan
dice che di gradi massonici distinti e separati non si parla, non vi si
allude, e non vi è probabilità di esistenza prima del 1716-17[7],
e che d’altra parte risulta dalle
regulations
del 1723 che i tre gradi erano noti alla English Craft del 1723-25[8].
R. F. Gould dice che dal 1723 al 1730 esistevano due gradi e non più, i
quali erano E. A. P. (Entered Apprentice) e F. C. o Master nel 1723; e tre
nelle costituzioni del 1738: E. A. P., F. C. (Fellow Craft) e
Master. G. W. Speth dice che la
Operative Masonry aveva due gradi, riuniti in uno per i
speculative candidates, e
che nel 1717 la Gran Loggia li restaurò e che poco dopo nel 1723 furono
adattati in tre gradi[9].
Anche Lawrence Dermott nel suo Ahiman Rezon dice che una nuova modificazione
delle cerimonie ebbe luogo al revival del 1717: ed in modo consimile pensa
anche il Mackey[10].
Pare assodato che il propugnatore di un terzo grado massonico fosse il
dottor J. Theophilus Desaguilliers (nato alla Roccella nel 1683, morto nel
1749) che con Anderson e Payne fu uno dei fondatori della Gran Loggia di
Inghilterra[11].
George Payne, Gran Maestro nel 1718, dispose perché si raccogliesse ogni
memoria e tradizione per servirsene a preparare le opportune modificazioni
nella organizzazione Massonica[12],
ed il concetto di un terzo grado fu suggerito dal Desaguilliers, che in una
visita da lui eseguita ai framassoni di Edimburgo, il 4 Agosto 1721, nei
locali della Maries Chapelle Lodge, rilevò tra quei fratelli il proposito di costituire un grado
di perfezionamento, foggiato non sugli antichi costumi dei Liberi Muratori
del Medio Evo, ma su di una tradizione o leggenda biblica riferentesi alla
costruzione del tempio di Salomone[13].
Il grado di Maestro dunque non esisteva. E
non vi era che un solo rituale di ammissione. Da un raro ed antico opuscolo
(la seconda pubblicazione cronologicamente sopra la Massoneria) si desume
che in una loggia vi era un solo Maestro che corrispondeva all’attuale
Venerabile. In questo opuscolo, che pretende di dare al pubblico quanto
venne rinvenuto tra le carte di un massone venuto a morte, troviamo la
seguente domanda e risposta[14]:
Q.
Who rules and
governs the lodge, and
is Master
of it?
A.
Irah
+
}
or
the
Right Pillar
Jàchin
ciò che significa:
D. Chi governa e dirige la loggia, e ne è
maestro?
R. Irah
+
}
o la colonna di destra.
Jàchin
Questo Irah molto probabilmente è dovuto ad un errore di trascrizione o di
stampa, invece di
Hiram.
Non c’è da farne meraviglia, chè ne troveremo di più grossi. Vi è dunque un
solo Master;
mentre questo opuscolo menziona gli
entered apprentices ed i
fellows. Esso definisce un massone così : un uomo generato da un
uomo, nato di donna, e fratello ad un
re; ed un fellow
così: un compagno di un principe.
L’adattazione
dell’unico
rituale ai tre gradi posteriori, o la costituzione di rituali per i tre
gradi avviene, pare, tra il 1723 ed
il
1730[15]:
ed è perciò che il primitivo patrimonio filosofico dell’Ordine è verosimile
debba trovarsi conservato nelle cerimonie, nel simbolismo e nella
terminologia tradizionale di questi tre gradi; ed è perciò che deve essere
possibile rinvenirvi almeno le tracce di quell’Arte Reale il cui esercizio
legava in un comune supremo interesse tutti i fratelli[16].
Ora
accanto ad un gergo convenzionale recente e di ben limitato valore
simbolico, quale per esempio tutto il gergo delle agapi massoniche, ed
accanto ad un complesso di parole simboliche derivate dall’ arte
architettonica, è agevole riconoscere nel frasario massonico un insieme di
voci e di frasi il cui simbolismo ha un carattere filosofico più profondo e
determinato. A questo insieme appartiene indubbiamente
il gruppo delle parole sacre e di passo dei primi tre gradi massonici; e l’evidente tradizionale e speciale importanza loro attribuita fa
ragionevolmente presumere che in speciale modo da esse si possa ricavare
qualche importante contributo per l’ intelligenza del concetto che dei primi
tre gradi massonici e della loro allegoria filosofica avevano coloro che
tali parole ai singoli gradi assegnarono. Una tale analisi, per via
filologica, non crediamo sia ancor stata tentata. Questo nostro tentativo
non pretende di esaurir l’ argomento; ricerche di questo genere sono
ostacolate tra altro dall’enorme difficoltà di procurarsi il necessario
materiale, di sua natura segreto, ed in Italia scarsissimo;
e dal silenzio e dalla reticenza degli antichi scrittori dell’ Ordine che si riflette nell’
indifferenza e nell’ incomprensione dei moderni. Ma tutto questo ci sia di
incitamento per tentare l’impresa
e non di pretesto per rinunziarvi.
E poichè non vogliamo svelare le parole sacre e di passo presentemente in
uso nelle Logge massoniche (e che il lettore può trovare nei rituali
moderni) ci limiteremo a trattare delle
parole
riportate dagli autori che via via indicheremo, le quali si trovano anche in
qualche dizionario delta lingua italiana e sono d’altronde le più
interessanti per noi.
La prima singolare caratteristica di tutte queste parole massoniche è quella
di appartenere alla
lingua ebraica. Ed ebraiche sono in grandissima parte le parole sacre e di
passo degli alti gradi dei vari riti professati nel mondo massonico. Ora si
presenta un primo problema: queste parole ebraiche dei primi tre gradi da
quando sono in uso? Sono sempre state le stesse?
Possiamo con sicurezza affermare che i
signals
e
le
watch words
con cui gli
adopted Masons
si riconoscevano tra di loro esistevano già verso il 1650[17],
perchè lo narra uno scrittore del tempo, l’autore della vita di
Elias
Ashmole, l’ illustre archeologo inglese ammesso nell’Ordine il 16 Ottobre
1646 e morto nel 1692[18].
Ma se fossero proprio quelle in uso in tempi recenti è difficile asserire;
basta infatti ricordare che primitivamente il rituale era unico, e che il
terzo grado venne costituito solo ottanta anni dopo l’entrata di Ashmole in
Massoneria. Secondo quanto affermano autorevoli scrittori dell’Ordine le
parole
dell’
Ordine (parte almeno) una volta non erano ebraiche. Il Ragon dice[19]
che verso la fine del XVIII
secolo si credette bene a scopo templare
di giudaizzare tutte le parole dell’Ordine.
L’affermazione è categorica quantunque non
si veda la necessità di questo ingiudeamento per collegare la massoneria
coll’Ordine dei cavalieri del Tempio e quantunque certe parole, come Jakin,
Bohaz e simili, non possano essere, pel loro carattere essenzialmente
ebraico, versione da altra
lingua
in ebraico. Sappiamo però con sicurezza che nel 1760 oltre alle parole
ebraiche, si trovavano anche alcune parole greche; ce lo dice un autorevole
scrittore massonico, il barone Tschoudy[20],
che scriveva nel 1766. Ed un altro autore, il
Bernard,
nella sua Secret
Discipline
dice: «
per un singolare lapsus linguae, i moderni hanno
sostituito Tubalcain nel 3° grado per
Tymboxein, da seppellirsi »[21].
Questo Tymboxein è evidentemente la parola greca τυμβοχέιυ o meglio τυμβοχοέιυ
che significa effettivamente alzare un tumulo.
Anche I’Hutchinson[22],
nel suo
Spirit of Masonry,
la cui prima edizione porta la sanzione dei Grandi Ufficiali della Gran
Loggia, eletti nel 1774, riporta nella lingua greca non soltanto il distico
(sic) τυμβοχοέω=
struo tumulum,
pronunciato nell’ avanzare al grado di maestro, ma anche la parola di passo
del secondo grado, e la parola stessa di Acacia, che sarebbe semplicemente
l’άκαία
cioè l’ innocenza.
Non sembra dunque avventato il supporre che la giudaizzazione a scopo
templare affermata dal Ragon, sia consistita in una versione dal greco in
ebraico.
Comunque non è certamente il caso di estendere l’affermazione del Ragon alle
tre parole sacre: Jakin, Bohaz, e Mach Benach. Jakin e Bohaz sono i nomi perfettamente ebraici
delle due colonne situate secondo la Bibbia[23]
all’entrata del Tempio di Salomone; e sono già ricordate in scritti
massonici della prima metà del
XVIII
secolo,
p. e. l’opuscolo citato precedentemente[24]
dice che « in loggia si trovano due pilastri Jachin e Boaz che
rappresentano la Forza e Stabilità della Chiesa di tutte le età[25];
e così pure le riporta l’antico scritto del Prichard[26],
ed il libro che ha per titolo: Jachin and Boaz or an authentic key to the
door of freemasonry[27].
II rituale contenuto nell’opuscolo del 1724
(The Grand Mystery...)
non contiene parole chiamate sacre e di passo; ma contiene, una parola di
Gerusalemme, una parola universale, ed una parola giusta o punto giusto di
un massone. Ecco i passi del catechismo:
D. Datemi la parola di Gerusalemme:
R. Giblin.
D. Datemi la parola universale.
R.
Boaz.
D. Quale è la
parola giusta od il punto giusto di un
massone?
R.
Adieu.
Prima della istituzione del 3° grado e dei gradi adonhiramiti, l’unico
rituale conteneva dunque come parole
Boaz
e Giblin (più esatto Giblim; pronunzia ghiblim).
Il libretto del
Prichard[28]
contiene già i rituali dei tre gradi; nel 1° grado la parola si dà per
domanda e risposta, ed è Boaz e
per risposta Jachin; nel grado di Fellow
Craft (in cui pone la camera
di mezzo) la parola è Jachin; e la parola di maestro (Master’s
Word) è Mac-Benah, che è
interpretata con: the builder is smitten, ossia l’edificatore è
percosso, abbattuto. Questa parola Mac-Benah è indissolubilmente legata alla
leggenda nettamente biblico-massonica di
Hiram, e quindi anche essa verosimilmente non è traduzione di alcuna
parola di altra lingua. L’attribuzione di queste tre parole sacre ai primi
tre gradi è evidentemente contemporanea o di poco posteriore al
rimaneggiamento del rituale massonico in tre diversi rituali per i singoli
gradi, e quantunque tutte e tre si riferiscano indubbiamente alla morte del
grande architetto Hiram ed al
tempio di Salomone da lui costruito, si suole da molti attribuire loro anche
un carattere templare.
Infatti
le tre iniziali J. B. M. delle tre parole sacre rispettivamente
del 1°, 2°, 3° grado simbolico
sono le tre iniziali del nome Jacobus
Burgundus Molay del
Gran Maestro dell’ Ordine del
Tempio, molto barbaramente e cristianamente bruciato come eretico relapso ad
opera di Filippo il Bello e per volontà e connivenza di S.S. Clemente V. E siccome la
probabilità di ottenere colle venticinque lettere dell’alfabeto inglese
questa disposizione di tre lettere capita una volta su 13800, sembrerebbe
praticamente sicuro che questa corrispondenza delle tre iniziali colle
iniziali di J. B. Molay non sia
dovuta al caso ma sia intenzionale. Questa è del resto l’interpretazione
delle tre lettere data dal rituale del 30 grado del rito scozzese, il quale
grado ha appunto per leggenda l’ uccisione e la vendetta del Gran
Maestro dell’Ordine del Tempio[29].
Ed essa va d’accordo con la tradizione
persistente e tenace secondo la quale una parte almeno dei cavalieri
templari sfuggiti alla persecuzione cristiana si è rifugiata ed ha
sopravvissuto al coperto delle corporazioni muratorie, perpetuando in esse
l’Ordine dei Cavalieri del Tempio. Se così è, Hiram, il
Gran Maestro dei costruttori del Tempio di Salomone, che secondo la leggenda
puramente muratoria del 3o grado viene ucciso perchè non vuole
svelare a dei compagni la parola di
maestro,
sarebbe in sostanza l’ipostasi muratoria
di
J. B. Molay, il Grande Maestro dei Cavalieri del Tempio che perì sul rogo senza svelare i
segreti dell’Ordine. E la resurrezione di
Hiram,
nella persona del fratello iniziato al grado di maestro, la ricerca di una
parola di maestro da sostituire a quella perduta, e il proposito di
seguitare la costruzione del Tempio, corrisponderebbero
alla risurrezione del Cavaliere Templare
sotto le spoglie del Maestro Libero Muratore, alla continuazione del segreto
e
dell’
azione
dell’
Ordine entro la Massoneria, alla ricostruzione del Tempio o meglio
dell’
Ordine del Tempio.
Questa interpretazione templare delle parole sacre sarebbe assai plausibile
se non vi fosse una grande incertezza circa il modo di attribuire le parole
sacre al primo ed al secondo grado. Il Ragon, che segue il rito francese
(come fa anche il rito simbolico italiano), attribuisce al primo grado la
parola Jachin ed al secondo Boaz, e dà come vedremo in seguito al rito
scozzese la colpa dell’inversione. Ma è per altro da osservare
che il più antico catechismo a noi accessibile, quello del Prichard (1730),
reca già le parole sacre nell’ordine Boaz, Jachin, Mac-benah; e non è
probabile che avesse adottato una innovazione del rito scozzese, che era
allora ai suoi poco felici inizi a Londra[30].
Torneremo in seguito su quest’argomento e constateremo il torto del Ragon.
Ma per quale ragione Hiram, proprio Hiram, è stato prescelto a protagonista
della leggenda del 3° grado ed eventualmente a sostituire e rappresentare J.
B. Molay ?
La
ragione verosimile sta nel carattere muratorio di Hiram, poichè questo
personaggio figura nella favola dell’Ordine. Egli figura infatti in alcuni
documenti muratori del XV secolo, per esempio nel documento
pubblicato da Math. Cooke [31]
che raccontando la storia della edificazione del tempio per opera di David e
di Salomone, dice, senza fare il nome di Hiram, che il figlio del re di Tiro
fu il maestro architetto di Salomone. Il documento pubblicato nell’enciclopedia
tratta anche esso in modo superficiale la storia della edificazione del
Tempio[32].
E si ha l’impressione che la leggenda di Hiram, pur figurando nella favola
dell’ Ordine dei Maestri Liberi Muratori, che si rifà dalla costruzione
della città di Enoch a cura di Caino, della torre di Babele a cura di
Nemrod, a
quella del tempio di Gerusalemme, vi occupasse posto e proporzioni più
modeste assai di quanto non abbia assunto in Massoneria, dove costituisce la
leggenda base dell’Ordine.
Ma poichè l’Anderson nel libro delle Costituzioni descrivendo la nomina per
il 24 Giugno 1721 del Duca di Montagu
a Gran Maestro, pone alla sua destra,
sul seggio di Hiram Abiff il Gran Maestro Deputato, vediamo che
Hiram già da allora occupa
posizione preminente[33],
e quindi è da presumere che questo rendesse agevole servirsi della leggenda
di Hiram, per costituirne il tema
del rituale del 3° grado, il grado di perfezionamento suggerito al
Desaguilliers nell’Agosto 1721 dai fratelli di Edimburgo.
Gli
Old Charges
non parlano della leggenda di
Hiram,
e I’Hawkins[34]
dice che alcuni autori inclinano a considerare l’introduzione contemporanea
al revival
del 1717.
Questa leggenda si presenta come un blocco staccato eterogeneo rispetto a
tutti gli altri simboli e cerimonie, sì da dare l’impressione di leggenda
inserita tutta d’un pezzo
nel
vivo del simbolismo massonico.
Come personaggio biblico,
Hiram
doveva riuscire
abbastanza accetto alla mentalità cristiano-anglicana, come architetto
rientrava nel simbolismo dell’
Ordine e non aveva l’aria di un
intruso o di un’aggiunta, essendo ricordato dalle antiche tradizioni delle
corporazioni; e come costruttore del Tempio si prestava a
rappresentare il Gran Maestro
dell’Ordine dei Tempio.
Hiram, come è
noto, è il protagonista della iniziazione massonica. Le parole sacre che,
forse, si riferiscono da una parte a J. B. Molay, si
riferiscono d’ altra parte indubbiamente ad
Hiram ed al suo tempio. In quanto
si riferiscono ad Hiram, alla sua
morte e resurrezione, il loro senso non è più politico, ma filosofico,
mistico, iniziatico, e si riconnette, come vedremo, insieme al significato
delle parole di passo, ai misteri della antichità pagana.
La
leggenda massonica, che fa di
Hiram
iI costruttore del Tempio di Salomone non ha maggior valore della tradizione
dei vecchi documenti[35],
secondo cui Euclide (Mastro Englet)
era
discepolo di Abramo ed insegnò agli Egiziani ad elevare dighe sul
Nilo. Questa leggenda non va neppure d’accordo colla Bibbia, la quale
racconta che fu Salomone a costruire il Tempio ed i suoi palazzi e non
nomina l’esecutore dei suoi piani (I Re III 6, 7). Di
Hiram
la Bibbia fa appena menzione; dice che lavorava in bronzo, ed era pieno di
saggezza, di intelligenza e di scienza per fare ogni specie di lavori in
bronzo, e ricorda le due colonne, i due mari ed i dodici bovi. La favola
della morte di
Hiram
si trova nel Talmud, cioè è del secondo secolo dopo Cristo, ed è quindi
estranea alla Bibbia.
Quanto
ad Adon-hiram, che non è affatto detto sia lo stesso personaggio che Hiram la Bibbia ne parla (I Re III,
5) e dice che Salomone gli assegnò l’ intendenza sopra 30000 operai che in
tre turni venivano inviati nel Libano, ma non parla nè di divisione degli
operai in tre classi, nè di parole di riconoscimento per riscuotere il
salario. Il Ragon chiama grossières tutte
queste favole che servono di base al terzo grado, poiché se ne può
riconoscere la falsità nella Bibbia, «dont
les récits n’ont d’ailleurs, rien de commun avec
la
doctrine initiatique, soit ancienne soit moderne »[36].
Ma a parte les grossièretès,
l’iniziazione massonica, per mezzo della leggenda di
Hiram,
riprende indubbiamente nel rituale del 3° grado il tema fondamentale delle
iniziazioni classiche, consistente nella morte simbolica del candidato e nella sua resurrezione o rinascita.
Hiram
viene proditoriamente ucciso, ed il suo cadavere viene cercato ed infine
trovato; e nella cerimonia del terzo grado il fratello che riceve l’aumento
di salario e che personifica
Hiram,
muore e risorge e diviene in tal modo un
Maestro.
Similmente Osiride, Dioniso, Gesù, venivano uccisi, discendevano agli
inferi, risuscitavano e divenivano immortali.
L’avere attribuito
ad Hiram una funzione di questo
genere mostra l’evidente intenzione di riallacciare l’iniziazione
massonica a quelle classiche, la isiaca e la eleusina in ispecie. Il che è
ampiamente corroborato dall’
universale consenso degli scrittori massonici, e dalla esistenza di
innumerevoli simboli e riti massonici derivati dai misteri dell’antichità
pagana. Gli elementi costituenti la leggenda e la cerimonia del terzo grado
provengono dalla Bibbia, dalla tradizione muratoria, dal Talmud, e dai
misteri classici ed egizii. Anche il semplice confronto del rituale del 3°
grado con quanto racconta Plutarco[37] dell’ uccisione di Osiride per
opera di Tifone, della ricerca delle disjecta membra fatta dalla
vedova Iside, della ricomposizione del cadavere, e della resurrezione e
della immortalità di Osiride, basta a provare che i compilatori del rituale
del 3° grado tennero di mira la iniziazione lsiaca ed eleusina, nota ad essi
per quanto ne ricordano Plutarco, Apuleio, ed alcuni scrittori cristiani, e
per essere l’argomento di opere di studiosi come: Pieri Valeriani,
Hieroglyphica seu de sacris Aegyptiorum (1604), e Mèursii - Eleusinia
(1619)[38],
ad essi precedenti.
Secondo il
Lenoir[39]
i misteri dei due primi gradi sono una rappresentazione perfetta (!) di
quelli che si praticavano in Egitto: e
nel 3° grado invece (come pure nel 4° e nel 9° ed in altri gradi scozzesi
capitolari) si trova quella che l’on
appelle la
Maçonnerie adonhiramite,
perchè le leggende di questi gradi hanno per oggetto I’uccisione di
Hiram,
il rinvenimento del suo cadavere, e la vendetta dell’assassinio.
Soltanto è da osservare che questa leggenda adonhiramitica del 3° grado non
è ebraica che nell’apparenza, nella terminologia; nella sostanza è tutta pagana. Il dramma mistico
che vi si svolge é la copia dei dramma mistico dei misteri classici, e non
ha nulla a che fare coll’ebraismo che non aveva la istituzione
dei misteri.
L’intenzione
di riallacciare la leggenda di Hiram
alla iniziazione pagana la si riscontra nientemeno che nell’Anderson,
il quale così commenta la
leggenda del 3° grado: «L’accidente
pel quale il corpo di Maestro Hiram
fu trovato dopo la sua morte, sembra alludere in alcune circostanze,
ad un bel passaggio del 6° libro di Virgilio. Anchise era morto da qualche
tempo ed Enea, suo figlio, sentiva tale dovere verso suo padre dipartito,
che consultò la sibilla cumana per sapere se egli potesse scendere tra le
ombre per parlare con lui. La profetessa lo incoraggiò ad andare, ma gli
disse che non avrebbe potuto riescire a meno che non si fosse recato in un
certo luogo per cogliere un ramoscello d’oro che avrebbe dovuto portare in
mano e con questo mezzo ottenere le indicazioni per trovare suo padre.
Anchise, il grande preservatore del nome troiano, non avrebbe potuto essere
scoperto senza l’aiuto di un ramoscello che fu colto con grande facilità da
un albero; né, pare, Hiram, il
grande maestro della massoneria, avrebbe potuto essere trovato altrimenti
che colla indicazione di un ramoscello, che facilmente sì presentò. La principale cagione della discesa di Enea tra le
ombre fu di chiedere a suo padre i segreti
dei fati che avrebbero dovuto compiersi in seguito tra la sua posterità. L’
occasione della ricerca così diligente del loro Maestro da parte dei
fratelli, fu, sembra, di ricevere da lui la parola segreta della massoneria,
che avrebbe dovuto essere trasmessa, come una prova, alla loro fraternità
dell’età futura.
Segue questo notevole verso:
Praeterea jacet exanimum tibi
corpus amici
Heu nescis!
«Il corpo del nostro amico giace morto vicino a te, e ahimè tu non sai
come!»
Questa persona era Miseno, che fu ucciso e sepolto, monte sub aerio,
sotto un’ alta collina, come fu maestro Hiram. Ma vi è un’altra
storia in Virgilio, che sta in una più stretta relazione col caso di Hiram,
e coll’accidente pel quale dicesi venne scoperto ed è questa: «Priamo re di
Troia, sul principiare della guerra troiana, affidò suo figlio
Polidoro alle
cure di Polimnestore, re di Tracia, ed inviò con lui una grossa somma di
denaro; ma dopo la presa di Troia, il Trace per il denaro uccise il giovane
principe, e nascostamente lo seppellì. Enea, venendo in quel paese, e
cogliendo accidentalmente un ramoscello che era presso di lui, su un lato
della collina scoprì il cadavere dell’ucciso Polidoro.
L’idea centrale dei Misteri
Massonici è dunque l’antica idea mediterranea della sopravvivenza
privilegiata, della resurrezione alla immortalità dalla morte, della
palingenesi insomma conseguita attraverso la
morte mistica. È l’ idea egizia, orfica, pitagorica, ermetica; è la ragione
precipua dei misteri di Eleusi, di Cerere, di Mitra; ed è infine l’idea base
innestata da San Paolo nel Cristianesimo. Ma allora perchè si andò a pescare
il prototipo dell’ uomo che muore
per risuscitare proprio nell’Ebraismo dove non c’erano i Misteri? A primo
aspetto la cosa può sembrare veramente strana; ma non è difficile
persuadersi che tale scelta era quasi forzata. Infatti non era possibile in
Inghilterra nel 1700 assumere a protagonista del mistero della palingenesi
Osiride o Dioniso o Mitra o qualsiasi divinità pagana, senza provocare la
reazione dell’intolleranza cristiana, e senza precludersi o restringersi il
proprio campo di azione. Non era possibile assumere Gesù quale protagonista
del mistero iniziatico perchè questo carattere gli è attribuito già dai
cristiani ed un duplicato, sia pure apparente, della Compagnia di Gesù
avrebbe provocato in Inghilterra fiere avversioni, nè certo era il caso di
contribuire ad avvalorare il privilegio od il primato di Gesù in tale
argomento. L’ articolo l° del Libro delle Costituzioni, infatti, «non
impone alcuna religione e lascia ogni libertà quanto alle opinioni
personali»[41].
Fare cadere la scelta sopra Gesù equivaleva a dare al Cristianesimo una
preferenza, contro lo spirito paganeggiante e razionalista di molti
fratelli. Era difficile d’altra parte attribuire un tale carattere mistico
alla figura possentemente storica e politica di J. B.
Molay; non restava quindi che ricorrere ad un personaggio leggendario. Ed allora
era naturale fare cadere la scelta sopra un personaggio tradizionalmente
massonico come Hiram, sviluppando e continuando abilmente tutta la favola
della costruzione dei Tempio di Gerusalemme ed attribuendo ad Hiram eventi e
funzioni analoghe agli eventi mitici e simbolici delle grandi divinità
iniziatiche, come Dioniso, Osiride, Attis, Mitra, ed in pari tempo a quelli storici, politici di J. B.
Molay. Hiram, personaggio del Vecchio Testamento, costruttore del Tempio di
Salomone, poteva essere almeno tollerato dai cristiani; ed essendo
cronologicamente anteriore a Gesù era tacitamente implicito ed evidente che
l’iniziazione massonica non poteva essere una derivazione del cristianesimo.
Le tre parole sacre essendo connesse al tempio di Gerusalemme ed alla morte
di
Hiram,
si riferiscono indubbiamente al mistero centrale dell’Ordine massonico; e
devono essere state attribuite ai tre gradi tra il 1723 ed il 1730. Le prime
due sono indissolubilmente legate l’una all’altra: e poiché il
terzo grado è posteriore potrebbe darsi che la parola sacra del 3° grado
fosse stata scelta in modo da riferirsi specificatamente al mito
fondamentale della morte di
Hiram
(base del rituale iniziatico del 3° grado), ed in pari tempo in modo che
colle due iniziali delle parole Jakin e Bohaz, venisse felicemente a formare
la successione delle tre iniziali J. B. M. del nome dell’ultimo
Gran Maestro dei Templari storicamente conosciuto.
Tanto
nella iniziazione al 1° grado quanto in quella al 3° si ha una morte
allegorica, seguita da una rinascita o resurrezione a vita nuova; e qualche
cosa di simile quantunque con minor evidenza si verifica anche nella
iniziazione al 18° ed al 30° grado del rito scozzese; dimodochè l’allegoria
della morte e della resurrezione é il tema fondamentale non soltanto dell’ iniziazione massonica
primitiva, ma anche della massoneria adonhiramitica, e dei gradi rosacroce e
templari del rito scozzese. L’allegoria storica sembra riferirsi ai vari
periodi e fasi traversati dai misteri classici; il primo grado
corrisponderebbe al libero svolgimento della istituzione dei misteri
nel seno propizio delta civiltà classica; nel 3° grado I’uccisione del
grande maestro e la perdita della parola sacra ricorderebbero la violenza
fanatica dei cristiani che distrusse la sede classica dei misteri di Eleusi
e fece scomparire quel faro di luce iniziatica che splendeva
ostensibilmente. Nel 4° grado viene rinvenuta l’urna contenente la parola
di maestro, ma l’urna è chiusa e la chiave è spezzata, ed i maestri segreti
la custodiscono occultamente; nel 18° grado l’ allegoria storica si riporta
alla fraternità dei Rosa croce che sotto velo cristiano continua
l’iniziazione, e nel 30° grado
all’
Ordine del Tempio, di cui occorre continuare l’opera e vendicare la
miseranda fine.
da Le parole sacre e
di passo dei primi 3 gradi ed il massimo mistero massonico. Studio critico
ed iniziatico
[1] Teissier
- Manuel General de la Maçonnerie. Paris 1856; pag. 11
[2] Per
quanto riguarda la
genesi ed il
carattere dei gradi superiori
al
3° confronta:
J.
M. Ragon -
Orthodoxie
Maçonnique,
Paris 1853; dal capitolo
X
al capitolo XXIV; e
J. C. FINDEL,
Histoire de la Franc-maçonnerie, 2
vols.
Paris 1863; pag. 47
del Vol. 1 e pag. 43
del Vol. II.
[3] Cfr.
PRICHARD - Masonry dissected
-
London 1730.
[4] William Hutchinson - Spirit of Masonry London 1774 lect.
1
[5] Cfr. i fac-simile pubblicati nei
sei volumi dei Quator
Coronatorum Antigrapha.
[6]
Cfr. Ricerche
storico-critiche-scientifiche sulle origini,
scoperte, invenzioni, ecc., di
Giacinto Amati, Milano
1828, Vol. I pag. 21; citato dal Rossetti; cfr.
Rossetti Gabriele - II
Mistero dell’
Amor Platonico del Medio Evo,
derivato dai Misteri antichi. - Londra 1849; Vol. III
Pag. 734.
[7]
Cfr. E. L. Hawkins - A
concise Cyclopedia of
Freemasonry -
London 1908, pag. 67.
[8] Cfr. Ars Qualor Coronatorum X, 127-136.
[9]
Cfr. Ars Q.C. – XI, 56
[10]
Cfr. Albert Gallatin Mackay -
The History ofFreemasonry - New York;
prefazione pag. VI e VII; e cfr.: Il Mondo Massonico -
Anno I N. 2; 15 Aprile 1915, pag. 56.
[11] Cfr. II Mondo Massonico Anno I; Aprile 1915, pag. 57.
[14] Cfr.
The Grand mystery of Free -Masons discovered wherein are the several
Questions put to them at their Meetings and Installations. - London, printed
from T. Payne 1724.
[15] Cfr.
Findel -
Hist. de la Fr. Maç. – Vol I,
pag. 187.
[16]
Cfr. la dedica della seconda
edizione del Libro delle costituzioni dell’Anderson – v. Findel Histoire
de la Franc Maç. - Vol. 1, pag.
84.
[17]
Il termine di Accepted Mason si trova per la prima volta nel 1620 - cfr. British
Encyclopedia 11a ediz.
[18]
Cfr. PRESTON -
Illustrations of Masonry
-
1840; 15a ediz,, pag. 157, nota.
[19]
Cfr. J. M. Ragon - Rituel du grade de
Compagnon - pag. 37, nota.
[20] Cfr.
Baron de Tshoudy - L’Etoile Flamboyante
- A l’Orient chez le Silence -
Tome premier, pag. 93,98. -
Cfr.
anche la nota dell’Oliver
alla pag.
60 dell’ Hutchinson - Spirit of Masonry.
[21] Cfr.
John Fellow - Mysteries of Masonry -
pagina 240 e
pag. 282.
[22] Cfr.
W. Hutchinson
- The Spirit of Masonry - London 1843; pag.
158, 159, 173, 174.
[23] Cfr. Vecchio
Testamento: Paralip. Lib. II, cap. III, vers. 17; e Vecchio
Testamento I Re, Lib.
III, cap. VII, vers.
15.
[24] Cfr.
The Grand Mystery....
[25]
Non si tratta dunque della Chiesa cristiana!
[26] Cfr. Prichard
- Masonry dissected - 1730.
[27] È del 1762. Il Findel (Vol. I, pag. 452,
l’attribuisce al Lambert; I’ Hawkins l’attribuisce al Goodhall.
[28]
Cf.
PRICHARD -
Masonry dissected riprodotto
in Nicolas de Bonneville
-
Les Jesuits chassés
de la Maçonnerie
-
Or\
de Londres
1788 - Vedi
p.
24, 17, 36.
[29] Questa interpretazione risale
quindi probabilmente al 1743 anno in cui secondo il Thory
(Histoire de (a fondation
du Grand Orient
de
Paris -
Paris
1812) i massoni di Lione istituirono sotto il nome di Petit Elu, il
grado di Kadosh, che rappresenta la vendetta dei Templari (cfr,
Findel , I, 249); se pure non risale al 1728 cioè al grado di
cavaliere del tempio, 3° grado dei primitivo rito scozzese.
Questa interpretazione è data da una lettera massonica del 1764
riportata dal Barone Tschoudy nel suo libro,
la
cui prima edizione è del 1766
(L’Etoile Famboyante -
A l’Orient chez le
Silence
pag. 118 t. I) e dal
De Bonneville (les Jesuites chassés
de la
Maçonnerie –
1788).
Il
RAGON (Orthodoxie Maçonnique pag. 106) attribuisce la corrispondenza delle tre lettere J. B. M.
colle tre iniziali di J. B. M. ai partigiani degli Stuardi, di cui
faceva parte
Elias
Ashmole. Alla grande dottrina di questo archeologo si è voluta
attribuire l’iniziazione calcata sopra i misteri d’Egitto e di
Grecia. Ma Ashmole, iniziato nel 1646, si fece rivedere in Loggia
solo nel 1682 (Findel, I, 125). Oggi quindi non si ritiene più
verosimile quanto narra il Ragon, che attribuisce ad Ashmole la
compilazione del rituale del I° grado nel 1648, di quelli .di
2° e
30
grado rifatti da lui a scopo templare nel
1643-1650 (RAGON - Orlh. Maçon., pag. 29-30 e pag. 99-105). Il Ragon spiega in tal modo
il fatto che gli iniziati da
quel tempo han sempre considerato il grado di maestro, solo
complemento della Massoneria, come un grado da rifare (pag. 30 e
pag. 108) e sopratutto da completare. Questo indicherebbero i sette
anni e più del Maestro.
Non si
comprende, per altro, perché il rito scozzese che professa i gradi
templari, ha le parole sacre nella successione B. J. M. e non nella
successione J. B. M.
[30]
Cfr. J.
M. Ragon -
Orth. Maç., pag.
75.
[31]
The Histhory
and Articles of Masonry - 1861 London; Cfr.
Findel, II, pag.
435 e
seguenti.
[32]
Cfr. Findel, Vol. II, pag. 439 e
seg.
[33]
Cfr. Findel, Vol.
II, pag. 160.
[34] Cfr.
E. L. Hawkins - A
concise Cyclopedia
of Fr.,
1908.
[35] Cfr.
Findel,
Vol. II, pag. 442.
[36] Cfr.
Ragon - Orthodoxie Maçonnique Pag.105,106.
[37] Cfr.
PLUTARCO -
De Iside et Osiride.
[38] Cfr.
FINDEL -
Nist. de la Fr., Vol.
1,
pag. 140.
[39]
Cfr. LENOIR ALEXANDRE - La Maçonnerie rendue à sa
veritable
origine - Paris 1814, pag, 254, 300.
[40]
Cfr. Dr. Anderson -
The defence of Masonry - 1731; brano riportato
dall’Hutchinson – Spirit of Masonry,
pag. 40-41, e da G. Oliver
- The
Historical Landmarks
of Freemasonry - London 1846 - Vol.
II pag. 174.
[41] Anderson -Libro delle
Costituzioni - 1723.
Cfr. anche
la Rivista - Il
Mondo Massonico - 15
Marzo
1915, Anno I N. 2 pag. 23.