MASSONI PAVESI

 

A  B  C  D  E  F  G  H  I  L  M  N  O  P  Q  R  S  T  U  V  Z

A

ARAGONA ANTONIO

Negoziante, droghiere, nel 1873 fu tra gli ispiratori di una Società di Mutuo Soccorso fra droghieri includendo non solo i padroni ma anche i commessi di negozio; nello stesso anno fu tra i firmatari, insieme ad altri massoni: Antonio Griziotti, Giulio Turati e Gaetano Manelli, di una lettera contro i Gesuiti e contro l’inattività della Sinistra. Nel 1884 appare fra gli amministratori della Società Operaia Edificatrice, una società per azioni a cui aderirono numerose società popolari, banche e molti privati, tale società si fuse, nel 1895, con la Banca Operaia di Mutuo Credito, dando origine alla Banca Cooperativa Pavese. Membro del comitato direttivo della Società democratica e reduci. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

B

BALDI

Consigliere democratico nelle elezioni provinciali del 1914. Membro della Loggia "Cardano"

 

BAGINI LUIGI

Farmacista, assessore nel 1905.

 

BERETTA CAMILLO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

BERETTA EMILIO

Repubblicano, membro della Società Democratica; nel 1887 entrò, con altri massoni, Guido Gnocchi, Urbano Pavesi e Antonio Grizzotti, nel comitato per la costituzione del ricreatorio laico festivo di Pavia. Membro della società operaia di Cura Carpignano. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

BIDOIA VITTORE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

BIZZONI ACHILLE

Fra i fondatori del giornale “La Provincia Pavese” insieme a Contardo Montini e Costantino Mantovani (fratello di Giuseppe Mantovani, maestro venerabile della Loggia Pedotti.

 

BOERCHIO ABELE

Radicale. Fu tra i piú assidui collaboratori di Contardo Montini fondatore del giornale “La Provincia Pavese” che nel 1906 ne acquistò la testata e la diresse a partire dal 1907 fino a che, avendo deciso di occuparsi solo dell'attività editoriale, volle affidarne la direzione al dott. Carlo Ridella (massone), la reazione era in Corso Mazzini 6; entrò nella Loggia Cardano nel 1910 in seguito anche Maestro Venerabile della stessa.

 

BORDINI GETANO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

BORGINI LUIGI

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

BORGOGNONI ROMEO

Pittore, figlio di Adolfo che era professore di letteratura presso l’ateneo pavese, fu pittore conosciuto e professore della Civica scuola di pittura e della Scuola d’arte applicata, entrò nella Loggia Cardano nel 1908.

Disegnò la lapide marmorea, in memoria di Carlo Ridella, da murare presso la redazione del quotidiano, in Corso Mazzini, dove si trova tutt'ora anche se purtroppo da tempo dimenticata. Per tale targa si indisse una sottoscrizione che ammontò a lire 10.423,16. Venne solennemente inaugurata nel III anniversario della morte il 20 settembre 1920.

 

BREGA ENRICO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

BREVENTANI GIUSEPPE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

C

CAIROLI BENEDETTO

Nasce a Pavia il 28/1/1825 da Carlo (1776-1849),  professore nella facoltà di medicina, rettore dell'Università di Pavia è podestà durante il Governo Provvisorio di Pavia (1848) e  da Adelaide Bono (1806-1871) figlia di un antico prefetto napoleonico milanese, poi conte dell'Impero.

Primo di quattro fratelli, accanto a loro anche due sorelle, Rachele (1826-1856) ed Emilia (1827-1856), da giovane, studente di giurisprudenza (1849), ardente neo guelfo, partecipa nel marzo 1848 alla prima guerra d'indipendenza con altri volontari pavesi

Nel 1850 aderisce, infatti, al partito mazziniano; propaganda, nel Pavese e nel Mantovano, le cartelle del prestito nazionale ed entra a far parte del Comitato rivoluzionario di Enrico Tazzoli.

Scoperto, riesce, tuttavia, a fuggire con Giovanni Acerbi e si rifugia in Piemonte. Aderisce al comitato che coopera al moto mazziniano, subito represso, del 6/2/1853.

Cairoli si rifugia in Svizzera, mentre l'Austria lo condanna per delitto d’alto tradimento.

In esilio, si convince dell'inutilità' dei moti insurrezionali mazziniani e si accosta alla politica piemontese. Questo gli permette di tornare in Italia e di stabilirsi a Genova, dove, nel 1854, stringe amicizia con Giuseppe Garibaldi. Allo scoppio della II guerra d'indipendenza nel 1859, coi fratelli Enrico, massone, ed Ernesto, si arruola nel secondo Reggimento delle Alpi e combatte valorosamente e nei combattimenti muore il fratello Ernesto.

Dopo il trattato di Villafranca, può tornare nella sua città, Pavia, ormai libera dal dominio austriaco. Partecipa attivamente ad organizzare nel 1860 la spedizione dei Mille, raccogliendo, tra l'altro, una cospicua somma di denaro, che consegna a Garibaldi. Egli stesso si unisce ai Mille e, con il grado di capitano della settima compagnia, parte per la Sicilia. Combatte a Marsala e si distingue nell'occupazione di Palermo, dove rimane gravemente ferito ad una gamba, mentre il fratello Luigi, distintosi anche lui nell’impresa dei Mille, muore a Napoli di tifo (1860).

Nel 1861, alla proclamazione del regno d'Italia, Benedetto è eletto deputato.

La sua appartenenza alla massoneria, a volte messa in discussione, si rileva, dalla lettera indirizzata al massone avv. Gian Luigi Bozzoni, Gran Segretario del Grande Oriente d’Italia sedente a Palermo, in cui Cairoli si firma con la tipica formula massonica dei tre puntini.

 

 

 

 

 

 

(Rass. storica del Risorgimento, anno III, fasc. III, luglio-settembre 1865, pagg. 379-408)

A tutt'oggi operano, nel Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani, due Logge intestate a Cairoli e precisamente ad Arezzo (B. Cairoli n.119) e a Bari (Cairoli Risorta n.777).

Esponente di spicco nella Sinistra garibaldina, interviene varie volte nei dibattiti parlamentari in favore della liberazione di Roma e Venezia; nel 1864, come presidente del Comitato centrale unitario, continua a svolgere un'intensa opera per legare polacchi ed ungheresi in un'azione comune contro l'Austria e per abbattere il governo pontificio.

Nel 1863 contribuisce alla caduta del gabinetto Rattazzi e, dopo i fatti di Sarnico e dell'Aspromonte, si avvicina di nuovo a Mazzini, aiutandolo nella cospirazione a favore della Polonia.

Nel 1866 fa parte della commissione reale per l'organizzazione dei volontari e, allo scoppio della III guerra d'Indipendenza, parte per il fronte con i fratelli Enrico e Giovanni, massoni. Dopo l'armistizio di Cormons e la pace di Vienna, riprende di nuovo il suo posto alla Camera, stringendo ancora una volta i rapporti con Mazzini per accelerare la conquista di Roma.

Nel 1867, quando il Rattazzi risale al potere, Benedetto spera in una politica favorevole alle sue aspirazioni, ma deve ben presto ricredersi: i fatti di Mentana gli dimostrano l'indecisione del governo.

Rientra a Pavia per consolare la madre duramente provata dalla morte di Enrico, caduto valorosamente a Villa Glori, e da quella dell'ultimo figlio, Giovanni.

Allo scoppio della guerra Franco-Prussiana (1870), Cairoli è in prima linea nell'incitare il governo ad occupare Roma.

Negli anni successivi partecipa poco ai lavori parlamentari e si dedica più intensamente alle cure familiari, anche perché nel 1873 sposa la contessa Elena Sizzo Noris (1845-1920), erede di una nobile famiglia trentina; preziosa confidente nell'impegno pubblico, che s’impegna nell'ambito sociale con opere di solidarietà.

Nel 1876, quando la Sinistra passa al potere con il Depretis (nato a Mezzana Corti - Pavia), massone, Cairoli, originariamente, appoggia le sorti del nuovo governo poi passa all'opposizione e contribuisce alla sua caduta, e succede, al Depretis, come Presidente del Consiglio continuando, tuttavia, la sua politica estera.

Il 17/11/1878, Cairoli viaggiando in carrozza con il re Umberto I, gli salva la vita, impedendo al Passanante  di pugnalarlo, ma rimane ferito ad una coscia, e riceve dal sovrano, motu proprio, la medaglia d'oro al valor militare.

La sua popolarità aumenta, ma, in seguito all'attentato, crescono anche le accuse alla sua politica interna.

Il 19/12/1878 si dimette, ma il 14/7/1879, nonostante le non buone condizioni di salute, ritorna alla presidenza   del Consiglio dei Ministri ed assume anche il portafoglio degli Esteri e dell'Agricoltura.

E' un momento particolarmente difficile per l'Italia: i rapporti con l'Austria sono tesi per l'irredentismo, quelli con la Francia assai complessi per la questione della Tunisia che la vicina nazione intende conquistare. Il 12/5/1881 quando è reso pubblico il trattato del Bardo, con cui è riconosciuto il protettorato della Francia sulla Tunisia dove sono presenti cospicui interessi italiani, in tutti i circoli politici scoppia un gran clamore che si ripercuote su tutto il Paese, aumentando il   malcontento e l'insoddisfazione della popolazione.

Cairoli si dimette e si ritira a vita privata. Trascorre, così, gli ultimi anni dedicandosi alla famiglia e alla politica locale divenendo presidente del Consiglio Provinciale di Pavia; insignito del Collare dell'Annunziata. Muore, ospite del re, Umberto I, nella villa di Capodimonte a Napoli l'otto agosto 1889.

 

CALVI SANTE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

CAMERA EDOARDO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

CAMERA EMILIO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

CAMPARI ALESSANDRO

Presidente della Soc. A. Volta. Fu uno dei 64 pavesi che facevano sorgere la Società di cremazione di Pavia.

 

CAPELLA SILVIO

Membro della Loggia Pedotti. Orientamento politico estrema sinistra.

 

CASSI ANTONIO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

CASSOLA CARLO

Avvocato, garibaldino, una lapide commemorativa, posta in via Villa Glori, ne ricorda le gesta e la sua partecipazione alle battaglie risorgimentali a fianco di Garibaldi.

Laureato in Giurisprudenza nell'ateneo pavese, di idee mazziniane, fu uno dei duumviri, assieme a Luigi Contratti, che nel 1849 ressero Brescia liberatasi dalla guarnigione austriaca; il generale Nugent, che si era asserragliato nella cittadella, morì negli scontri. Ma dopo poco ritornarono le truppe imperiali rafforzate da nuovi contingenti, guidate dal generale von Haynau, che per la ferocia del suo operato fu chiamato «Iena» (con un gioco di assonanza sul suo cognome). Brescia, difesa da comuni cittadini riforniti di poche armi e stremata dal fuoco nemico, si arrese subendo ogni sorta di atrocità. Cassola, come molti altri combattenti per la libertà, dovette riparare in esilio "e lo fece con molta eleganza: Si limitò a vestirsi tutto di nero, a prendere a nolo una carrozza nera con cocchiere in nero, e così si mescolò al corteo dei dolenti austriaci, che accompagnavano alla sua tomba il Generale Nugent (quello che dalla rocca posta sulla collina che domina Brescia, aveva bombardato la città)... All'altezza dell'ingresso al cimitero, tutte le carrozze nere svoltarono ed entrarono, ma il nostro Carlo fece invece proseguire la sua, e presto se ne liberò, dirigendosi invece a piedi verso le Alpi... In mezzo alla neve, ormai lasciato dal contrabbandiere, che gli aveva indicato con la mano la direzione da seguire, all'improvviso si trovò faccia a faccia con un orso: bello grande e ritto sulle zampe di dietro. Si guardarono, e poi il mio bisnonno, terrorizzato, si mise a cantare a gran voce un brano d'opera. Questo spaventò l'orso, che scappò da una parte, mentre Carlo fuggiva dall'altra!". Rimase qualche tempo a Capolago, in Svizzera, dove diede alle stampe alcuni opuscoli, fra cui un resoconto delle eroiche dieci giornate di Brescia (23 marzo-1 aprile 1849); poi si rifugiò a Londra e solo dopo l'Unità tornò in Italia stabilendosi a Volterra, dove svolse l'attività di magistrato. Ormai vecchio, tornò a Pavia. Il suo corpo fu richiesto dalla città di Brescia perché fosse ospitato nel famedio degli eroi; qui tuttavia non ha avuto l'onore atteso, poiché sul monumento non sono riportati i nomi dei personaggi illustri che vi riposano e l'apparato scultoreo è in cattivo stato di conservazione.
E' il nonno dell'omonimo romanziere.

 

CERRI ANGELO

Socio accomandante della Officine Elettromeccaniche Ing.ri Einstein-Garrone & C., alla fine dell’800.

 

CIAPESSONI PIERO

Professore dell’Università di Pavia. Collegio Ghislieri. Dal 1907 al 1922. Membro della Loggia Cardano di Pavia. Apprendista 1911, Maestro 1913, matricola G.O.I. n. 37666

 

DE AMBROSIS GIUSEPPE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

DE DOMINICIS SAVERIO FRANCESCO

Esponente del positivismo pedagogico e docente dell’ateneo pavese. Membro della Loggia “Francesco Guardabassi” di Perugia che costituì con altri due fratelli della stessa Loggia, Attilio Purgotti e Cesare Appendino, un triangolo massonico per una ripresa dell’attività massonica in Pavia. Fondatore della Loggia Cardano di Pavia.

 

DEPRETIS AGOSTINO

Nato a Mezzana Corti Bottarone, 3 gennaio 1813 – deceduto a Stradella, il 29 luglio 1887, statista italiano.

Fu Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano per nove mandati nei periodi:

Predecessore:

Successore:

I

II

III

 

 

 

 

 

 

 

 

Fin da adolescente discepolo di Mazzini e affiliato alla Giovane Italia, prese parte attiva ai moti mazziniani, tanto da rischiare la cattura da parte degli Austriaci in occasione di un tentativo di far pervenire armi agli insorti di Milano.  Dopo aver conseguito la laurea in legge a Pavia, si adoperò per organizzare il movimento liberale nella zona di Voghera. Eletto deputato nel 1848 al parlamento subalpino per la circoscrizione di Broni, aderì al gruppo della Sinistra storica e fondò il giornale Il Diritto, ma non rivestì cariche ufficiali fino a quando fu nominato governatore di Brescia nel 1859. Nel 1860 si recò in missione in Sicilia per cercare di mediare fra le posizioni di Cavour, che spingeva per l'immediata annessione dell'isola al Regno d'Italia, e quella di Garibaldi, che invece voleva rimandare il plebiscito di ratifica fino a dopo la progettata liberazione di Napoli e Roma. Pur riuscendo a farsi nominare da Garibaldi dittatore pro-tempore della Sicilia, non riuscì tuttavia a concludere l'accordo.

Dopo aver accettato il dicastero dei Lavori Pubblici nel governo Rattazzi del 1862, fece ancora da intermediario con Garibaldi nell'organizzazione della disastrosa spedizione dell'Aspromonte. Iniziato alla Massoneria il 24 dicembre 1864, promosso compagno ed elevato al grado di Maestro il 21 gennaio 1865, nella Loggia Dante Alighieri di Torino. Quattro anni più tardi, allo scoppio delle ostilità con l'Austria, entrò nel governo Ricasoli come Ministro della Marina. La sua decisione di mantenere al comando della flotta l'ammiraglio Persano contribuì non poco alla sconfitta nella Battaglia di Lissa del 1866. I suoi sostenitori, tuttavia, sostennero, non senza fondamento, che, da civile inesperto di questioni militari, non avrebbe mai potuto introdurre profondi cambiamenti nell'organizzazione della flotta da guerra, e che quindi, nell'imminenza dello scoppio delle ostilità, fu costretto ad accettare le scelte dei propri predecessori. Su proposta del massone generale Federico Pescetto, il 21 gennaio 1868 venne affiliato alla Loggia "Universo", all'Oriente di Firenze che in quel periodo era capitale del regno e che raccoglieva numerosi parlamentari e notabili in attesa del riscatto di Roma.

Nel 1873, alla morte di Rattazzi, Depretis, divenuto capo della Sinistra, preparò l'avvento al potere del suo partito, cosa che avvenne nel 1876, quando fu chiamato a formare il primo governo di sinistra del nuovo Regno d'Italia. Elevato al 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato ed eletto membro del Supremo Consiglio il 15 gennaio 1877. Spodestato dal Cairoli nel marzo 1878 a causa dell'introduzione della controversa tassa sulle granaglie, il successivo mese di dicembre sconfisse Cairoli tornando ad essere Primo Ministro, ma, il 3 luglio 1879 fu ancora una volta estromesso dallo stesso Cairoli. Nel novembre del 1879, tuttavia, entrò a far parte del governo Cairoli come Ministro dell'Interno, e, nel maggio del 1881 gli subentrò come premier, mantenendo la carica fino alla morte, avvenuta il 29 luglio 1887.

Durante questo lungo intervallo di tempo compì ben quattro rimpasti di governo, estromettendo dapprima gli esponenti di sinistra Zanardelli e Beccarini, allo scopo di compiacere alle richieste della Destra, e successivamente nominando Ricotti, Robilant e altri esponenti conservatori, attuando così quel rivolgimento politico che fu poi chiamato il Trasformismo. Pochi mesi prima della morte si pentì di aver compiuto queste scelte, e reintegrò Crispi e Zanardelli nel proprio governo. Altre sue iniziative degne di nota furono l'abolizione della sopra menzionata tassa sulle granaglie, l'ampliamento del suffragio elettorale, il completamento della rete ferroviaria, l'entrata nella Triplice Alleanza e l'occupazione di Massaua in Eritrea, con cui si inaugurò la politica coloniale dell'Italia.

Il 26 Novembre 2006 gli viene intitolata una Loggia all’Oriente di Voghera in provincia di Pavia all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia con il numero distintivo 1279.

 

DE SILVESTRI AMILCARE

Fondatore della associazione di pubblica assistenza “CROCE VERDE”. Membro della Loggia Cardano di Pavia.

 

FORNITI PARIDE

Direttore del giornale “La Provincia Pavese” e in seguito direttore del giornale “La Provincia di Ferrara”. Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

FRANCHI AUSONIO

Fu professore di Storia della Filosofia a Pavia dal 1860 al 1863, prima di essere trasferito all’Academia scientifico-letteraria di Milano. Fondò il Rito Simbolico Italiano di Milano nel 1864 in antitesi al Grande Oriente D’Italia. Alla base dello scisma l’esigenza di allargare le basi sociali della fratellanza riducendo le tasse annuali e semplificando al massimo la complessa ritualità massonica, con l’eliminazione degli alti gradi e la conservazione dei soli gradi simbolici di Apprendista, Compagno e Maestro

L’ideale massonico di Ausonio Franchi si può così sintetizzare: ridurre ad una sola famiglia l’umanità. Auspicava società di mutuo soccorso, istituti di credito e stabilimenti industriali. Desiderva l’istruzione del popolo. Politicamente, per lui, la massoneria doveva essere un campo neutro dove tutti potessero incontrrsi per il bene comune. Di grande interesse notare che dal gruppo di Ausonio Franchi facevano parte il banchiere Prospero Moisè Loria, fondatore dell’Umanitaria di Milano, l’avvocato Giuliano Guastalla, il prof. Avv. Luigi Cremona, il prof. Luigi Luzzati, il prof Ferdinando Dobelli.

 

GNOCCHI GUIDO

Medico, repubblicano, presidente dell’Istituto Sordomuti e assessore comunale; nel 1892 fece parte della Commissione d’impianto della Camera del Lavoro insieme ad un altro massone, G. Battista Pirolini, la nascita della Camera del Lavoro locale fu, altresì, favorita dal massone Osvaldo Gnocchi Viani. Assessore nell giunta presieduta dal sindaco prof. Pietro Pavesi, dal 1899 al 1902, nel 1887 entrò, con altri massoni : Emilio Beretta, Urbano Pavesi e Antonio Grizzotti, nel comitato per la costituzione del ricreatorio laico festivo di Pavia. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

GNOCCHI LUCILIO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

GNOCCHI VIANI OSVALDO

Giornalista e scrittore politico, esponente nazionale di spicco dell’operaismo vicino all’Internazionale, fu l’organizzatore delle forze operaie romane, in seguito collaborò al giornale lodigiano “La Plebe”. Era stato segretario a Pavia del fiorente Circolo democratico degli studenti.

 

GORINI ROBERTO

Avvocato, figlio di Paolo Gorini che era fisico e inventore sia del metodo di conservazione delle salme sia del sistema per cremare i cadaveri e fu lo stesso a sistemare, nel 1872, le spoglie di Mazzini. Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia. Ricompare, questa volta a Voghera, in una Loggia “Pedotti”, faceva parte degli espulsi dal Grande Oriente d’Italia del 1898.

 

GRIZIOTTI ANTONIO

Avvocato, garibaldino, fu figura di spicco del movimento democratico pavese e promosse la creazione del Museo del Risorgimento,  Nel 1887 entrò, con altri massoni : Emilio Beretta, Guido Gnocchi e Urbano Pavesi, nel comitato per la costituzione del ricreatorio laico festivo di Pavia. nel 1873 fu tra i firmatari, insieme ad altri massoni: Gaetano Manelli,, Giulio Turati e Antonino Aragona, di una lettera contro i Gesuiti e contro l’inattività della Sinistra. Fu uno dei 64 pavesi che facevano sorgere la Società di cremazione di Pavia.

 

GUANGIROLI ERCOLE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

LAVEZZI PIERO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

LAVEZZI PIETRO

Avvocato, repubblicano intrasigente, membro della Società Democrtica. Fu uno dei 64 pavesi che facevano sorgere la Società di cremazione di Pavia. Fu uno dei 64 pavesi che facevano sorgere la Società di cremazione di Pavia. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

MALAGUGINI ALCIDE

Professore di Lettere, fu sindaco socialista di Pavia dal 1920 al 1922, entrò nella Loggia Cardano nel 1909. Membro della Loggia Cardano di Pavia.

 

MALINVERNI ARTURO

Fu Luigi, nato a Pavia il 13 agosto 1875, Medico Chirurgo. Fu fra rifondatori della Loggia Cardano di Pavia.

 

MAMELI EFISIO

Professore di Chimica nell’ateneo pavese, entrò nella Loggia Cardano nel 1909.

 

MANELLI GAETANO

Commerciante, volontario garibaldino, nel 1873 fu tra i firmatari, insieme ad altri massoni:, Antonio Griziotti, Giulio Turati e Antonino Aragona, di una lettera contro i Gesuiti e contro l’inattività della Sinistra. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

MANTOVANI COSTANTINO

Avvocato, Giornalista e uomo politico, redattore, nel 1899, del giornale pavese “L’Avvenire”. Uno degli arrestati di Villa Ruffo nel 1873. Consigliere e assessore comunale del Partito radicale. Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia della quale fu Maestro Venerabile.

 

MANTOVANI GIUSEPPE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia. A destra il Brevetto Massonico

 

 

 

 

 

 

MAROZZI FRANCESCO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

MAZZARELLI GIUSEPPE

Professore dell’Università di Pavia. Scienze matematiche, fisiche e naturali. Dal 1900 al 1903. Membro della Loggia Cardano di Pavia. Proveniente dalla Loggia Losanna all’Oriente di Napoli. Maestro 1899; matricoloa G.O.I. n.12164.

 

MONTINI CONTARDO

Fra i fondatori del giornale “La Provincia Pavese” insieme a Achille Bizzoni e Costantino Mantovani (fratello di Giuseppe Mantovani, maestro venerabile della Loggia Pedotti). Neo - giacobino. Fondatore del giornale "Canaglia". Fu uno dei 64 pavesi che facevano sorgere la Società di cremazione di Pavia.

 

MORONE GIOVANNI

Illustre accademico, Medicina e chirurgia,. Dal 1911 al 1922. Nel 1926 ottenne la cattedra di Patologia Chirurgica nell’Università di Siena, in seguito, nel 1931, fu chiamato allo stesso incarico a Pavia, nel 1934 passò alla cattedra di Clinica Chirurgica, incarico che tenne sino al 1950. Con Morone si sono continuate le piú alte tradizioni della scuola chirurgica pavese, entrò nella Loggia Cardano. Apprendista 1915, Maestro 1916; matricola G.O.I. n. 47198.

 

MUSSINI ERCOLE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

OEHL GIULIO

Professore dell’Università di Pavia. Socio fondatore, con l’Ing. Paolino Moncalvi, l’Ing. Mario Cozzi e Gaicomo Aprile, nel 1905, della Ing. Moncalvi & C.

 

PAVESI URBANO

Possidente Ingegnere, nato ad Albuzzano il 27 Agosto 1842, soldato volontario nell’esercito piemontese del 1859, poi seguace di Garibaldi con l schiera dei mille nel 1860 e nella campagna del 1866. Cospirò in Roma con altri pavesi nel 1867, sfuggendo, miracolosamente alle ricerche della polizia pontificia.

Fu consigliere comunale e ricoprì diversi incarichi pubblici tra i quali la presidenza della commissione per il civico museo del Risorgimento; nel 1887 entrò, con altri massoni : Emilio Beretta, Guido Gnocchi e Antonio Grizzotti, nel comitato per la costituzione del ricreatorio laico festivo di Pavia. Fu uno dei 64 pavesi che facevano sorgere la Società di cremazione di Pavia.

Il 27 Aprile 1907 muore in Pavia, commemorato dai Prof. Pavesi, Roncani, Benini, Fossati e Rampoldi, e dai giornali cittadini ricordato con onore; fu cittadino devoto in ogni tempo alla causa nazionale e a Pavia, a cui, nei molti uffici pubblici ai quli venne eletto, diede l’opera sua disinteressata e prudente.

Il 3 Maggio 1908 nel civico Museo del patrio Risorgimento si inaugura un ricordo marmoreo al patriotta pavese ingegnere Urbano Pavesi.

 

PIANETTA CESARE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

PIROLINI GIAN BATTISTA

Direttore del giornale “La Provincia Pavese” nel 1892 e nello stesso anno fece parte della Commissione d’impianto della Camera del Lavoro insieme ad un altro massone, Guido Gnocchi, la nascita della Camera del Lavoro locale fu, altresì, favorita dal massone Osvaldo Gnocchi Viani . 

 

PIROLINI GIOVAN BATTISTA

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

PODERINI ARCHIA

Consigliere democratico nelle elezioni provinciali del 1914. Membro della Loggia "Cardano". Esponente della "Società democratica radicale Felice Cavallotti"

 

PREDIERI ENRICO

Avvocato, dal 1899 al 1902 fu assessore nella giunta presieduta dal sindaco prof. Pietro Pavesi.

 

RICOTTI GIOVANNI

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

RIDELLA CARLO

Avvocato e interventista, entrò nella Loggia Cardano nel 1911. Direttore del giornale "La Provincia Pavese". Coerente con le idee più volte espresse dalle colonne del suo giornale si arruolò volontario nella Grande Guerra. Decorato al valor militare, morì in trincea a Versic Korite nel 1917.Membro della Loggia "Cardano" dal 1911.
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

RIMINI ENRICO

Professore di Chimica nell’ateneo pavese dal 1910 al 1917.

 

ROSSI PAOLO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

ROVIDA CARLO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

SCAPOLLA ANTONIO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

SCURI ENRICO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

SINFORIANI ITALO

Esponente della "Società democratica radicale Felice Cavallotti".

 

SPALLA LUIGI

Fu fra i fondatori, nel 1871, del circolo mazzinino “Pensiero e Azione”.

 

SPELTA

Consigliere democratico nelle elezioni provinciali del 1914. Membro della Loggia "Cardano"

 

SUALI LUIGI

Professore dell’Università di Pavia. Lettere e filosofia. Dal 1909 al 1922. Membro della Loggia Cardano di Pavia. Apprendista 1909, Maestro 1912; matricola G.O.I. n. 30650.

 

TACCHINI ACHILLE

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

TOLLINI MARIO

Fotografo. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

TURATI GIULIO EMILIO

Scrivano, nato a Pavia il 19 Aprile 1843, garibaldino, fu membro della Società Cooperativa di Consumo, nel 1873 fu tra i firmatari, insieme ad altri massoni: Antonio Griziotti, Gaetano Manelli e Antonino Aragona, di una lettera contro i Gesuiti e contro l’inattività della Sinistra. Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

VALENTI

Consigliere democratico nelle elezioni provinciali del 1914. Membro della Loggia "Cardano"

 

VALLE GAETANO

Possidente, presidente della Società operaia di Redavalle (PV). Fondatore, nel 20 settembre 1886 della Loggia con il titolo distintivo “Giuseppe Pedotti”.

 

VARASI ERNESTO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

VENERONI EMILIO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

VENINI GAETANO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

VIGONI ALFONSO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.

 

VITTADINI PIETRO

Membro della Loggia “Giuseppe Pedotti” di Pavia.