Apprendista Ammesso
Introduzione
Le Lezioni Muratorie
nella Tradizione
Emulation
L’Emulation Lodge of
Improvement
Il modo di lavorare
Emulation prende il nome dall'Emulation Lodge of Improvement (Loggia Emulation
di Perfezionamento) di Londra, il cui Comitato è custode di questo particolare
rituale. La Loggia di Perfezionamento si riunisce settimanalmente, da Ottobre a
Giugno, e dimostra le Cerimonie e le "Letture", o "Lezioni", secondo la più
ortodossa tradizione Emulation. L’Emulation Lodge of Improvment, riunitasi per
la prima volta il 2 Ottobre 1823, fu specificamente formata per soli Maestri
Muratori, col fine di fornire istruzione a coloro che desideravano prepararsi ad
un ufficio di Loggia ed alla successione nel seggio di Maestro Venerabile. I
fondatori provenivano principalmente dalle Logge d'Istruzione Burlington e
Perseverance, la prima fondata nel 1810, l'altra nel 1817. Entrambe avevano
insegnato il nuovo rituale approvato dalla Gran Loggia nel giugno 1816, ma
tendevano a concentrarsi sul lavoro del Primo Grado e ad istruire i Candidati.
Le finalità di una Loggia come l'Emulation Lodge of Improvement, o di qualsiasi
altra Loggia di Perfezionamento, sono sostanzialmente di ordine pratico. Essa è
preposta all’insegnamento e alla familiarizzazione con il Rituale, in favore dei
Fratelli impegnati nell’ascesa ai vari gradi di Ufficiali di Loggia, oltre a
rappresentare un importante momento di incontro, facilitando la conoscenza
reciproca fra i Fratelli di diverse Logge. A Londra in particolare, dove il
numero medio di riunioni rituali di una Loggia è di quattro, cinque in un anno,
la Loggia di Istruzione rappresenta un momento di incontro “periodico”, senza il
quale i Fratelli rimarrebbero notevolmente ed inevitabilmente distanti e
sconosciuti l’uno all’altro. Del resto il vero significato di “Loggia”, per i
nostri predecessori operativi nell’era medievale, aveva connotati di riflessione
ed istruzione. Era nelle Logge, a lato di grandiose cattedrali, castelli od
altri edifici in costruzione, che i nuovi operai Muratori venivano iniziati ai
segreti e ai misteri della Muratoria. Essi iniziavano ad apprendere i segreti
dell’arte e ad impararne il mestiere.
Oltre all’arte
operativa, questi avrebbero appreso i valori sociali e morali contenuti negli
Antichi Doveri, sopravvissuti fino ad oggi e contenuti nelle prime pagine del
libro delle Costituzioni e dei Regolamenti, che vengono letti ad ogni Maestro
Eletto prima della sua Installazione come Maestro di Loggia. In origine
l'istruzione dei Maestri Muratori avveniva tramite le cosiddette "Lezioni
Muratorie”, secondo il sistema della Grand Stewards Lodge, le cui lezioni
descrivono in dettaglio le cerimonie dei diversi gradi. Le forme rituali in uso
nella Gran Loggia Unita d'Inghilterra, come dimostrate dalla Loggia di
Riconciliazione, formata specificamente per produrle, furono “approvate e
convalidate” dalla Gran Loggia nel giugno 1816.
Dal 1830, secondo la
pratica generale allora sviluppatasi, vennero anche introdotte le
rappresentazioni delle cerimonie stesse. Dal 1816 ci sono stati aggiustamenti
occasionali di natura rituale, approvati dalla Gran Loggia; i più importanti
sono le variazioni nella formula usata in quelli che allora si chiamavano
“giuramenti”, permesse da una risoluzione della Gran Loggia nel dicembre 1964 e,
molto più recentemente, il più ampio cambiamento nel procedimento, introdotto
dalla risoluzione della Gran Loggia del giugno 1986, concernente la formula
usata negli Impegni Solenni.
La Emulation Lodge of
Improvement si è sempre riunita, senza alcuna interruzione, fin dalla sua
formazione ed ha sempre avuto la fama di resistere a qualsiasi cambiamento nelle
cerimonie, sia esso volontario o meno, o comunque non autorizzato.
Il Comitato della
Emulation Lodge of Improvement ha sempre tentato di conservare il rituale il più
aderente possibile alla forma in cui è stato originariamente approvato dalla
Gran Loggia e di non raccogliere alcuna modifica non autorizzata dalla stessa
fonte. Così, mentre ogni tanto vi sono stati aggiustamenti minori per autorità
della Gran Loggia, all'errore casuale non è mai stato permesso di passare
inavvertito, per non farlo diventare, col tempo, una pratica consolidata.
William Preston
La concezione di
Loggia di Istruzione venne a perfezionarsi grazie soprattutto all’impegno di
William Preston, un Fratello molto influente e devoto. Il suo nome è molto noto
ai Fratelli per le cosiddette “Letture Prestoniane”.
Alla sua morte lasciò
la somma di 300 sterline alla Gran Loggia con il vincolo che gli interessi
maturati dovessero destinarsi in favore di “qualche massone ben preparato a
tenere annualmente una lezione sul Primo, Secondo e Terzo Grado dell’Ordine
Massonico secondo le regole praticate nella Lodge of Antiquity”, una della
quattro originarie Time Immemorial Lodges, di cui fu Maestro nel 1774.
Preston sviluppò un
complesso sistema di regole massoniche, ben conosciuto, nella forma dei
cosiddetti “catechismi” ed in stretta aderenza con il metodo della Antiquity
Lodge.
Al fine di continuare
queste Lezioni elargì alla Gran Loggia la somma sopra individuata. Le Letture
Prestoniane continuarono così regolarmente tra il 1820 e il 1862, dopodiché non
furono più tenute. Il sistema fu poi ripreso nel 1924 modificandolo al fine di
inglobare al suo interno ulteriori letture selezionate dal Fratello incaricato
in qualità di lettore.
“Le Letture
Prestoniane” rimangono oggi le uniche lezioni ufficiali tenute sotto l’autorità
della United Grand Lodge of England.
William Preston,
considerato il padre del nostro attuale rituale, era scozzese e nacque ad
Edimburgo nel 1742. Si trasferì a Londra nel 1760 e fu iniziato nel 1763, in una
Loggia appena consacrata degli Antients, i cui membri cambiarono presto
obbedienza e ricevettero il loro sigillo dalla principale Gran Loggia inglese
nota con il nome di Moderns. Si trattava della famosa Caledonian Lodge n° 325,
oggi n° 134.
La più nota
appartenenza di Preston alla Lodge of Antiquity, di cui divenne membro e Maestro
nello stesso giorno dell’anno 1774, fu lunga e complessa. Nel 1778 egli,
unitamente ad un certo numero di fratelli di Loggia, fu espulso dalla Gran
Loggia dal Committee of Charity, ossia l’equivalente del Consiglio delle
Proposte Generali, per avere esibito i paramenti massonici al loro ritorno da
una funzione ecclesiastica. In seguito, successivamente alla sua riammissione,
venne nuovamente espulso e partecipò alla fondazione di una nuova Gran Loggia
sotto l’autorità della Gran Loggia di York. Questa nuova Gran Loggia, di cui fu
Deputato Gran Maestro, prese il nome di Grand Lodge of England South of the
River Trent. Questa Gran Loggia restò in vita solo fino al 1789 quando a tutti i
membri fu concesso di fare ritorno nella Lodge of Antiquity. William Preston, che
di professione era tipografo, continuò tale attività durante tutta la sua vita
profana, raggiungendo in Massoneria l’incarico di Assistente Gran Segretario
nella prima Gran Loggia e, grazie tale incarico, fu nella condizione di prestare
i suoi servigi all’Istituzione, cosa che altrimenti non gli sarebbe stata
possibile.
Nel 1772 venne
pubblicata la prima edizione del suo libro più famoso Illustrations of Masonry.
A partire dal 1774 Preston, con altri Fratelli, iniziò una serie di
dimostrazioni dei Lavori Rituali nei diversi gradi stabilendo un vero e proprio
sistema rituale distintivo. Le riunioni di Loggia e le Lezioni organizzate da
Preston furono una vera e propria Scuola di Istruzione. Tutto il Rituale che noi
pratichiamo oggi è stato perfezionato, o comunque fortemente influenzato, da
William Preston. Costui, pertanto, può essere visto come il Precettore della
prima vera Scuola di Istruzione. Ed è solo dopo di lui che altre Logge di
Istruzione iniziano a costituirsi e ad operare e vengono alla luce della ribalta
Precettori celebrati e famosi’influenza di William Preston nei nostri Rituali
è inoltre testimoniata dalle numerose edizioni di “Illustrations of Masonry” che
sono state pubblicate negli anni.
Le Lezioni Muratorie
La ritualità
Emulation, oggi, si differenzia dalle altre ritualità libero muratorie in molte
delle comuni pratiche: viene dedicato poco tempo alla contemplazione, alla
ricerca filosofica, alla speculazione sulla “ricerca della verità” e ad altri
concetti esoterici similari. Questi aspetti di moralizzazione, nelle Logge di
tradizione anglosassone, sono limitati alle Letture del rituale promulgate, nel
1770, da William Preston. Il resto è lasciato al pensiero e alla coscienza di
ogni massone. Allo stesso modo le Logge di Istruzione servono all’essenziale e
lodevole funzione della perfetta conoscenza ed applicazione demonica del Rituale
nei vari gradi.
Le Lezioni Muratorie
sono associate ai tre Gradi dell'Ordine, e ne descrivono il rituale e il
significato morale e simbolico. Esse sono in forma catechetica, cioè di domanda
e risposta, per essere eseguite da due o più Fratelli.
Come il rituale
stesso, le Lezioni si sono sviluppate nel corso di molti anni, incorporando
nelle varie epoche pensieri e idee di un gran numero di Fratelli che hanno
ricevuto una qualche generale accettazione nell'Ordine. Potrebbe esserci una
gran quantità di pensieri e di materiali che non sono mai sfociati in tali
Lezioni, mentre parte del contenuto ora incluso, potrebbe anche essere non più
attuale.
Le Lezioni Emulation
hanno una certa antichità e formano un esercizio interessante nel riprendere i
motivi e le illustrazioni che hanno attratto i nostri predecessori.
Il contenuto delle
Lezioni ha avuto pochissime modifiche a partire dagli anni in cui si è
incominciato ad eseguirle. Esse descrivono in dettaglio il rituale dei Gradi e
contengono buona parte del frasario utilizzato nelle Cerimonie, col quale deve
quindi esservi una precisa corrispondenza.
Le Tavole di
Tracciamento a cui si fa riferimento sono quelle consuete, presenti nel Rituale
Emulation, appartenenti alla Emulation Lodge of Improvement, disegnate ed
eseguite nel 1845 per suo ordine e da essa utilizzate.
L'uso della forma
catechetica è noto nella Muratoria fin dai primi documenti esistenti, benché i
catechismi comparsi fino ad almeno la fine del 18° secolo fossero quasi tutti
"esposizioni" di procedure Muratorie, piuttosto che provenire da una fonte più
diretta.
Il sistema di Lezioni
di William Preston, sviluppato dal 1772 in poi, ma del cui testo completo si sa
poco fino ad almeno vent'anni dopo, e il “Master Key” di John Browne, pubblicato
integralmente nel 1801, sono stati i primi testi a darci un'effettiva autentica
informazione. Da quel momento in poi le Lezioni tuttora in uso sono diventate un
sistema di istruzione completo nella Muratoria, non solo nelle procedure rituali
di svolgimento delle cerimonie dei Gradi, ma nello spirito complessivo della
Muratoria stessa.
Le cerimonie in se
erano brevi e, fino agli inizi del 19° secolo, spesso erano eseguite da un
numero ristretto di partecipanti, sovente in una stanza separata, prima che
tutta la Loggia si riunisse. Allora la riunione in forma completa era
abitualmente a tavola e qui, l'intera Lezione, veniva spesso eseguita come
istruzione per il Candidato.
Con la fusione delle
due precedenti Grandi Logge per formare, nel 1813, la Gran Loggia Unita
d'Inghilterra, vi furono dei tentativi per uniformare il sistema di Lezioni. La
Loggia di Riconciliazione, tra il 1813 e il 1816, aveva formulato un nuovo
sistema rituale ed era necessario inserirlo in un sistema di Lezioni, per
istruire in queste nuove procedure e adeguare il simbolismo alla nuova pratica.
Nessun sistema di
Lezioni ha mai ricevuto un'approvazione formale dalla Gran Loggia, così come
l'ha ricevuta invece nel 1816, il nuovo rituale.
All'epoca
dell'Unione, nell'area di Londra, vigevano almeno tre sistemi di Lezioni. In
quel momento fu generalmente accolto il sistema svolto nelle dimostrazioni
ordinarie delle “Serate Pubbliche” della Loggia dei Grand Stewards. Esso si
basava molto sul tipo di catechismo contenuto nel “Master Key” di John Browne,
di uso corrente nelle Logge dei precedenti 'Moderni', con inserito il nuovo
rituale.
Dal 1817 tutto ciò
era stato disposto in un sistema di Lezioni che prevedevano l'istruzione nel
nuovo rituale, con sette, cinque e tre sezioni, rispettivamente nelle Lezioni
del Primo, del Secondo e del Terzo Grado, lo stesso modello in uso oggi.
Quando negli anni
1860 terminarono le “Serate Pubbliche” della Loggia dei “Grand Stewards”, la
Emulation Lodge of Improvement divenne il corpo più conosciuto che eseguiva
regolarmente queste Lezioni. Qualche piccola modifica è stata introdotta negli
anni. In effetti la Loggia dei Grand Stewards aveva fatto alcune revisioni agli
inizi degli anni 1860, ma queste Lezioni sono fondamentalmente le stesse
eseguite nel 1817 e, salvo le necessarie correzioni per adeguarle alle nuove
procedure rituali dopo il 1813, il loro contenuto è quasi identico a quello
delle Lezioni svolte nella Muratoria inglese negli ultimi anni del 18° secolo.
Lo Svolgimento delle
Lezioni
La sede naturale, ma
non necessariamente esclusiva, di svolgimento delle Lezioni sono le riunioni
delle Logge di Istruzione, in modo da essere eseguite tutte completamente almeno
una volta nel corso di un anno. Le Lezioni sono divise in sezioni e vengono
eseguite una o più sezioni per riunione. Le Lezioni sono predisposte per essere
controllate da un Precettore o da un Maestro delle Lezioni, cioè da colui che fa
le domande; le risposte possono essere date da uno o più assistenti.
Nella Emulation Lodge
of Improvement, il Maestro delle Lezioni è sempre un membro del Comitato e
occupa o il Seggio del Maestro Venerabile, o il posto dell'Ex Maestro
Venerabile. Si ritiene che il porre le domande delle Lezioni implichi il
controllo del lavoro e questo dovrebbe normalmente essere fatto da un Maestro
Installato. Nelle riunioni di una Loggia di Istruzione la soluzione usuale è che
un Fratello si assuma il compito di assistere l'esecuzione di un'intera sezione,
fornendo le risposte alle domande di quella sezione. Quando è possibile questo
lavoro di assistenza è fatto dal Primo Sorvegliante per la prima sezione e dal
Secondo Sorvegliante per quella successiva. Quando non sono i Sorveglianti a
svolgere questo lavoro, il Fratello che lo esegue sta in piedi al lato Nord del
piedistallo del Primo Sorvegliante.
La Emulation Lodge of
Improvement ha una procedura definita per il lavoro delle Lezioni. Il Maestro
Venerabile in Seggio si rivolge così al Fratello che dovrà dare le risposte:
"Fr. …... vogliate assistere il Ven. Fr. …... a svolgere la …... sezione della
…... Lezione". Il Fratello che va ad assistere può essere chiamato per nome o
per l'ufficio che ricopre; l'Ex Maestro Venerabile è chiamato per nome; la
sezione e la Lezione sono indicate coi numeri appropriati.
Colui che va ad
assistere si alza, rimane al suo posto e replica: "Farò del mio meglio, Maestro
Venerabile ", senza dare alcun saluto; quindi, se non è un Sorvegliante che
officia, si porta al lato Nord del piedistallo del Primo Sorvegliante. Se il
lavoro deve essere svolto da un Sorvegliante, questi rimarrà in piedi al suo
posto. Poi colui che assiste saluta il Maestro Venerabile nel Grado in cui la
Loggia è aperta, e il lavoro procede col Maestro delle Lezioni che formula la
prima domanda. Al termine di ogni sezione vi è una Raccomandazione, data di
solito dal Maestro delle Lezioni eseguita da una specie di "fuoco".
Salvo che per il
fuoco al termine delle ultime sezioni della Prima e della Seconda Lezione,
questo viene dato da tutti i presenti, che rimangono seduti, salvo il Fratello
che assiste nell'esecuzione. Il fuoco è sempre dato ad alta voce, facendo un
determinato suono a ciascun colpo. Per le prime sei sezioni della Lezione del
Primo Grado il fuoco è dato col segno dell'Apprendista e il movimento termina
ogni volta con una battuta sulla coscia; per le prime quattro sezioni della
Lezione del secondo Grado il segno è simile ai saluti dati in questo Grado nella
cerimonia di Installazione, dopo la riammissione dei Compagni di Mestiere.
Per tutte e tre le
sezioni della Lezione del Terzo Grado si dà un udibile colpo delle mani nel fare
il segno Gr. o R. e nel battere sulle cosce. Per le ultime sezioni della Prima e
della Seconda Lezione tutti sono in piedi, essendo stata data ai Fratelli
l'opportunità di alzarsi nel corso della sezione. In entrambi i casi si ha il
medesimo fuoco, simile a quello dato a tavola in molte parti del mondo, con una
velocità appropriata alla circostanza. Dopo il fuoco il Maestro delle Lezioni
dirà all'assistente: "Grazie, Fr. …...", che saluterà nel Grado in cui la Loggia
è aperta e riprenderà il suo posto. Si procede quindi alla successiva sezione di
Lezione, o al lavoro successivo.
Le Lezioni si
svolgono correttamente con la Loggia aperta nel Grado appropriato e non si
devono mai svolgere in un Grado inferiore a quello specifico della Lezione.
La Prima Sezione della
Prima Lezione
M. V.: Fr.
………… volete assistere il Fr. ……………… nel lavoro della prima sezione della prima
lezione?
Fr: Farò del
mio meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta
nel Gr. in cui la L. è aperta).
D: Come ci
siamo incontrati, voi ed io, per la prima volta come L. e A. M.?
R: Sulla Sq.
D: Come
speriamo di separarci?
R: Sulla Ll.
D: Perché
incontrarci e separarci in questo modo particolare?
R: Come M.
dobbiamo lavorare sulla Sq., per essere in Gr. di separarci sulla Ll. con tutta
l’Umanità e in particolare con un Fr.
D: Come M., da
dove venite?
R: Da O.
D: Verso quale
direzione siete diretto?
R: Verso E.
D: Quale
motivo vi ha indotto a lasciare l’O per andare verso E?
R: Per cercare
un M.o e ricevere da lui un insegnamento.
D: Chi siete
Voi che desiderate un insegnamento?
R: Un L. e A.
M.
D: Che tipo di
uomo dovrebbe essere un L. e A. M.?
R: Un uomo
libero, nato da una donna libera, Fr. di un Re, compagno di un Principe o di un
mendicante, se M. e ritenuto degno.
D: Perché nato
libero?
R: In
riferimento a quella grande festa data da Abramo per lo svezzamento di suo
figlio Isacco, quando Sara, moglie di Abramo, osservando Ismaele, figlio di
Hagar, la schiava Egiziana, il quale scherniva e metteva a disagio suo figlio,
protestò col marito e disse: “Allontana quella schiava e suo figlio, poiché egli
non deve essere erede insieme a colui che è nato libero, il mio figlio Isacco”.
Ella parlò come ispirata da spirito profetico, ben sapendo che dai lembi di
Isacco sarebbe originato un popolo grande e potente, che avrebbe servito il
Signore con libertà, fervore e zelo; temeva che se i due bimbi fossero stati
allevati insieme, Isacco avrebbe potuto assorbire da Ismaele taluni principi
servili; in quei giorni, così come oggi, era notorio che le menti degli schiavi
sono più corrotte e meno illuminate di quelle dei nati liberi. Questa è la
ragione che noi, quali L. M., adduciamo sul perché ogni M. dovrebbe essere nato
libero; al giorno d’oggi, poiché la schiavitù è generalmente abolita, nella
nostra Costituzione si ritiene che se un uomo è libero, pur potendo non esser
nato libero, egli può essere accettato per esser costituito M.
D: Perché
queste eguaglianze tra i M.?
R: Noi siamo
tutti creati uguali, come sottolinea il nostro S. e S. I.
D: Parlando in
generale: come M. da dove venite?
R: Da una
degna e venerabile L. di Fr. e C.
D: Quali
raccomandazioni portate?
R: Di ben
salutarvi. (dà il sn. del 1° Gr.)
D: Nessuna
altra raccomandazione?
R: Sinceri
auguri di bene.
D: Poiché non
portate altro che sinceri auguri di bene, cosa siete venuto a fare qui?
R: A imparare
a dirigere e dominare le mie passioni e a compiere ulteriori progressi nella
M.a.
D: Da questo
presumo che siate un M.
R: Così sono
accolto e accettato tra i Fr. e i C.
D: Come fate a
sapere di essere voi stesso un M.?
R: Dalla
regolarità della mia I., dalle ripetute prove e approvazioni ed essendo sempre
pronto a sostenere un esame, quando mi venga appropriatamente richiesto.
D: Come
fornite ad altri la prova di essere voi stesso un M.?
R: Con i sn.,
i to. e i pt. perfetti del mio ingresso.
D: Che cosa
sono i sn.?
R: Tutte le Sq.,
le Lv. e le Prp. sono veri e propri sn tramite cui riconoscere un M.
D: Cosa sono i
to.?
R: Certe
regolari e amichevoli str. di mn., grazie alle quali riconosciamo un Fr. tanto
al buio che alla luce.
D: Volete
darmi i pt. del vostro ingresso?
R: Datemi il
primo, Vi darò il secondo.
D: Io c...o.
R: Io n……o.
D: Che cosa
desiderate n……..e?
R: Tutti i
segni e i misteri appartenenti ai L. e A. M. nella M.a.
D: Questa è
una L. aperta, potete quindi rivelarli senza pericolo.
R: Di, A e Su.
D: Di, A e Su
che cosa?
R: Di mia
libera volontà e consenso; A la porta della L.; Su la p..a di uno s..o ag..zo,
appoggiata sulla p. sin. del mio po. n.
D: Quando
siete stato costituito M.?
R: Quando il
sole era al suo meridiano.
D: In questo
paese le L. dei L. M. si riuniscono solitamente di sera: come spiegate questo,
che apparentemente sembra un paradosso?
R: Poiché la
terra ruota costantemente sul proprio asse, nella sua orbita attorno al sole, ed
essendo la L. M. diffusa universalmente sulla superficie della terra, ne
consegue necessariamente che il Sole è sempre al suo Meridiano, rispetto alla L.
M.
D: Che cosa è
la L. M.?
R: Un
peculiare sistema di moralità, velato da allegorie e illustrato da simboli.
D: Dove siete
stato costituito M.?
R: In una L.
giusta, perfetta e regolare.
D: Che cos’è
una L. di L. M.?
R:
Un’assemblea di Fr., riuniti per intrattenersi sui m.ri dell’Ordine.
D: Quando è
riunita, cosa la rende giusta?
R: Il V. d. L.
S. aperto.
D: Che cosa la
rende perfetta?
R: Sette o più
M., regolarmente costituiti.
D: Che cosa la
rende regolare?
R: Lo Statuto
o Bolla di costituzione.
D: Perché
siete stato costituito M.?
R: Per
ottenere le conoscenze del M.re e per essere portato fuori dall’oscurità.
D: I M. hanno
conoscenze?
R: Sì, ne
hanno, molte e di inestimabile valore.
D: Dove le
conservano?
R: Nei loro c.
D: A chi le
rivelano?
R: A nessuno
se non ai Fr. e C.
D: Come le
rivelano?
R: Mediante sn.,
to. e particolari p.r..e.
D: Come M.,
come possiamo sperare di ottenerle?
R: Con l’aiuto
di una ch…e.
D: Questa ch…e
è a…sa o d….sa?
R: E’ a…sa.
D: Perché si
dà preferenza al fatto che sia a…sa?
R: Essa
dovrebbe sempre essere a…sa in difesa di un Fr. e mai essere d….sa a suo danno.
D: A cosa è
a…sa?
R: Al filo
della vita, nel passaggio dell’espressione, tra il g..t.l. e il p..t.e.
D: Perché è
così strettamente connessa al c…e?
R: Poiché è un
segno della mente, non dovrebbe esprimere altro se non ciò che il c…e veramente
detta.
D: E’ una
chiave curiosa, di quale metallo è composta?
R: Di nessun
metallo, è la parola della buona reputazione.
Ex M. V.:
Fratelli, questo conclude la prima sezione della prima lezione.
LA RACCOMANDAZIONE
E’:
Quella eccellente ch…e,
la lingua di un L. M., che dovrebbe parlar bene di un Fr. assente o presente.
Quando, sfortunatamente, non può farlo con onore e convenienza, allora dovrebbe
adottare quella eccellente virtù dell’Arte, che è il Silenzio.
M. V.:
Fratelli, all’ordine. (TUTTI danno il Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti).
La Seconda Sezione
della Prima Lezione
M. V.:
Fr. ………… volete assistere il Fr ……………… nel lavoro della seconda sezione della
prima lezione?
Fr: Farò del mio
meglio, M. V. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr.
in cui la L. è aperta)
D: Dove,
inizialmente, siete stato preparato per essere costituito M.?
R: Nel mio c...e.
D: E in seguito,
dove?
R: In un apposito
locale adiacente alla L.
D: Chi vi ha
condotto per essere costituito M.?
R: Un amico, che
in seguito riconobbi essere un Fr.
D: Descrivetemi
il modo della vostra preparazione.
R: Fui p..o di
tutti i m..i, venni b..o, il b. d., la p. s. del po. e il gn. s. mi furono messi
a n.; il pd. d. mi venne clz. in una pfl. e un cp. mi fu messo intorno al c..o.
D: Perché siete
stato p..o dei m..i?
R: Perché non
potessi introdurre nulla di offensivo o di difensivo nella L. e disturbare la
sua armonia.
D: Una seconda
ragione?
R: Poiché sono
stato ricevuto nella M.a in uno stato di povertà, questo era per ricordarmi di
assistere tutti i Fr. indigenti, sapendo che essi lo meritano, senza detrimento
per me o i miei familiari.
D: Una terza
ragione?
R: Alla
costruzione del T. di R. S., non si sentì mai il suono di attrezzi m..l..i.
D: La costruzione
di un edificio così imponente come il T. di R. S. come ha potuto essere eseguita
e conclusa senza l'aiuto di attrezzi m..l..i?
R: Le pietre
furono tagliate nella cava e lì squadrate, scolpite, marcate e numerate. Il
legname fu abbattuto e preparato nella foresta del Libano e lì intagliato,
marcato e numerato; quindi fu fatto navigare fino a Jaffa e da qui, su dei
carri, portato a G. e là posto in opera con mazze di legno e attrezzi preparati
a tale scopo.
D: Perché le
pietre e il legname vennero preparati così lontano?
R: Per dimostrare
la superiorità dell'Arte di quei tempi: benché i materiali fossero stati
preparati così lontano, quando giunsero a G. e furono messi in opera, ciascun
pezzo combaciava con tale esattezza da apparire opera del G. A. dell'U.,
piuttosto che di mani umane.
D: Perché siete
stato b...o?
R: Perché,
qualora avessi rifiutato di procedere in qualcuna delle consuete cerimonie
richieste per costituire un M., avrei potuto essere condotto fuori della L.
senza averne potuto scoprire la forma.
D: Una seconda
ragione?
R: Sono stato
accolto nella M. in uno stato di o..à per rammentarmi di mantenere tutti nella
stessa condizione, riguardo ai nostri m..i della M., salvo che questi non siano
correttamente rivelati, come di lì a poco sarebbe avvenuto con me.
D: Una terza
ragione?
R: Che il mio c…e
potesse immaginare prima che i miei o…i potessero scoprire.
D: Perché vi fu
posta una pfl. al pd.?
R: Si ritiene che
le nostre L. si ergano su suolo sacro e ciò allude a un certo passo delle
Scritture, dove il Signore così parlò a M..è dal Roveto Ardente: "Togliti i
calzari dai tuoi piedi, poiché il suolo sul quale tu stai è suolo sacro."
D: Così
appropriatamente preparato, dove siete stato condotto?
R: Alla porta
della L.
D: Come avete
trovato quella porta?
R: Chiusa e
perfettamente c.p...a.
D: C.p….a da chi?
R: Da una persona
che, in seguito, seppi essere il T..e, o C. E. della L..
D: Il suo dovere?
R: Armato di una
spada sguainata deve tenere lontano tutti i profani e gli intrusi dalla M. e
assicurarsi che i candidati siano correttamente preparati.
D: Essendo in uno
stato di o...à, come avete saputo che era una porta?
R: Perché ho
incontrato un ostacolo e dopo sono stato ammesso.
D: Come siete
stato ammesso?
R: Con tre c...i
distinti.
D: A cosa
alludono questi tre c...i distinti ?
R: A un'antica e
venerabile esortazione: "Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e
vi sarà aperto."
D: Come avete
applicato questa esortazione alla vostra situazione?
R: Dopo aver
cercato nel mio animo ho chiesto del mio amico; egli ha b..s..o e la porta della
L. M. mi è stata aperta.
D: Quando la
porta della M. vi è stata aperta, chi venne ad assistervi?
R: Una persona
che in seguito appresi essere il C. I.
D: Che cosa ha
domandato al vostro amico, o al T..e o C. E.?
R: Chi avesse lì
con sé.
D: La risposta
del C. E.?
R: .... Il Sig.
…… un povero Cand. in uno stato di o...à, che è stato caldamente e degnamente
raccomandato, regolarmente proposto ed approvato in L. aperta, ed ora viene,
liberamente e spontaneamente, debitamente preparato, umilmente sollecitando di
essere ammesso ai m….ri e ai privilegi della L. M.
D: Cosa ha
chiesto ancora il C. I.?
R: Come speravo
di ottenere tali privilegi.
D: La vostra
risposta?
R: Con l'aiuto di
D., essendo libero e di buona reputazione.
D: Allora cosa ha
fatto il C. I.?
R: Mi disse di
fermarmi, mentre riferiva di me al M. V., che poi si compiacque di ordinare la
mia ammissione.
D: Voi siete
stato ammesso? E su che cosa?
R: Lo sono stato,
sulla pt. di uno s..o ag..zo, appoggiata sulla p. s. del mio po. n.
D: Perché, al
vostro ingresso nella L., la pt. di uno s..o ag..zo è stata appoggiata sulla p.
s. del vostro po. n?
R: Per farmi
capire che stavo per impegnarmi in qualcosa di serio e solenne, come pure per
accertare il sesso.
D: Dopo essere
stato ammesso in L., quale è stata la prima domanda che vi ha rivolto il M. V.?
R: Signor …...,
poiché nessuno può essere costituito M. se non è libero e in età matura, io vi
domando: siete voi un uomo libero e di ventuno anni compiuti? Al che io risposi
affermativamente.
D: Dopo cosa vi è
stato chiesto di fare?
R: Di i..g..i e
ricevere il beneficio di una preghiera M.
D: Vi sarò grato
se vorrete ripeterla. (M. V. ; 1° S ; 2° S ) (TUTTI - si alzano col Sn. di
Riv.)
R: Concedi il Tuo
aiuto, Padre Onnipotente e Supremo Governatore dell'Universo, a questa nostra
riunione e fa che questo Cand. alla L. M. possa dedicare e consacrare la sua
vita al Tuo servizio, così da diventare un vero e leale Fr. tra noi. Aiutalo a
comprendere la Tua Divina Saggezza, affinché egli, assistito dalla conoscenza
della nostra Arte M.a, possa essere meglio in grado di scoprire la bellezza del
vero sentimento divino, ad onore e gloria del T. S. N.
Ex M. V.: Così
sia. (TUTTI - abbassano il Sn. di Riv. e si siedono)
D: Dopo la recita
di questa preghiera, quale è stata la domanda successiva del M. V.?
R: In tutte le
situazioni di difficoltà e di pericolo, in chi riponete la vostra fiducia?
D: La vostra
risposta?
R: In D.
D: La replica del
M. V.?
R: Sono veramente
lieto di constatare come la vostra fede sia così ben riposta. Confidando in un
così valido sostegno, potete alzarvi con sicurezza e seguire la vostra guida con
ferma ma umile fiducia, perché laddove viene invocato il nome di D. siamo certi
che nessun pericolo possa insorgere.
D: Quindi in che
modo il M. V. si è rivolto alla L.?
R: I fratelli del
N., E., S. e O. prendano nota che il Sig. …... sta per passare davanti a loro
per dimostrare che egli è il Cand. debitamente preparato ed è persona degna e
adatta ad essere costituita M.
D: Quindi la
vostra guida come dispose di voi ?
R: Io non ero né
nudo né vestito, né scalzo né calzato, ma in atteggiamento umile e esitante.
Egli mi prese amichevolmente per la m. d., e mi condusse a N., oltrepassò il M.
V. a E., poi giù a S. e mi consegnò al 1° S., a O.
D: Cosa vi è
stato richiesto, durante il vostro passaggio intorno alla L.?
R: Di sottopormi
a un esame, da parte del 1° e del 2° S., simile a quello che avevo fatto alla
porta della L.
D: Perché siete
stato condotto intorno in questo modo così particolare?
R: Per
rappresentare figurativamente l'apparente stato di povertà e di angoscia nel
quale ero ricevuto nella M.a e sulle cui miserie, se tradotte in realtà, dovevo
riflettere per un momento, perché non mancasse di lasciare quella impressione
nella mia mente, così che io irriguardosamente non chiuda mai le mie orecchie
alle invocazioni dei miseri, specie di un Fr. M., ma che ascolti con attenzione
i loro lamenti, che la pietà sgorghi dal mio c…e, accompagnata dal quel conforto
richiesto dalle loro necessità e concessomi dalle mie possibilità. Come pure per
mostrare che ero il Cand. debitamente preparato e una persona degna e adatta ad
essere costituita M.
D: Quali sono le
persone idonee e adatte ad essere costituite M.?
R: Gli uomini
giusti, retti e liberi, di età matura e di rigorosa moralità.
D: Perché i
privilegi della M.a sono limitati agli uomini liberi?
R: Perché le
viziose abitudini della schiavitù non possano contaminare i veri principi di
libertà, sui quali è fondato l'Ordine.
D: Perché di età
matura?
R: Per essere
meglio in grado di giudicare noi stessi, come pure la Fratellanza nel suo
insieme.
D: Perché di sano
giudizio e rigorosa moralità?
R: Perché con i
precetti e con l'esempio, noi possiamo metterci meglio in grado di rafforzare la
dovuta obbedienza a quelle eccellenti leggi e principi presenti nella L. M.
D: Quando, a O.,
siete stato affidato al l° S., questi come ha proceduto?
R: Mi ha
presentato al M. V. come un Cand. debitamente preparato per essere costituito M.
D: La risposta
del M. V.?
R: Fr. 1° S., la
vostra presentazione avrà il dovuto seguito e a tale scopo rivolgerò alcune
domande al Cand., alle quali confido che egli vorrà rispondere con sincerità.
D: La prima di
quelle domande?
R: Dichiarate
sinceramente sul vostro onore che, non condizionato da inopportune
sollecitazioni di amici contro la vostra stessa inclinazione, né influenzato da
motivi di interesse o di altra indegna natura, vi offrite liberamente e
spontaneamente quale Cand. ai m….ri e ai privilegi della L. M.?
D: La seconda?
R: Dichiarate, in
egual modo, di essere spinto a sollecitare tali privilegi dalla buona opinione
che vi siete formato sull'Istituzione, da un generale desiderio di conoscenza e
da una sincera volontà di porvi ancor più al servizio del vostro prossimo?
D: La terza?
R: Dichiarate
inoltre sul vostro onore che, evitando il timore da un lato e l'avventatezza
dall'altro, procederete, con ferma perseveranza, nella cerimonia della vostra
Iniziazione e, se ammesso, agirete e vi comporterete in seguito secondo gli
antichi usi ed i tradizionali costumi dell'ordine? A tutto questo ho dato
risposte affermative.
D: Quindi cosa ha
comandato il M. V.?
R: Al 1° S. di
ordinare al 2° D. di istruirmi ad avanzare verso il piedistallo nella dovuta
forma.
D: Vi sarò grato
se vorrete mostrare il modo di avanzare da O. ad E. in questo Gr.
R: (Questo
viene eseguito arrivando fino al seggio)
D: In che cosa
consistono questi tre ps. di...li?
R: Linee rette e
angoli.
D: Cosa
insegnano, in senso morale?
R: Delle vite
rette e delle azioni ben squadrate. (Ritorna al posto)
D: Quando eravate
ad E., davanti al M. V., questi come si è rivolto a voi?
R: E' mio dovere
informarvi che la M.a è libera e richiede ad ogni Cand. una perfetta libertà di
inclinazione verso i suoi m….ri. Essa è fondata sui più puri principi di pietà e
di virtù. Possiede grandi e inestimabili privilegi e, per assicurare questi
privilegi a uomini degni e, noi speriamo, solo ad essi, è richiesto un impegno
di fedeltà. Posso assicurarvi che in tale impegno non vi è nulla di
incompatibile con i vostri doveri civili, morali o religiosi. Siete dunque
disposto a prestare un S. I., fondato sui principi che vi ho ora enunciato, di
mantenere inviolati i segni e i m….ri dell'Ordine? A questo io ho dato il mio
assenso.
D: Siete stato
costituito M.?
R: Lo sono stato
e regolarmente.
D: Descrivete il
modo regolare in cui siete diventato M.
R: Gc. sin. nd.,
pd. ds. clz. in una ptf., pd. ds. a f..a di sq., gn. ds. entro la sq., mn. ds.
sul V. d. L. S., mentre la sin. era impegnata a sostenere un Cs. a.e...o, una pt.
del quale era appoggiata sulla p. sin. del mio po. n.
D: Perché, al
momento della vostra iniziazione, vi è stato appoggiato il Cs. sulla p. sin. del
vostro po. n.?
R: Come il Cs.
era in quel momento un simbolo di tortura per il mio corpo, così il suo ricordo
deve esserlo per il mio animo, se in futuro dovessi essere sul punto di rivelare
impropriamente alcuno di quei sn. della M.a che stavano per essermi confidati.
D: In quell'atteggiamento
cosa stavate per fare?
R: Prestare il G.
e S. Imp. di un M.
D: Vi sarò grato
se vorrete ripetermelo. (M. V. ; 1° S ; 2° S ) (TUTTI - si alzano e
assumono i1 sn. del 1° Gr.)
R: Io, ... alla
presenza del G. A. dell'U. e di questa degna, venerabile e legittima L. di L. e
A. M., regolarmente riunita e appropriatamente dedicata, liberamente e
spontaneamente, con questa e su questo, sinceramente e solennemente prometto e
mi impegno a tacere, celare e giammai rivelare alcuna parte o parti, punto o
punti dei sn. o dei m….ri propri o riguardanti i L. e A. M. nella M., che io
abbia conosciuto in passato, o che mi vengano adesso o in qualsiasi momento del
futuro comunicati, salvo che a uno o più Fr. veri e regolari e neppure a lui o a
loro, se non dopo adeguata prova, severo esame, o sicura informazione da parte
di un Fr. ben conosciuto, che egli o essi siano degni di tale confidenza. Oppure
in seno ad una L., giusta, perfetta e regolare di A. L. M. Inoltre prometto
solennemente di non scriverli, né di porli su carta, scolpirli, disegnarli,
inciderli o altrimenti delinearli, né di tollerare che ciò sia fatto da altri,
se in mio potere prevenirlo, su qualsiasi cosa, mobile o immobile, sotto la
volta del cielo, attraverso o mediante cui alcuna lettera, carattere o figura, o
la minima traccia di una lettera, carattere o figura possa divenire leggibile o
intellegibile a me stesso o a chiunque altro al mondo, cosicché le nostre arti e
i nostri m….ri nascosti possano essere impropriamente conosciuti a causa della
mia imprudenza. Solennemente prometto di osservare tutti questi pt., senza
evasione, equivoco o riserva mentale di alcun genere, pienamente consapevole
che, violando anche solo uno di essi, sarò additato come individuo colpevole di
spergiuro, privo di ogni valore morale e assolutamente indegno di essere accolto
in questa venerabile L. o in qualunque altra legittima L. o società di uomini
che stimi l'onore e la virtù al di sopra dei vantaggi esteriori del rango e
della ricchezza. Che D. mi aiuti e mi tenga saldo nel mantenere questo mio A. e
S. I. di A. A. L. M. (TUTTI - abbassano il sn. e siedono)
D: Avendo
prestato il S. I. di un M., come si è rivolto a voi il M. V.?
R: Ciò che avete
appena ripetuto non può essere considerato che una seria promessa; come pegno
della vostra fedeltà e per renderla un S. I., vogliate suggellarla con le vostre
lb. sul V. d. L. S.
D: Dopo come si è
rivolto a voi?
R: Essendo stato
tenuto per un considerevole tempo in uno stato di o...à, qual'è, nella vostra
attuale condizione, il desiderio predominante nel vostro c…e?
D: La vostra
risposta?
R: La L..e. Alla
quale il 2° D., su ordine del M. V., si compiacque di riportarmi.
D: Dopo essere
stato riportato alla benedizione della L..e materiale, cosa è stato posto alla
vostra attenzione?
R: Le tre grandi,
benché emblematiche, l..i della L. M., che sono il V. d. L. S., la Sq. e il Cs.
D: I loro usi?
R: Le S. S.
servono per governare la nostra fede, la Sq. per regolare le nostre azioni e il
Cs. per mantenerci nei giusti limiti di condotta verso tutti e in particolare
verso i nostri Fr. nella L. M.
Ex M. V.:
Fratelli, questo conclude la seconda sezione della prima lezione.
LA RACCOMANDAZIONE
E’:
Il c…e che nasconde e
la lingua che non rivela mai impropriamente alcuno dei sn. o dei m….ri propri o
riguardanti i L. e A. M. nella M.a.
M. V.: Fratelli,
all'ordine.(TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)
La Terza Sezione della
Prima Lezione
M. V.:
Fr. ………… volete assistermi a svolgere la terza sezione della prima lezione?
Fr: Farò del mio
meglio, M. V.. (se occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel
Gr. in cui la L. è aperta)
D: Dopo essere
stato alzato dalla vostra posizione in gn., cosa siete stato in grado di
scoprire?
R: Le tre L..i
minori.
D: Come sono
disposte?
R: Ad E., S., e
O.
D: A che scopo?
R: Per mostrare
il corso regolare del Sl., che sorge a E., raggiunge il suo splendore meridiano
a S. e cala a O.; come pure per illuminare gli uomini al, nel e dal lavoro.
D: Perché non ce
n'è nessuna a N.?
R: In quel
momento il Sl. è sotto il nostro orizzonte e da quella posizione non lancia
alcun raggio di L..e su questo nostro emisfero.
D: Cosa
rappresentano quelle tre L..i minori?
R: Il Sl., la Ln.
e il M.o della L.
D: Perché il Sl.,
la Ln. e il M.o della L.?
R: Il Sl. per
regolare il g.o, la Ln. per governare la nt. e il M.o per regolare e dirigere la
sua L.
D: Perché il M.
V. di una L. di Liberi M. è paragonato a questi due grandi astri?
R: Come per la
benefica influenza del Sl. e della Ln. noi uomini siamo in grado di adempiere ai
doveri della vita sociale, così la cura premurosa e l'istruzione del M. V. (saluta
il M. V. col sn. del 1° Gr) ci mettono in grado, come M., di adempiere ai
doveri che l'Arte ci richiede.
D: Dopo la
spiegazione delle L..i minori, il M. V. come si è rivolto a voi?
R: . Fr ………… con
il vostro docile e sincero contegno, questa sera siete sfuggito, simbolicamente,
a due grandi pericoli, ma ve n'era un terzo che tradizionalmente vi avrebbe
atteso fino all'ultimo istante della vostra esistenza. I pericoli ai quali siete
sfuggito sono stati quelli di essere p. e s., poiché al vostro ingresso nella
L. questo p. venne puntato contro il vostro po. s. n., per cui, se vi foste
avventatamente gettato in avanti, sareste stato artefice della vostra ...
facendovi ..., mentre il Fr. che lo impugnava sarebbe stato immobile, facendo il
suo dovere. Vi era inoltre questo cp. attorno al vostro collo, che avrebbe reso
qualsiasi tentativo di indietreggiare egualmente fatale. Ma il pericolo che,
tradizionalmente, vi avrebbe atteso fino alla vostra ultima ora era la pena
fisica una volta associata all'Impegno di un M., ossia quella di avere la v. g.
t. di t., se aveste impropriamente rivelato i modi di riconoscimento della M.a.
La pena completa era quella di avere la g. t. di t., l. l. s. d. s. r. e s. s.
l. r. d. m., al l. d. b. m., o a. d. d. u. g. d. r., dove il f. e r. d. m. a. r.
d. v. o. 24 o. L'inclusione di una tale pena non è necessaria, poiché l'impegno
che avete assunto è per voi vincolante finché vivrete.
D: Come si è
rivolto ancora a voi?
R: Avendo
prestato l'A. e S. I. di un M., mi è ora permesso farvi sapere che nella L. M.a
ci sono diversi gradi e particolari modi di riconoscimento relativi ad essi.
Questi tuttavia non vengono comunicati indiscriminatamente, bensì vengono
concessi ai Cand. in base ai loro meriti e alle loro capacità. Procederò quindi
a confidarvi quelli relativi a questo Gr., cioè quei segni grazie ai quali ci
riconosciamo l'uno con l'altro e ci distinguiamo dal resto del mondo.
Innanzitutto debbo premettere che la Sq., la Ll. e il F. a P. sono sn. veri e
propri di riconoscimento di un M. Vi prego pertanto di stare in posizione
eretta, con i piedi a forma di Sq. Il vostro corpo sarà così considerato come
emblema del vostro spirito e i vostri piedi della rettitudine delle vostre
azioni.
D: Poi il M. V.
cosa vi ha ordinato di fare?
R: Un breve passo
verso di lui col mio pd. s., portando il tl. del pd. d. nell'i. del pd. s.; mi
ha informato che quello è il p. ps. regolare nella L. M.a ed è in questa
posizione che i modi di riconoscimento del Gr. vengono comunicati.
D: In cosa
consistono?
R: In un Sn., un
Tc. e una Pr.
D: Vi sarò grato
se vorrete darmi il Sn. nella forma dovuta.
R: (esegue)
D: . Comunicate
il Tc. al Fr. ……………
R: (esegue)
D: E' corretto?
R: (dal Fr. a
cui è comunicato, col Sn. del Gr. in cui è aperta la L.): Lo è, M. V.
D: Che cosa
richiede?
R: Una pr.
D: Datemi quella
pr.
R: Poiché alla
mia iniziazione mi venne raccomandato di esser cauto, la pronuncerò con voi
lettera per lettera, o dimezzandola.
D: Come volete:
cominciate pure.
R: (viene data
per sillaba)
D: Da dove deriva
questa pr.?
R: Dalla cl. sin.
del p...o o i...o del T. di R. S., così chiamata in onore di ..., a. di D., un
Prp. e Regg. in I.
D: Il significato
della pr.?
R: ……..
D: Dopo l'Imp. e
confidativi i sn. del Gr., siete stato investito?
R: Lo sono stato,
con l'insegna distintiva di un M. Il 1° S. mi ha informato che essa è più
antica del Vello d'Oro, o dell'Aquila Romana e più onorifica della Giarrettiera,
o di qualsiasi altro Ordine esistente, essendo l'insegna dell'innocenza e il
vincolo dell'amicizia. Egli mi ha esortato vivamente a indossarla e considerarla
sempre come tale; mi ha inoltre informato che se io non disonorerò mai tale
insegna (colpisce il grembiule con la mn. ds.), essa non mi recherà mai
disonore.
D: Ripetete il
discorso che poi avete ricevuto dal M. V.
R: Consentitemi
di aggiungere alle osservazioni fatte dal 1° S. che non dovrete mai indossare
quella insegna se vi accingete a visitare una L. nella quale si trova un Fr. con
il quale vi trovate in disaccordo o verso il quale nutrite sentimenti di
animosità. In questo caso ci si aspetta da voi che lo chiamiate in disparte, al
fine di comporre amichevolmente le vostre divergenze, felicemente appianate le
quali potrete quindi indossare le vostre insegne ed entrare in L. e lavorare con
quell'amore e quell'armonia che devono distinguere in ogni momento i L. M. Ma
se, sfortunatamente, le vostre divergenze fossero tali da non potersi così
facilmente appianare, sarà meglio che uno di voi o entrambi vi ritiriate,
piuttosto che disturbare l'armonia della L. con la vostra presenza.
D: A questo
punto, dove vi è stato ordinato di recarvi?
R: Al lato N. E.
della L.
D: Ripetete la
raccomandazione.
R: E'
consuetudine, quando si erigono importanti edifici, posare la prima pietra, o
pietra di fondazione, nell'angolo a N. E. della costruzione. Voi, che siete
stato appena ammesso nella M.a, siete posto nel punto a N. E. della L. per
rappresentare simbolicamente quella pietra. Dalle fondamenta poste questa sera
possiate voi elevare una sovrastruttura perfetta in tutte le sue parti e motivo
di onore per chi la costruì. Voi apparite adesso, in tutte le sembianze
esteriori, un giusto e retto M. e io vi raccomando caldamente di continuare a
comportarvi sempre come tale. Procederò dunque a mettere subito alla prova in
qualche modo i vostri principi, chiedendovi di esercitare quella virtù che può
giustamente essere denominata la caratteristica distintiva del cuore di un L.
M.: intendo dire la Carità. Non è questo il momento di tesserne gli elogi ed io
non dubito che voi l'abbiate spesso sentita e praticata. Sia sufficiente dire
che essa ha l'approvazione del Cl. e della Tr. e come sua sorella, la
Misericordia, benedice colui che dà, così come colui che riceve. In una società
così estesa quanto la L. M.a, le cui diramazioni si estendono sui quattro quarti
del globo, non si può negare che vi siano molti membri di rango elevato e di
notevole ricchezza, né si può nascondere che, fra le migliaia che si schierano
sotto i suoi stendardi, ve ne siano di quelli che, forse per circostanze
inevitabili di calamità o di disgrazia, sono ridotti all'estremo livello di
povertà e miseria. Per loro conto è nostra consuetudine risvegliare i sentimenti
di ogni nuovo Fr., con un appello alla sua carità, commisurato a ciò che le sue
condizioni di vita possano equamente consentire. Pertanto, quel che vi sentite
disposto a dare, lo consegnerete al Fr. 2° D.: esso sarà ricevuto con
riconoscenza e fedelmente distribuito.
D: La vostra
risposta?
R: Che ero stato
privato di tutti gli oggetti di valore, prima di entrare nella L., altrimenti
avrei donato generosamente.
D: La replica del
M. V.?
R: Mi congratulo
con voi per gli onorevoli sentimenti dai quali siete animato e prendo atto della
vostra impossibilità di soddisfarli in questo momento. Credetemi, questa prova
non è stata fatta per prenderci gioco dei vostri sentimenti, ma per tre ragioni
speciali.
D: La prima di
quelle ragioni?
R: Per mettere
alla prova i miei principi.
D: La seconda?
R: Per dimostrare
ai Fratelli che non avevo su di me né d..o né oggetti m...i poiché, se ne avessi
avuti, si sarebbe dovuto ripetere la cerimonia della mia iniziazione, fino a
quel punto.
D: La terza?
R: Come monito al
mio c..re, qualora dovessi incontrare in futuro un Fr. bisognoso che mi
chiedesse di essere assistito, di ricordarmi questo particolare momento in cui
sono stato ricevuto nella M.a, povero e spogliato di tutto, e cogliere senza
indugio l'occasione per praticare quella virtù che ho dichiarato di ammirare.
D: Poi cosa vi ha
presentato il M. V.?
R: Gli attrezzi
da lavoro di un A. A. L. M. Essi sono: il Reg. da 24 pl., il comune Magl. e lo
Scp.
D: A cosa
servono?
R: Il Reg. da 24
pl. per misurare il nostro lavoro, il comune Magl. per smussare tutte le
asperità superflue e le protuberanze, mentre lo Scp. per levigare ulteriormente
e preparare la pietra, per renderla adatta alle mani dell'operaio più esperto.
D: Poiché non
tutti noi siamo M. operativi, ma piuttosto liberi e accettati, o speculativi,
come applichiamo questi strumenti alla nostra morale?
R: In questo
senso il Reg. da 24 pl. rappresenta le 24 ore del giorno, parte del quale deve
essere dedicata a pregare D. Onnipotente, parte lavorando e riposando e parte al
servizio di un amico o di un Fr. bisognoso, senza però che questo avvenga a
detrimento nostro o dei nostri congiunti. Il comune Magl. rappresenta la forza
della coscienza, che dovrebbe soggiogare tutti i pensieri futili e indegni che
potessero sorgere durante alcuno dei suddetti periodi, affinché le nostre parole
e le nostre azioni possano ascendere incontaminate al Trono della Grazia. Lo
Scp. indica i vantaggi dell'istruzione, la quale, sola, può renderci degni di
una società regolarmente organizzata.
D: Quindi il M.
V. come si è rivolto a voi?
R: Poiché nel
corso della serata vi saranno chiesti contributi per la vostra iniziazione, è
giusto che voi sappiate in virtù di quale autorità noi agiamo. Questa è la
Bolla, o Carta di Fondazione rilasciata dal Grande Oriente d'Italia. Potete
controllarla questa sera o in qualunque altra sera futura. Questo è il Libro
della Costituzione e questi sono i Regolamenti Interni di questa L. Vi
raccomando di studiarli entrambi attentamente, poiché l'uno vi istruirà sui
doveri che avete verso l'Ordine in generale e l'altro sui doveri che avete verso
questa L. in particolare.
D: Dopo, quale
permesso avete ricevuto ?
R: Di ritirarmi,
per mettermi a mio agio, e venni informato dal M. V. che, al mio ritorno in L.,
egli avrebbe richiamato la mia attenzione con un'esortazione che illustra gli
eccellenti pregi della nostra Istituzione e le qualifiche dei suoi membri.
D: Quando foste
posto al lato N. E. della L., assistito dalle tre L..i m…..i, cosa foste in
grado di scoprire?
R: La forma della
L.
D: Quale forma?
R: Un
parallelepipedo.
D: Descrivete le
sue dimensioni.
R: In lunghezza,
da E. a O., in larghezza da N. a S., in profondità dalla superficie della terra
al suo centro, e alta fino al Cielo.
D: Perché una L.
di L. M. è descritta con un'estensione così vasta?
R: Per mostrare
l'universalità della scienza e che la carità di un M. non conosce confini, se
non quelli della prudenza.
Ex M. V.:
Fratelli, questo conclude la terza sezione della prima lezione.
La RACCOMANDAZIONE è:
A tutti i M. poveri e
afflitti, ovunque essi siano, dispersi sulla superficie della terra e delle
acque, augurando loro un rapido sollievo da tutte le loro sofferenze e un sicuro
ritorno al loro paese natale, se questo è il loro desiderio.
M. V.: Fratelli,
all'ordine! (TUTTI – Sn. del 1° Gr. tre volte, da seduti)
La Quarta Sezione
della Prima Lezione
M. V.:
Fr. ………… volete assistermi a svolgere la quarta sezione della prima lezione?
Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se
occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è
aperta)
D: Su quale terreno si trovano le nostre
Logge?
R: Su T. S.
D: Perché su T. S.?
R: Perché la prima L. è stata consacrata.
D: Perché è stata consacrata?
R: A seguito di tre grandi offerte fatte su
di essa, che incontrarono la Divina approvazione.
D: Vi prego di specificarmele.
R: La prima fu la pronta obbedienza di
Abramo alla volontà di D., non rifiutandosi di offrire in olocausto suo figlio
Isacco, quando all'Onnipotente piacque sostituirlo con una vittima più adatta.
La seconda consistette nelle innumerevoli pie preghiere e invocazioni del Re
Davide, che placarono lo sdegno di D. ed arrestarono una pestilenza che stava
allora infuriando sul suo popolo, causata dal fatto che, inavvertitamente, aveva
ordinato di censirlo. La terza consistette nelle molte cerimonie di
ringraziamento, offerte, olocausti e preziose oblazioni fatte da S. R. d'I.,
quando il T. di G. venne completato, dedicato e consacrato al servizio di D.
Queste tre offerte hanno reso, rendono, e confido che renderanno sempre sacro il
terreno della L. M.a.
D: Come sono orientate le nostre L.?
R: Da E. a O.
D: Perché?
R: Perché così sono, o dovrebbero essere,
orientati tutti i luoghi di culto divino, come anche le L. regolari, ben formate
e costituite, dei M..
D: A questo attribuiamo tre ragioni M.e, vi
prego di volermi illustrare la prima.
R: Il Sl., Gloria del Signore, sorge ad E.
e tramonta a O.
D: La seconda.
R: La sapienza trasse origine a E. e di là
ha sparso la sua benefica influenza ad O.
D: La terza, ultima e grande ragione?
R: Ogniqualvolta contempliamo le opere
della creazione, con quanta riconoscenza e prontezza dovremmo adorare
l'Onnipotente Creatore, che non ha mai lasciato gli uomini senza una sua vivente
testimonianza. Fin dai tempi più lontani ci è stato insegnato a credere
nell'esistenza di una divinità. Leggiamo di Abele che presenta al Signore
un'offerta più gradita di quella di suo fratello Caino; di Enoch che cammina con
D.; di Noè, uomo giusto eretto alla sua epoca e maestro di rettitudine; di
Giacobbe, che lotta con un angelo, vince e ottiene una benedizione per sé e la
propria discendenza. Non abbiamo mai udito o letto di alcun posto appositamente
preparato per la pubblica celebrazione solenne del culto Divino, se non dopo la
felice liberazione dei figli d'Israele dalla loro schiavitù egiziana, che
all'Onnipotente piacque compiere con una mano alzata e un braccio proteso, sotto
la guida del Suo fedele servo M..è, come dalla promessa fatta al loro antenato
Abramo: che dal suo seme Egli avrebbe creato un popolo grande e potente,
numeroso come le stelle del cielo e la sabbia del mare. Quando essi stavano per
prendere possesso della città dei loro nemici ed ereditare la terra promessa,
l'Onnipotente ritenne giusto rivelare loro quelle tre assai eccellenti
istituzioni, cioè le Leggi Morale, Liturgica e Giudiziaria. Per una miglior
solenne celebrazione del culto Divino e quale custodia dei Libri e delle Tavole
della Legge, M..è fece innalzare nel deserto una Tenda, o Tabernacolo che, per
ordine speciale di D. era orientata da E. a O., poiché M..è fece ogni cosa
secondo un modello mostratogli dal Signore sul monte Sinai. Questa Tenda, o
Tabernacolo, si dimostrò in seguito essere la pianta originaria, nella diversa
condizione, di quel magnifico Tempio eretto a Gerusalemme da quel saggio e
potente Principe, R. S., e il cui regale fasto e incomparabile splendore
superano ogni nostra immaginazione. Questa è la terza, ultima e grande ragione
che io, come L. M., attribuisco al perché tutti i luoghi del culto Divino, come
pure le L. regolari, ben formate e costituite dei M., sono, o dovrebbero essere
così disposte.
D: Cos'è che sorregge una L. di L. M.?
R: Tre grandi Cln.
D: I loro nomi?
R: Sp., Fz. e Blz.
D: Perché Sp., Fz. e Blz.?
R: Sp. per progettare, Fz. per sostenere e
Blz. per adornare.
D: Moralizzatele.
R: La Sp. per guidarci in tutte le nostre
imprese, la Fz. per sostenerci in tutte le nostre difficoltà, la Blz. per
adornare l'uomo interiore.
D: Illustratele.
R: L'Universo è il tempio della Divinità
che noi serviamo. Sp., Fz. e Blz. stanno intorno al suo trono, come colonne
delle Sue Opere, poiché la sua Sp. è infinita, la Sua Fz. onnipossente, e la Blz.
splende attraverso l'intera creazione in simmetria e ordine. Egli ha disteso il
cl. come una volta celeste; ha posto la tr. per sgabello; ha coronato il Suo
Tempio di Stelle, come diadema e con la Sua Mano estende la potenza e la gloria.
Il Sl. e la Ln. sono messaggeri del Suo volere e tutta la Sua legge è armonia.
Le tre grandi cln. che sostengono una L. di L. M. sono emblematiche di quei
Divini attributi e inoltre rappresentano S. R. d'I., H. R. di T., e H. A.
D: Perché quei tre grandi personaggi?
R: S. R. d'I., per la sua sp. nel
costruire, completare e dedicare il T. di G. al servizio di D. H. R. di T., per
la fz. nel sostenerlo con uomini e materiali. H. A., per la sua singolare e
magistrale abilità nell'abbellirlo e adornarlo.
D: Poiché non abbiamo nobili Ordini di
Architettura denominati Sp., Fz. e Blz., queste a quali si rapportano?
R: Ai tre più celebrati, che sono lo
Ionico, il Dorico e il Corinzio.
D: Indicate la copertura di una L. di L.
M.?
R: Una Volta Celeste, di vari colori, alta
quanto i Cl.
D: Come M., come speriamo di arrivare fin
lassù?
R: Con l'aiuto di una scala, nelle
Scritture chiamata Scala di Giacobbe.
D: Perché fu chiamata Scala di Giacobbe?
R: Rebecca, l'amata consorte di Isacco,
sapendo per ispirazione Divina che l'anima di suo marito aveva una particolare
benedizione, era ansiosa di ottenerla per il suo prediletto figlio Giacobbe
benché, per diritto di primogenitura, spettasse al suo primogenito Esaù.
Giacobbe era appena riuscito a ottenere, in maniera fraudolenta, la benedizione
paterna, che fu costretto a fuggire dalla collera del fratello, che in un
momento d'ira e di delusione aveva minacciato di ucciderlo. Mentre viaggiava
verso Padan Aram, nella pianura Mesopotamica, dove doveva andare, per rigoroso
ordine dei suoi genitori, stanco e avvolto dalle tenebre in una pianura deserta,
si sdraiò per riposare avendo la terra per letto, una pietra per cuscino e la
volta celeste per coperta. E lì, in una visione, vide una scala la cui cima
raggiungeva il Cl. e gli Angeli del Signore che la scendevano e salivano. Fu
allora che l'Altissimo strinse con Giacobbe un patto solenne: se egli avesse
tenuto fede alle Sue leggi e osservato i Suoi comandamenti, Egli non solo lo
avrebbe ricondotto alla casa di suo padre in pace e in prosperità, ma avrebbe
fatto discendere dal suo seme un popolo grande e possente. Ciò si verificò
pienamente, poiché dopo un'assenza di venti anni, Giacobbe tornò alla sua terra
nativa e fu accolto affettuosamente da suo fratello Esaù. In seguito Giuseppe,
suo figlio favorito, venne costituito, su nomina del Faraone, secondo uomo
d'Egitto e i figli d'Israele, largamente favoriti dal Signore, divennero col
tempo una delle più grandi e possenti Nazioni sulla faccia della terra.
D: Da quanti pioli era composta questa
Scala?
R: Da molti pioli, che indicano altrettante
virtù morali, specialmente le tre principali: F., S. e C.
D: Perché F., S. e C.?
R: F. nel G. A. dell'U., S. nella Salvezza
e C. verso tutti gli uomini.
D: Vi sarei grato se vorrete illustrarmi la
F.
R: E' il fondamento della Giustizia, il
legame dell'amicizia e il principale sostegno della società civile. Noi viviamo
e camminiamo per la F.: è per essa che abbiamo una continua consapevolezza
dell'Essere Supremo. Per F. otteniamo l'accesso al trono della grazia, siamo
giustificati, accettati e infine ricevuti. Una F. vera e sincera è la prova
delle cose invisibili e la sostanza di quelle sperate. Questa virtù, ben
coltivata e corrisposta nella nostra professione M.a, ci condurrà a quella
dimora benedetta, dove saremo felici, in eterno, uniti a D., (Sn. di Riv.),
il G. A. D. U. (abbassa il sn.).
D: La S.
R: E' un'ancora solida e sicura dell'anima
e penetra in ciò che è velato. Allora lasciamo che una salda fiducia nella
lealtà dell'Onnipotente animi i nostri sforzi e ci insegni a fissare i nostri
desideri entro i limiti delle Sue più benedette promesse. E' così che ci
attenderà il successo: se crediamo che una cosa sia impossibile, la nostra
disperazione può renderla tale, ma chi persevera in una giusta causa, alla fine
supererà tutte le difficoltà.
D: La C.
R: Bellissima di per sé, è il più splendido
ornamento che possa adornare la nostra professione M.a. E' l'esame migliore e la
prova più sicura della sincerità della nostra religione. La Benevolenza,
conseguente alla C., figlia del Cl., è un onore per la nazione in cui si
manifesta, viene alimentata e fatta prosperare. Felice colui che ha seminato nel
proprio cuore i semi della benevolenza! Egli non invidia il proprio vicino, non
crede a una voce riportata a suo sfavore, perdona le ingiurie degli uomini e si
sforza di cancellarle dalla propria memoria. Dunque, Fratelli, ricordiamoci che
siamo L. e A. M., sempre pronti ad ascoltare chi invoca il nostro aiuto e non
rifiutiamo di stendere una mano generosa a colui che si trova nel bisogno. Così
un'intima soddisfazione ricompenserà le nostre fatiche, e i frutti dell'amore e
della C. seguiranno sicuramente.
D: Su cosa poggia quella Scala, in una L.
di L. M.?
R: Sul V. d. L. S.
D: Perché poggia su di esso?
R: Perché le dottrine contenute in quel S.
L. ci insegnano a credere nei doni della Divina Provvidenza; questa credenza
rinforza la nostra F. e ci permette di salire il primo scalino. Questa F. crea
naturalmente in noi una S. di poter partecipare alle benedette promesse lì
documentate, la quale Sp. ci consente di salire il secondo scalino. Ma la terza
e ultima, la C., comprende il tutto e il M. che è posseduto da questa virtù, nel
suo senso più ampio, può giustamente essere ritenuto di aver raggiunto la vetta
della sua professione M.a: in senso figurato una dimora eterea, velata agli
occhi mortali dal manto stellato del firmamento, emblematicamente raffigurato
nelle nostre L. da s...e s....e, che alludono ad altrettanti M. regolarmente
costituiti, senza il cui numero nessuna L. è perfetta, né può legalmente
iniziare alcun Cand. nell'ordine.
Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la
quarta sezione della prima lezione.
La RACCOMANDAZIONE è:
Possa ciascun M. raggiungere il vertice della sua
professione, dove il giusto sicuramente troverà la sua debita ricompensa.
M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn.
del 1° Gr. tre volte, da seduti)
La Quinta Sezione
della Prima Lezione
M. V.:
Fr. ………… volete assistermi a svolgere la quinta sezione della prima lezione?
Fr: Farò del mio meglio, M. V.. (se
occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è
aperta)
D: Da cosa è composto l'interno di una L.
di L. M.?
R: Da Ornamenti, Arredi e Gioielli.
D: Indicate gli Ornamenti?
R: Il Pavimento a Mosaico, la Stella
Risplendente, il Bordo Dentellato o Tassellato.
D: Dove sono situati?
R: Il Pavimento a Mosaico è il magnifico
pavimento della L., la Stella Risplendente è la gloria al suo centro, e il Bordo
Dentellato o Tassellato è l'orlo che lo circonda.
D: Vogliate illustrarne il senso morale.
R: II Pavimento a Mosaico può essere
giustamente ritenuto il magnifico pavimento di una L., poiché è variegato e a
scacchi. Questo indica la varietà degli oggetti che decorano e ornano la
creazione, le sue parti animate come pure quelle inanimate. La Stella
Risplendente, o gloria al suo centro, ci riporta al Sl., che illumina la tr. e
con la sua benefica influenza, dispensa le sue benedizioni all'umanità in
generale. II Bordo Dentellato o Tassellato allude ai Pianeti che, nelle loro
varie rivoluzioni formano uno splendido bordo, od orlo, intorno a quel grande
astro, il Sl. e altrettanto lo forma intorno a una L. di L. M.
D: Per quale ragione il Mosaico fu
introdotto nella L. M.a?
R: I passi dell'uomo seguono i vari ed
incerti casi della vita e i suoi giorni sono variegati e screziati da una strana
contrarietà di eventi. Il suo passaggio attraverso questa esistenza, benché
talvolta allietato da circostanze favorevoli, spesso è tormentato da un gran
numero di sventure. Per questo la nostra L. è dotata di un'opera a Mosaico: per
indicare l'incertezza di tutte le cose, qui sulla tr. Oggi possiamo camminare
nella prosperità, domani possiamo vacillare negli aspri sentieri della
debolezza, della tentazione e dell'avversità. Allora, finché tali simboli ci
sono di fronte, noi siamo moralmente istruiti a non insuperbirci di nulla, ma a
fare attenzione alla nostra strada, a camminare rettamente e con umiltà di
fronte a D., rammentando che sulla tr. non esiste luogo dove la superbia possa
attecchire stabilmente. Perché anche se qualcuno è nato in posizione più
elevata di altri, tuttavia nella tomba siamo tutti allo stesso livello, poiché
la morte distrugge tutte le distinzioni. Quando i nostri piedi camminano sul
pavimento a mosaico, lasciamo che la nostra mente ritorni al modello originale
da cui ci ispiriamo. Agiamo dunque quali uomini buoni e M., come i dettami della
ragione ci suggeriscono, di praticare la carità, preservare l'armonia e
sforzarci di vivere in unità e amore fraterno.
D: Indicate gli Arredi di una L.
R: Il V. d. L. S., il Cs. e la Sq.
D: II loro impiego?
R: Le S. S. servono per regolare e
governare la nostra fede, su di esse noi impegniamo i nostri candidati alla L.
M.a. Parimenti il Cs. e la Sq., considerati congiuntamente, regolano la nostra
vita e le nostre azioni.
D: Da chi provengono le prime e a chi
appartengono più propriamente gli altri due?
R: Il L. S. proviene da D., per l'uomo in
generale. II Cs. appartiene in particolare al G. M., la Sq. all'A..e nel suo
insieme.
D: Perché il L. S. da D. all'uomo in
generale?
R: Poiché l'Onnipotente si è compiaciuto di
rivelare il Suo volere Divino più in quel L. S. che attraverso qualsiasi altro
mezzo.
D: Perché il Cs. al G. M. in particolare?
R: Poiché quello è il principale strumento
adoperato per tracciare progetti e disegni in architettura. Esso è
particolarmente appropriato per il G. M., quale emblema della sua dignità,
poiché egli è il Primo, il Capo e il Governatore dell’Arte.
D: Perché la Sq. all'A..e nel suo insieme?
R: Nell'A..e ci si impegna sulla Sq. e i
suoi membri sono quindi vincolati ad agire entro i suoi limiti.
D: Prima che i nostri antichi fratelli
avessero il beneficio di riunirsi in L. regolari, ben formate e costituite come
le odierne, dove si riunivano?
R: Su alte colline, o in basse valli,
addirittura nella valle di Josaphat e in molti altri luoghi nascosti.
D: Perché così in alto, o in basso e tanto
nascosto?
R: Per meglio osservare chiunque potesse
salire o scendere, così che se si fosse avvicinato uno sconosciuto il T...e
avrebbe avuto il tempo per avvisare il Maestro di salutare i Fratelli, chiudere
la L. e metter via i Gioielli, impedendo così che nessuno dei nostri m….ri della
M.a venisse illegalmente rivelato.
D: Voi parlate di Gioielli e sembrate
averne cura: quanti ve ne sono nella L.?
R: Tre Mobili e tre Immobili.
D: Precisate i gioielli Mobili.
R: La Sq., la Lv. e il F. a P.
D: Il loro impiego?
R: La Sq. serve per regolare gli angoli
retti delle costruzioni e aiuta per trasformare la materia grezza nella forma
dovuta. La Lv. per verificare le superfici orizzontali. Il F. a P. per
rettificare i piani verticali rispetto alle loro basi.
D: Da questo sembrerebbe che essi siano dei
meri attrezzi meccanici. Perché li chiamate Gioielli?
R: Per il loro significato morale, che li
rende Gioielli di inestimabile valore.
D: Vi sarò grato se vorrete moralizzali.
R: La Sq. ci insegna a regolare le nostre
vite e le nostre azioni, seguendo la linea e la regola della M.a e a rendere
armoniosa la nostra condotta in questa vita, così da renderci accettabili da
quel Divino Essere dal quale scaturisce ogni bontà e al quale dobbiamo render
conto di tutte le nostre azioni. La Lv. ci rammenta che siamo stati tutti
generati da un ceppo comune, condividiamo la stessa natura e le stesse speranze.
Benché siano necessarie delle distinzioni tra gli uomini per poter mantenere la
subordinazione, tuttavia nessuna preminenza di stato deve farci dimenticare che
siamo Fratelli; poiché colui che è nel punto più basso della ruota della fortuna
merita in eguale misura la nostra considerazione. Verrà il tempo - e neppure i
più saggi di noi sanno quando - in cui cesseranno tutte le distinzioni, salvo
quelle della bontà e della virtù e la M..te, la grande livellatrice di ogni
grandezza umana, ci ridurrà al medesimo stato. L'infallibile F. a P. che, come
la scala di Giacobbe, unisce il Cielo alla Terra, è il criterio della
rettitudine e della verità. Ci insegna a camminare bene e rettamente davanti a
D. e all'uomo, senza deviare, né a destra né a sinistra, dal sentiero della
virtù. A non essere un fanatico, un persecutore, un calunniatore o uno
spregiatore della religione, a non essere incline all'avarizia, all'ingiustizia,
alla cattiveria, alla vendetta, né all'invidia o al disprezzo verso il genere
umano, ma a rinunciare ad ogni propensione egoistica che possa portare offesa ad
altri. Governare la nave di questa vita sul mare delle passioni, senza
abbandonare il timone della rettitudine, è la più alta perfezione che la natura
umana possa raggiungere. Come il costruttore innalza la sua colonna usando la
Ll. e il Ppl., così anche ogni M. dovrebbe comportarsi nei confronti di questo
mondo: osservare una giusta via tra avarizia e prodigalità; tenere la bilancia
della giustizia in perfetto equilibrio, far coincidere le sue passioni e
pregiudizi con la giusta linea della sua condotta, e tener presente l'Eternità
in tutte le sue attività. Così la Sq. ci insegna la moralità, la Lv.
l'eguaglianza, il F. a P. la giustizia e la rettitudine nella vita e nelle
azioni.
D: Perchè sono chiamati Gioielli Mobili?
R: Perché sono indossati dal M. V. e dai
suoi Sorv. e sono trasferibili ai loro successori, nelle serate di
Installazione.
D: Da cosa è contraddistinto il M. V.?
R: Dalla Sq., e per quale ragione, M. V.? (saluta
col sn. del 1° Gr.)
M. V.: (rivolgendosi al Fr. e sollevando
la Sq. con la mn. sin.): Come con l'aiuto della Sq. la materia grezza è
condotta alla forma regolare, così con la retta condotta del M. V. vengono
placati i contrasti, ne dovessero disgraziatamente sorgere tra i Fratelli,
affinché i lavori della M.a possano essere condotti in armonia e decoro.
D: Fr. 1° S., perché siete contraddistinto
dalla Lv.?
R: (I1 1° S., tenendo la Lv. nella mn.
sin., si alza e dà il sn. del 1° Gr.) Poiché questo è un simbolo di
eguaglianza, sta a indicare lo spirito di giustizia che sono tenuto a praticare
insieme a voi, M. V. (traccia il sn.), per il buon governo della L.
D: Fr. 2° S., perché siete contraddistinto
dal F. a P.?
R: (Il 2° S., tenendo il F. a P. nella
mn. sin., si alza e dà il sn. del 1° Gr.) Poiché questo è un simbolo della
rettitudine, indica la linearità con la quale sono tenuto ad agire, insieme a
voi M. V. (traccia il sn.), ed al mio Fr. 1° S. (lo saluta col sn. del
1° Gr.), per il buon governo della L., in particolare nell'esaminare i
visitatori, affinché non accada mai che, per mia negligenza, persone non
debitamente qualificate possano venire ammesse alle nostre riunioni e i
Fratelli, seppure innocentemente, trasgrediscano il loro Imp.
D: Dite i nomi dei Gioielli immobili?
R: La T. di Tr., la Pietra Grezza e la
Pietra Perfetta.
D: Il loro impiego?
R: La T. di Tr. serve al M. V. per
tracciarvi linee e disegni; la Pietra Grezza serve all'A. A. perché la lavori,
la marchi e la incida; la Pietra Perfetta serve all'artigiano esperto per
provarvi e aggiustarvi i propri Gioielli.
D: Perché questi sono chiamati Gioielli
Immobili?
R: Perché si trovano esposti ed inamovibili
nella L., affinché i Fratelli possano moralizzarvi.
D: C'è un raffronto molto bello tra i
Gioielli immobili e l'Arredo di L.: volete illustrarmelo?
R: Come la T. di Tr. serve al M. V. per
tracciare linee e disegni, per meglio mettere i Fratelli in grado di realizzare
con regolarità e correttezza le costruzioni progettate, così il V. d. L. S. si
può giustamente ritenere la T. di Tr. spirituale del G. A. dell'U., sulla quale
sono riportate quelle leggi Divine e quei piani morali che, se li conoscessimo e
li mettessimo bene in pratica, ci condurrebbero a una dimora eterea, non
edificata da mano umana, eterna nei Cieli. La Pietra Grezza è un sasso rozzo e
non levigato, così come esce dalla cava, prima che il lavoro e l'ingegno
dell'operaio, modellandolo e riducendolo nella giusta forma, lo renda adatto
all'edificio da costruire. Essa rappresenta l'uomo nel suo stato infantile, o
primitivo: rozzo e non levigato come quella pietra, fino a che, grazie alle cure
e all'attenzione dei suoi genitori, o tutori, nel dargli un'educazione liberale
e virtuosa, il suo animo non si sviluppa, rendendolo così degno membro di una
società civile. La Pietra Perfetta è una pietra accuratamente e perfettamente
squadrata, pronta solo ad essere verificata dalla Sq. e dal Cs. Essa rappresenta
l'uomo nel declino degli anni, dopo una vita ben spesa in atti di pietà e di
virtù, che non può essere altrimenti messo alla prova e approvato, se non dalla
Sq. della parola di D. e dal Cs. della propria coscienza.
D: La L. così completata, arredata e
decorata, a chi la dedichiamo, in generale?
R: A D., e al Suo servizio.
D: E poi a chi altri?
R: Al R. S.
D: Perché al R. S.?
R: Egli è stato il primo Principe ad
eccellere nella M.a e sotto il suo patronato molti dei nostri m….ri m.i hanno
ottenuto la loro prima approvazione.
Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la
quinta sezione della prima lezione.
La RACCOMANDAZIONE è:
I Grandi Patrocinatori della M.a del passato.
M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn.
del 1° Gr. tre volte, da seduti)
La Sesta Sezione della
Prima Lezione
M. V.:
Fr. ………… volete assistermi a svolgere la sesta sezione della prima lezione?
Fr: Farò del mio meglio, M. V.. (se
occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è
aperta)
D: Indicate il primo pt. nella L. M.a?
R: Gn. sin. nd. e pd. ds. clz. in una ptf.
D: Perché è chiamato il primo pt.?
R: Perché mi è stato insegnato ad adorare
il mio Creatore sulle mie g...a p..e e fui iniziato nella M.a sul mio gn. sin.
nd. e col pd. ds. clz. in una ptf.
D: C'è un pt. principale?
R: Essere noi stessi lieti e comunicare
letizia agli altri.
D: Un pt. fondamentale?
R: Un pt. all'interno di un cerchio.
D: Definite quel pt.
R: In tutte le Logge regolari, ben formate
e costituite vi è un pt. all'interno di un cerchio, attorno al quale i Fratelli
non possono errare. Questo cerchio è delimitato tra N. e S. da due grandi linee
parallele: una rappresenta M..è, l'altra R. S. Sulla parte superiore di questo
cerchio poggia il V. d. L. S., che sorregge la Scala di Giacobbe, la cui cima
raggiunge i Cl. Se noi fossimo esperti conoscitori di quel S. V. e aderenti alle
dottrine in esso contenute, così come lo sono quelle due parallele, ciò ci
condurrebbe al cospetto di Colui che mai ci ingannerà, né mai potrà essere
ingannato. Nel camminare attorno a questo cerchio dobbiamo necessariamente
toccare entrambe queste linee parallele, così come il L. S. Finché un M. si
mantiene così circoscritto, egli non può errare.
D: Indicatemi i grandi principi sui quali è
fondato l'Ordine.
R: Amore Fraterno, Conforto e Verità.
D: Vogliate definire l'Amore Fraterno.
R: Con l'esercizio dell'Amore Fraterno, ci
viene insegnato a considerare tutta la specie umana come una sola famiglia: i
potenti e i miseri, i ricchi e i poveri: tutti creati da un solo Essere
Onnipotente e inviati su questo mondo per aiutarsi, sostenersi e proteggersi
l'uno l'altro. Su questo principio la M.a unisce uomini di ogni paese, credo e
opinione e con i suoi dettami favorisce la vera amicizia fra coloro che
altrimenti sarebbero potuti rimanere ad una perpetua distanza tra loro.
D: Il Conforto.
R: Portare sollievo agli afflitti è un
dovere che incombe su tutti gli uomini, specie sui M., i quali sono legati tra
loro in una indissolubile catena di sincero affetto. Dunque, confortare gli
infelici, compatire le loro sfortune, aver pietà delle loro miserie, ridar pace
ai loro spiriti turbati è il grande scopo che noi perseguiamo. Su questa base
noi stabiliamo la nostra amicizia e fondiamo le nostre relazioni.
D: La Verità.
R: E' un attributo Divino e il fondamento
di ogni virtù M.a. L'essere uomini buoni e veritieri è una lezione che ci viene
impartita alla nostra Iniziazione. Su questo grande tema contempliamo la nostra
vita e le nostre azioni, che tentiamo di regolare con i suoi infallibili
dettami. Perciò l'ipocrisia e l'inganno ci sono o dovrebbero esserci ignote, la
sincerità e l'agire palese sono le nostre caratteristiche distintive, mentre il
cuore e la lingua si uniscono nel favorire il reciproco benessere e nel
rallegrarsi della prosperità dell'A..e.
D: Quante forme originali abbiamo nella L.
M.a?
R: Quattro, ossia: G..t..e, P..t..e, M...e
e P....e.
D: Vi sarò grato se vorrete mostrarmi in
modo M.o a quali parti del corpo esse alludono.
R: La G..t..e alla g..a (Sn. del 1° Gr.):
essa accenna alla pena simbolica, una volta contenuta nel mio Imp., implicante
che, come uomo d’onore un M. avrebbe preferito avere la sua g. t. d. t.
piuttosto che svelare impropriamente i M…i a lui confidati (traccia il Sn.).
La P..t..e al p..o (pone la mn. ds. sul po. sin.), dove tutto ciò è posto
al sicuro e protetto dalla gente popolare che non sono M. (abbassa la mn.).
M...e (stende la mn. ds. in avanti, palma in giù), la mn. posta sul V. d.
L. S., come segno del mio assenso all'imp. di un M. (abbassa la mn.).
P....e (pone i pd. a forma di sq.), i pd. posti in forma di Sq. nella
parte N. E. della L., per denotare un giusto e retto M.
D: Esse contengono un'ulteriore allusione.
R: Alle quattro virtù cardinali, ossia:
Temperanza, Fortezza, Prudenza e Giustizia.
D: Vi sarò grato se vorrete definirmi la
Temperanza.
R: E' quel giusto freno alle passioni e ai
desideri, che rende il corpo docile e governabile, e soccorre la mente contro
gli allettamenti del vizio. Questa virtù dovrebbe essere la pratica costante di
ogni M., poiché da essa è istruito ad evitare gli eccessi o contrarre abitudini
viziose o licenziose, affinché non possa venire indotto a tradire,
imprudentemente, la fiducia in lui riposta e ad essere lui stesso soggetto alla
pena contenuta nel suo Imp. (sn. del 1° Gr.), che allude al g..t..e (abbassa
il sn.).
D: La Fortezza.
R: Essa è quel nobile e costante sostegno
dell'anima, equidistante dalla codardia e dalla temerarietà; essa ci mette in
grado di sopportare ogni pena, lavoro, pericolo o difficoltà, quando è ritenuto
necessario o prudenzialmente utile. Questa virtù, come la precedente, dovrebbe
essere impressa profondamente nel cuore di ogni M., come una barriera e una
protezione contro ogni attentato che possa essere fatto, sia con le minacce sia
con la violenza, per estorcergli qualcuna di quelle conoscenze della M.a che
tanto solennemente si è impegnato a c..e, nascondere e mai rivelare
impropriamente; la loro illegale rivelazione potrebbe tormentare il suo animo,
come quello provocato simbolicamente dal Cs. puntato sulla parte sin. del suo po.
n., al momento della sua Iniziazione (pone la mn. ds. sulla p. sin. del po.),
alludendo al P...e (abbassa la mn.).
D: La Prudenza.
R: Ci insegna a regolare la nostre vite e
azioni secondo i dettami della ragione, ed è quell'atteggiamento mentale con cui
gli uomini giudicano saggiamente e decidono prudentemente tutto ciò che riguarda
la loro gioia terrena ed eterna. Questa virtù dovrebbe essere la caratteristica
distintiva di ogni L. e A. M., non solo per la buona regolamentazione della sua
vita e delle sue azioni, ma anche quale devoto esempio al mondo volgare. Essa
dovrebbe essere ben applicata, nelle comitive di estranei o in quelle miste,
affinché non gli accada di lasciarsi sfuggire il benché minimo Sn., Tc. o Pr.,
con cui si possa illegittimamente giungere a qualche nostro m….ro della M.a,
rammentandosi sempre il momento nel quale fu posto a E., davanti al M. V., col
gn. sin. nd. e il pd. ds. clz. in una ptf., col pd. sin. a forma di sq., il
corpo eretto nella sq., la mn. ds. sul V. d. L. S. (distende la mn. ds. come
per porvela sopra) alludendo alla forma M....e (abbassa la mn).
D: La Giustizia.
R: E' quel limite o confine del diritto,
che ci insegna a dare a ciascuno quanto giustamente gli spetta, senza alcuna
distinzione. Non solo questa virtù è coerente con la Legge divina e quella
umana, ma rappresenta la norma e il cemento della società civile. Senza
l'esercizio di questa virtù, nascerebbe una confusione universale, una forza
senza legge sopraffarebbe i principi dell'equità e la convivenza civile non
potrebbe sopravvivere a lungo. Come la Giustizia costituisce, in gran misura,
l'uomo veramente autentico, così dovrebbe essere pratica costante di ogni L. ed
A. M. di non deviare mai dai suoi più minuziosi principi, ricordando sempre il
momento quando è stato collocato nel punto a N. E. della L., i pd. a forma di Sq.
(esegue), il corpo eretto e ha ricevuto dal M. V. quell'ottima
ingiunzione ad essere, cioè, giusto e retto in tutte le cose, alludendo al
P....e.
Ex M. V.: Fratelli, questo conclude la
sesta sezione della prima lezione.
La RACCOMANDAZIONE è:
Che l'Amore Fraterno, il Conforto e la Verità,
assieme alla Temperanza, alla Giustizia, alla Fortezza e alla Prudenza, possano,
sino alla fine dei tempi, distinguere i L. e A. M.
M. V.: Fratelli, all'ordine!(TUTTI – Sn.
del 1° Gr. tre volte, da seduti)
La Settima Sezione
della Prima Lezione
M. V.:
Fr. ………… volete assistermi a svolgere la settima sezione della prima lezione?
Fr: Farò del mio meglio, M. V. (se
occorre va al lato N. del pied. del 1° Sorv.; saluta nel Gr. in cui la L. è
aperta)
D: Quante specie di M. ci sono?
R: Due: i L. e A. e gli Operativi.
D: A quale di queste appartenete?
R: Ai L. e A.
D: Come L. e A. M., cosa avete appreso?
R: La Discrezione, la Moralità e la Buona
Fratellanza.
D: Cosa imparavano i M. Operativi?
R: Le utili leggi dell'Architettura; a
tagliare, squadrare e modellare le pietre nelle forme richieste dagli scopi
della costruzione; ad unirle per mezzo di giunture - orizzontali, perpendicolari
o altre - e con l'aiuto di cemento, ferro, piombo e rame. Queste varie
operazioni richiedevano molta destrezza pratica e alcune conoscenze di geometria
e di meccanica.
D: E cosa imparavano, con l'essere di
entrambe le specie e frequentando varie L.?
R: Ad agire sulla Sq., ad osservare un
corretto comportamento in L., a portare il dovuto e appropriato rispetto al M.
V. (saluta col sn. del 1° Gr.) e ai suoi Ufficiali in seggio (saluta
il 1° S. e il 2° S. con il sn. del 1° Gr.), ad astenersi da ogni discussione
politica e religiosa, che potrebbe dare origine a discordie tra i Fratelli e
prima o poi portare uno scandalo sull'Ordine.
D: In quale Gr. della L. M.a siete stato
iniziato?
R: In quello di un A. A.
D: Per quanto tempo un A. A. deve servire
il proprio M.?
R: II tempo stabilito è di sette anni, ma
basta anche meno se viene riconosciuto qualificato per la promozione.
D: Come dobbiamo servirlo?
R: Con Libertà, Ardore e Zelo.
D: Qualità eccellenti, quali sono i loro
emblemi?
R: Il Gesso, il Carbone e la Creta.
D: Perché?
R: Nulla è più libero del Gesso: il tocco
più leggero lascia una traccia. Nulla è più ardente del Carbone perché, quando
ben acceso, nessun metallo può resistere alla sua forza. Nulla è più zelante
della Creta, la nostra madre Terra, continuamente al lavoro per il nostro
benessere: veniamo da essa e là dobbiamo tutti tornare.
D: Se voleste
dare a vostro figlio un appellativo M.o, come lo chiamereste?
R: U……a.
D: Cosa denota U……a?
R: Fz.
D: Come è raffigurata nelle nostre Logge?
R: Da certi pezzi di metallo, incastrati a
coda di rondine in una pietra, formando così una morsa che, usata
congiuntamente ad alcuni dispositivi meccanici, quale un sistema di paranchi,
permette al M. Operativo di innalzare, con poca fatica, dei grandi pesi fino ad
una certa altezza e fissarli sulle loro basi.
D: Quali sono i doveri di un U……a, figlio
di un M., verso i suoi genitori divenuti anziani?
R: Di portare il calore e sopportare il
fardello giornaliero dal quale, per la loro età, dovrebbero essere esentati; di
assisterli nel momento del bisogno, rendendo così felice e confortevole la fine
dei loro giorni.
D: Il suo privilegio, per un simile
comportamento?
R: Quello di essere costituito M. prima di
ogni altra persona, per quanto importante.
D: Perché siamo chiamati L. M.?
R: Perché siamo l. per e l. da.
D: Cosa significa l. per e l. da?
R: L. per la buona fratellanza e dovremmo
essere l. dal vizio.
D: Se un L. M. così descritto dovesse
smarrirsi, dove vi aspettate di trovarlo?
R: Tra la Sq. ed il Cs.
D: Perché lì?
R: Perché agendo sulla prima, sarebbe certo
di essere ritrovato entro il secondo.
D: Come abbigliereste il vostro M. V.?
R: Con l'insegna distintiva di un M.
D: Come fate a riconoscere un M. di giorno?
R: Guardandolo ed osservando il sn.
D: E di notte?
R: Ricevendo il Tc. e udendo la Pr.
D: Come soffia il vento, nella L. M.a?
R: Favorevolmente, verso E. o verso O.
D: Per quale ragione?
R: Per rinfrescare e alleviare gli uomini
al lavoro.
D: Ha un'altra allusione.
R: A quel vento miracoloso, che si dimostrò
così essenziale nel realizzare la felice liberazione dei figli di Israele dalla
loro schiavitù egiziana.
D: Perché nella L. M.a il vento è giudicato
favorevole in quei due soli particolari punti della bussola?
R: Quando il G. A. D. U. ritenne opportuno
liberare il Suo popolo eletto dalla sua schiavitù egiziana Egli comandò al suo
fedele servitore M..è di condurlo verso la terra di Canaan, che aveva promesso
di dargli in eredità. Questi lo condusse quindi, attraverso il deserto, fino ai
confini dell'Egitto, dove si accampò per la notte sulle rive del Mar Rosso. Il
Faraone, rimpiangendo la perdita di tanti utili schiavi, radunò una possente
armata di cavalieri, fanti e carri, per riportarli alla loro primitiva
schiavitù, non dubitando del successo, poiché sapeva che gli Israeliti erano
disarmati e indisciplinati e che il loro viaggio era rallentato dal bestiame e
dai bagagli. Gli Israeliti, nel vedere davanti a sé il Mar Rosso, montagne
invalicabili a destra e a sinistra e l'armata egiziana che avanzava rapidamente
alle loro spalle, mormoravano contro il loro capo dicendo: "Perché ci hai
condotto nel deserto a morire? Non c'era abbastanza terra in Egitto per
seppellirci?". Ma M..è parlò loro confortandoli e incitandoli a rallegrarsi,
perché in quel giorno essi avrebbero sperimentato la salvezza del Signore.
Quindi, dopo una fervida preghiera presso il Trono della Grazia, M..è stese il
suo bastone sacro sul Mar Rosso, il che provocò un forte vento orientale, che
divise le acque, le quali s'innalzarono su ciascun lato diritte come muraglie,
consentendo agli Israeliti di passare sul terreno asciutto. Il Faraone, vedendo
ciò, li inseguì senza esitazione e già considerava i fuggitivi in suo potere
quando l'Onnipotente, per punire la sua presunzione, inviò una miracolosa
colonna di fuoco e di nubi, la quale ebbe due meravigliosi effetti: il fuoco
illuminò gli Israeliti, facilitando loro il cammino, mentre le nubi oscurarono
il cammino al faraone e ai suoi seguaci, ritardandone la marcia. L'Onnipotente
inviò ancora un altro ostacolo contro il nemico: un angelo che colpiva le ruote
dei loro carri, facendoli rallentare, così che gli Egiziani e i figli d'Israele
non entrarono in contatto. All'alba il Faraone percependo che la mano del
Signore operava gravemente contro di lui, ordinò alle sue truppe di interrompere
l'inseguimento e di ritornare da dove erano venuti. Ma ormai era troppo tardi,
perché i figli d'Israele avevano già raggiunto la riva opposta. A quel punto
furono invitati da M..è a guardare il nemico così a lungo temuto, perché da quel
momento non lo avrebbero mai più visto. Egli stese di nuovo il suo bastone sacro
sulle acque, spezzando quelle invisibili catene che le trattenevano,
precipitando nel loro primitivo letto e travolgendo il Faraone e tutto il suo
esercito. In ricordo di questa felice liberazione, i figli d'Israele camminarono
per molti giorni nel deserto, cantando salmi e lodando il loro Onnipotente
Liberatore. Dal quel tempo, il vento che spira verso E. o O. è considerato
favorevole alla L. M.a.
D: Quali sono le caratteristiche distintive
di un buon L. M.?
R: Virtù, Onore e Misericordia (Sn. di
Riv.), e possano sempre trovarsi nel cuore di un L. M. (traccia il sn.).
D: Vogliate definire la Virtù.
R: Leggendo la storia dell'antica Roma,
apprendiamo che il console Marcello intendeva erigere un tempio da dedicare alla
Virtù e all'Onore. Non potendo realizzare immediatamente il progetto, in seguito
modificò i propri piani ed eresse invece due templi contigui e situati in modo
che l'unica strada per
accedere al tempio
dell'Onore attraversava quello della Virtù, lasciando così alla posterità uno
squisito insegnamento morale: che la Virtù è l'unica via diretta per l'Onore. La
Virtù è il più elevato esercizio e miglioramento della ragione; l'integrità,
l'armonia ed il giusto equilibrio dell'affetto; la salute, la forza e la
bellezza dell'anima. La perfezione della Virtù consiste nel dare alla ragione il
suo scopo pieno, nell'obbedire sollecitamente all'autorità della coscienza,
nell'esercitare le nostre doti difensive con fortezza, le nostre qualità
pubbliche con giustizia, quelle private con temperanza e tutte con prudenza,
ossia ognuna nel dovuto equilibrio con le altre, con un beneficio sereno e
diffusivo, per amare e adorare D. con ineguagliato e disinteressato affetto,
acconsentendo con serena rassegnazione a quanto ci dispensa la Divina
provvidenza. Ogni progresso verso questo modello è un passo verso la perfezione
e la felicità, mentre qualunque deviazione da esso è un passo verso il vizio e
la miseria.
D: L'Onore.
R: Si può
giustamente definire l'essenza e lo zelo estremo della virtù, il vero fondamento
della fiducia e stima reciproca, il rapporto genuino con cui le questioni della
vita sono trattate con sicurezza e piacere. Esso implica i sentimenti congiunti
della Verità, della Virtù e della Giustizia, esercitati da una mente generosa,
capace di elevarsi aldilà dei meri obblighi morali richiesti dalle leggi, o le
cui violazioni queste possono punire. Il vero Onore, benché principio diverso
dalla Religione, è quello che produce gli stessi effetti. Le linee di azione,
sebbene partano da posizioni differenti, terminano nel medesimo punto. La
Religione abbraccia la Virtù in quanto prescritta dalle leggi di D., l'Onore in
quanto essa aggrazia e orna la natura umana. L'uomo religioso teme, l'uomo
d'onore disprezza il compimento di una cattiva azione; il primo considera il
vizio come qualcosa che offende l'Essere Divino, il secondo come qualcosa di
inferiore. Un vero uomo d'onore non si accontenta di adempiere alla lettera i
suoi doveri di uomo e cittadino ma li eleva e li nobilita alla magnanimità: egli
dona quando potrebbe correttamente rifiutare, egli perdona quando potrebbe
giustamente risentirsi. Tutta la sua condotta è guidata dai più elevati
sentimenti del suo cuore puro, una vera rettitudine morale è la regola costante
delle sue azioni e una giusta lode e approvazione sono la sua adeguata
ricompensa.
D: La
Misericordia.
R: E' una
virtù di perfezione e quando è posseduta dal sovrano, aggiunge splendore a ogni
gemma della sua corona; se è posseduta dal guerriero mantiene sempre fresca la
ghirlanda che ombreggia la sua fronte. Essa è la compagna del vero onore; è
colei che rende migliore la giustizia, sul cui seggio, quando insediatavi,
interpone uno scudo in difesa della vittima, impenetrabile dalla spada. Come la
pioggia di primavera penetra nel profondo della terra, ravviva e rinvigorisce la
vita del mondo vegetale, così la Misericordia, agendo sul cuore quando i fluidi
vitali sono rappresi dal rancore e dal desiderio di vendetta, con il suo
raggiante calore fa tornare la natura alle proprie sorgenti, lungo corsi più
puri. (M. V. ; 1° S. ; 2° S. ) (TUTTI - si alzano e assumono il sn.
del 1° Gr.) Essa è il particolare attributo della Divinità su cui i migliori
e i più saggi tra di noi devono riporre la propria speranza e la propria
fiducia, poiché nel giorno finale del giudizio, quando ci presenteremo al Suo
trono e le azioni di questa vita mortale saranno svelate al suo occhio, benché
la Sua giustizia possa ordinare il fiat (TUTTI: tracciano il sn. del 1° Gr. e
assumono il Sn. di Riv.), noi confidiamo e speriamo che la Sua Misericordia
ci vorrà evitare la condanna.
Ex M. V.: Così
sia. (TUTTI: abbassano il Sn., rimanendo in piedi) Fratelli, questo
conclude la settima sezione e la prima lezione.
La RACCOMANDAZIONE
è:
Possano la Virtù,
l'Onore e la Misericordia continuare a distinguere i L. e A. M.
M. V.:
Fratelli, all'ordine! (Alla chiusura dell'ultima sezione della prima lezione
viene dato ciò che viene comunemente chiamato il Fuoco nella M.a.
Nella
Emulation Lodge of Improvement esso viene dato con dignitosa rapidità ed è
consuetudine inserire il sn. del 1° Gr. prima dell'ultima parte di ogni gruppo
di tre).
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