PAVIA E IL RISORGIMENTO |
1785 |
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Un lungo viaggio attraverso l'Europa, per
incarico del Duca di Brunsvick, compì il dottissimo
teologo danese
Frederich Münter, propagandista massone,
e attraversò l'Italia negli anni 1785-1786 per riorganizzare i quadri di un
Ordine molto chiacchierato e reclutare altri, più selezionati proseliti. Durante il ritorno a Copenhagen l'agente massonico si fermò a
Pavia ove ebbe contatti e
conversazioni con i fratelli dei circoli culturali a tendenza giacobina che
gravitavano attorno all'Università. Con il diplomatico austriaco Conte
Wurmbrand parlò estesamente - da uomo di sconfinata cultura qual'era -
dell'argomento allora di gran moda, il magnetismo animale o mesmerismo dal
nome del suo "pontefice", il medico viennese Mesmer. |
1790 |
6 maggio |
Leopoldo II
d'Austria costituisce consigli generali nelle provincie di Milano, Pavia,
Cremona, Lodi, Como e Casalmaggiore. |
1791 |
6 luglio |
In Pavia si conchiude il trattato di alleanza
tra Leopoldo II d'Austria e i plenipotenziari di Prussia, di Spagna e dei
principi francesi. |
1793 |
14 marzo |
La guarnigione
di Pavia, cioè il reggimento Caprasa è partito per il Piemonte contro i
francesi. |
1794 |
18 maggio |
Il professore
Tamburini, Rettore magnifico dell'Università, riferisce alla Reale
conferenza di Milano, che "in questa mattina il Corpo dei R.R. Professori si
è trasferito processionalmente, accompagnato dai Collegi in pieno numero e
da tutta la scolaresca, alla Chiesa di S. Francesco del Collegio Germanico,
ad implorare per la S. Divina Maestà la prosperità dell'armi di S.M.
l'Augustissimo nostro Sovrano". |
1795 |
17 luglio |
Giungono a Pavia 27 prigionieri francesi
scortati da un distaccamento di ussari austriaci. |
1796 |
20 aprile |
Carri carichi
di farine, di biade, di riso passano per Pavia diretti a Mantova; passano
pure per la stessa destinazione i Reggimenti austriaci che erano in Piemonte. |
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28 aprile |
Giungono da
Milano ordini di fr chiudere l'Università e di rimandare gli studenti alle
loro case. I francesi sono alle porte di Pavia. |
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1 maggio |
Passa da Pavia,
tradotto al Consiglio di guerra, il generale Argentau, incolpato del
disastro delle armi austro-sarde a Montenotte e a Dego. |
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4 maggio |
Gli austriaci
si fortificano sulla strada del Gravellone e sul Ticino. Distruggono un
ponte di barche sul Po. Una colonna di francesi, passato il Po a Valenza,
nella notte occupa la Lomellina superiore, tra la Sesia e il Terdoppio. |
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6 maggio |
L'esercito
austriaco riceve l'ordine di ritirarsi sulla sinistra del Po. |
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8 maggio |
Carri e carriaggi dell'esercito austriaco giungono in gran copia a Pavia e
si accampano fuori città: reggimenti di soldati transitano per essa e pezzi
di artiglieria vengono diretti verso Belgioioso. |
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9 maggio |
Gli
austriaci minano il ponte sul Ticino, bruciano le barche, armano la guardia
urbana ed evacuano Pavia.
Giunge un espresso a cavallo da Casalpusterlengo, che i francesi hanno
passato il Po. |
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10 maggio |
La
municipalità pavese fa preparare farina e pane in molta quantità da servire
alla alimentazione dei soldati francesi che si annunciano incamminati verso
Pavia per le vie di Lodi, Cremona e Piacenza. |
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12 maggio |
A
Pavia s'ode un cannoneggiamento lontano. Per la città si vedono in giro, più
del solito, "coccarde nazionali e tricolorate". |
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13 maggio |
Una avanguardia di
francesi dal Gravellone, entra in Pavia, ove è accolta benevolmente. "Le
milizie urbane abbandonano i posti; chi per spavento chi per ordine della
municipalità".
A Rompagallo Garibaldi
costituisce la 9ª Compagnia e la dà a comandare a Giacomo Griziotti.
"La Canaglia", di
questa data, reca la notizia della morte Luigi Attendolo Bolognini, pavese,
avvenuta il giorno 9.
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14 maggio |
La Municipalità di
Pavia deve allestire per i francesi:
pane, carne e vino.
Secondo il Panigada, le truppe francesi entrarono in Pavia il 14 maggio, con
alla testa il Generale Angerau e il general Rusca, che aveva studiato
medicina a Pavia. |
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16 maggio |
Una folla di gente
dissennata, per istigazione di fanatici, in Piazza del Duomo a Pavia, pianta
l'albero della libertà, e atterra la bella statua del Regisole, mal
soffrendo che l'immagine di un tiranno sia eretta in faccia all'albero della
libertà. In Borgo Ticino si accende una fiera zuffa tra soldati francesi e
borghigiani; accorrono i soldati con un cannone, a suon di tamburo; le
campane del borgo suonano a martello. |
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17 maggio |
Il generale Augerau
ordina a tutti i cittadini la consegna delle armi, comminando la pena di
morte a chi trasgredisse tale commando. Corrono voci di saccheggio e di
sommosse nel contado a ponente di Pavia, dove le campane suonano a martello. |
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18 maggio |
Il generale Augerau
ordina a Pavia nuove requisizioni di pane, vino, tela e buoi, e, sotto pena
alla municipalità di esecuzione militare, in caso di non adempimento. |
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19 maggio |
Il Vescovo di Pavia
invia una circolare ai parroci dei Comuni rivieraschi per consigliare quiete
e obbedienza alle leggi della Repubblica francese e perchè non si molestino
quelli che portano la coccarda tricolore. |
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20 maggio |
La Municipalità pavese
da un sontuoso pranzo di trecento coperti alla ufficialità francese, in
occasione della festa celebrata per ordine del Direttorio parigino e detta
della Vittoria. Il generale Augerau chiede alla Municipalità se,
partendo egli colla sua truppa, basteranno a Pavia 400 uomini di guarnigione
per mantenere la quiete. La Municipalità garantisce che non v'è nulla a
temere. |
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21 maggio |
Partono da Pavia alla
volta di Milano quasi tutte le milizie francesi. |
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22 maggio |
Discorsi sediziosi
tengono tra il popolo alcuni mestatori e sobillatori contro i francesi, dei
quali si va dicendo che sono invisi a tutti, e che è prossimo il ritorno
degli austriaci. |
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23 maggio |
In piazza del Regisole
(ora Duomo) viene atterrato dai contadini ribelli che hanno invso Pavia,
eccitati da preti e da fanatici dell'antico regime, l'albero della libertà,
statovi eretto il 16 dello stesso mese. Entrano a torme i contadini armati
di fucili, roncole, forche, ecc., e danno la caccia ai giacobini,
perquisendo case, insultando i partigiani dei francesi, ecc.... Il Presidio
francese viene assediato nel Castello; le campane suonano a stormo. Nello
stesso giorno, il generale Hacquin, arrestato dagli insorti, condotto al
Pretorio e minacciato di morte, è salvato dai Municipali che gli fan scudo
della loro persona. |
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24 maggio |
I contadini insorti
tentano invano di prendere il Castello di Pavia e catturarvi il presidio
francese. Conflitti e violenze. La turba dei villani, pazza e biaca,
continua a tumultuare in città. |
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25 maggio |
Capitolazione dei
francesi assediati al Castello, che vengono condotti alla caserma Calchi. Il
Castello è invaso dalla folla. Giunge notizia a Pavia, che i francesi hanno
dato fuoco a Binasco. I francesi forzano Porta S. Vito (ora Porta Milano) e,
presso la casa che fu poi dei Cairoli, incontrano le prime resistenze dei
contadini. Plotoni di cavalleria francese percorrono le vie sciabolando. Si
inizia il sacco di Pavia. Il Bonaparte entra in città e riparte la
notte, dopo aver alloggiato al Collegio Caccia. Anche la campagna pavese "è
orribilmente saccheggiata dai soldati del Bonaparte". |
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26 maggio |
Continua nella
mattinata il sacco di Pavia e della campagna pavese. Il Fontana dice che il
giovane Natale Barbieri, uno degli istigatori dei contadini, il quale aveva
cercato di salvarsi rifugiandosi in una osteria, "fu archibugiato nella
piazza del Castello, la mattina stessa del 26 giugno". Ma il Fontana voleva
dire certamente 26 maggio. |
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27 maggio |
E' cessato il sacco
e se ne constatano i danni; le case dei giacobini sono state rispettate. Il
generale Hacquin ordina alla città la consegna di tutte le armi da fuoco e
da taglio. Si seppelliscono i morti raccolti il dì innanzi nella città in
numero di 63; ma altri sette morti vi furono in città, tra i quali
l'illustre storico ticinese Sirio Severino Capsoni.
La nuova rappresentanza
di Pavia si trasferisce pro tempore, dal vecchio Pretorio al Palazzo
Mezzabarba, dove la sera tiene la prima seduta. |
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28 maggio |
Si rilasciano 12 dei
villani arrestati e tradotti in Castello. Si dà avviso di aprire le Chiese e
di officiarvi come di consueto, ma senza suono delle campane. Don Paolo
Bianchi, curato di San Perone, viene tratto in arresto; e inoltre sono
arrestati chi dice 9, chi 11 municipalisti. Napoleone ordina al generale
Hacquin di fucilare 5 municipalisti pavesi.
Si ordina a Pavia un
prestito di 3 milioni e si prescrive anche ai Comuni della Provincia la
consegna delle armi, pena la fucilazione ai ritardatari. |
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29 maggio |
Pavia sente gli effetti
del saccheggio: ordini, bandi, manifesti; sgomento da per tutto. Nelle
chiese "non si suona nemmeno il campanello della sacrestia, bensì quel
piccolo dell'elevazione" durante la celebrazione delle messe. |
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30 maggio |
Arresto in città e
campagna di persone sospette di aver spinto i villani all rivolta. Arrivo da
Milano di 48 persone "della primaria nobiltà" arrestate dai francesi per il
medesimo sospetto e da condurre in esilio. |
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31 maggio |
Due Municipali "previo
suon di tromba del pubblico tubatore" leggono sugli angoli delle vie il
proclama annunziante la vittoria dei fancesi al Mincio. Partono da Pavia
verso Tortona, avviati all'esiglio e scortati da fanti con tamburo battente,
gli ostaggi venuti da Milano e quelli arrestati a Pavia. |
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1 giugno |
Gli Agenti generali
della Lombardia nominano i Membri del Congresso Generale dello Stato per
Pavia il Dottor Dell'U e Gerolamo Poma.
Napoleone da Peschiera
scrive al Direttorio essere stata distrutta Pavia e fucilati i suoi
Municipali, ciò che in fatto non era.
Nella Relazione
sugli avvenimenti insurrezionali del 1796 (op. di anonimo autore), a p.
225, è detto che "I Municipali erano 11; alcuni, i più, furono arrestati il
28 giugno, altri fuggirono, ma poi si costituirono: soli il conte Gambarana
Franco e D. Benedetto dei Marchesi Corti, fuggiti in luogo sicuro, non si
costituirono.
"Questa mattina
nuovamente è stato pubblicato l'ordine di aprire tutte le botteghe con
confidenza. Così si vede tutto lo spoglio e lo scempio delle medesime che fa
pietà". |
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2 giugno |
Lungo la stradale
Bereguardo-Pavia viene fucilato dai francesi Dollazza Pasquale, cancelliere
del censo, ritenuto uno dei capi della rivoluzione del maggio. |
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4 giugno |
Sullo stradale
Bereguardo-Pavia è fucilato dai francesi Don Paolo Bianchi, curato di San
Perone, che, come afferma la sentenza di condanna, fu il capo dei ribelli
insorti nelle Parrocchie di Binasco, Casorate, Trivulzio, San Perone e
Pavia. |
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5 giugno |
Notabili milanesi e
pavesi, arrestati negli ultimi del maggio dai francesi e tenuti in ostaggio,
a cagione delle ribellioni precedenti, sono tradotti da Tortona a Cuneo.
Si fanno grosse
requisizioni di tele, di vino e danaro a Pavia. Si predica nelle chiese il
perdono generale, ma è sempre proibito il suono delle campane. |
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6 giugno |
Il Municipalista pavese
conte Giuseppe Gambarana e il marchese Benedetto Corti, ritenuti dei
maggiori responsabili della rivolta di Pavia, secondo Siro Comi, si
sottraggono all'arresto, fuggendo da Pavia e riparando sull'Appennino
Pavese. |
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11 giugno |
E' tornato a Pavi il
generale Bonaparte col Commissario Saliceti. |
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12 giugno |
Il generale Bonaparte
col Commissario Saliceti e alcuni ufficiali visita l'Università e nelle ore
pomeridiane parte per Tortona. |
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13 giugno |
I francesi fanno
arrestare 65 cittdini pavesi imputati di aver promossa la rivolta del maggio
precedente. |
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14 giugno |
I nove municipalisti di
Pavia scaduti d'ufficio, e già in arresto nel Seminrio vescovile, sono
tradotti a Milano per essere giudicati da una Commissione militare, essendo
stati tenuti responsabili del moto di ribellione che condusse al sacco della
città. |
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15 giugno |
Pavia è sempre in stato
d'assedio. Quattro dotti o "savants", inviati dalla Repubblica francese,
esportano dai Musei universitari alcune delle più belle collezioni
scientifiche, e dlla Biblioteca "L'Erborario" dell'Halley (60 volumi).
Ordine di far trasportare nel locale di Sant'Agostino le campane levate
dalle torri delle chiese. |
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16 giugno |
Deportazione ad Antibo
di 32 Pavesi, arrestti per la rivolta del Maggio contro i Francesi. |
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18 giugno |
Altri notabili pavesi sono tradotti in ostaggio parte
ad Antibo e parte a Nizza. Quanto al numero, il Fenini nella cronaca cit.
dice: "oggi sono stati deportati verso Tortona altri 28, in qualità e sotto
nome di ostaggi". Così, coi 32 deportati il 16 giugno, il numero dei
deportati sale a 6, secondo il Fenini, il quale ne dà completo elenco. Ma
tutti i cronisti sono d'accordo sul numero. Vedi L. Fontana, op. ci. pag.
524: "Tabella delle persone che trovansi arrestate come ostaggi giusta la
nota trasmessa alla Municipalità dal generale Lanusse in allora Comandante
di essa città". Da apposita commissione sono giudicati
e condannati a morte pei fatti della insurrezione i pavesi Giuseppe Grugni,
Antonio Maria Storta, e Giuseppe Volenski. |
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20 giugno |
L'autorità militare requisisce tutto il piombo, che trovasi presso i
negozianti di Pavia. |
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29 giugno |
"Le donne pavesi furono tacciate di viaggiatori forastieri, che sono
rustiche e non compiacenti, ma al presente sono affabilissime e
compiacentissime, si vedrà per il mese di Marzo" |
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30 giugno |
Ultimo trasporto di feriti dell battagli di Marengo a Pavia. |
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2 luglio |
Napoleone scrive al Direttorio che: 2Morge, Berthollet e Thonin,
naturalisti, sono a Pavia, dove si occupano nell'arricchire il nostro
giardino delle piante e il nostro gabinetto di storia naturale. Spero che
non dimenticheranno una collezione completa di serpenti, che mi parve meriti
la pena". "Ai furti dotti, scrisse il Vidari, succedettero i sacri,
specialmente perpetrati alla Certosa". |
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3 luglio |
Si ripianta in Pavia l'albero della libertà in Piazza Grande, che era stato
abbattuto nei moti del mggio. Discorso del cittadino Ranza fatto davanti al
Pretorio. |
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6 luglio |
I Municipalisti di Pavia, già arrestati, tornano assolti da Milano. |
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11 luglio |
Da Pavia diretto in Francia passa un carro coperto, con un carico d'oro,
tirato da sei cavalli. |
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23 luglio |
Il Comandante di Pavia, Capo di Brigata, Villaret, scrive alla Municipalità,
che non si rilasceranno passaporti per cittadini che vogliano lasciare la
città, eccettuati quelli che abbiano pagata la tassa di contribuzione a loro
imposta. |
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27 luglio |
Proclama al popolo di Pavia del cittadino Ranza. |
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2 agosto |
Ordine di trasportare tutte le campane nel convento di S. Agostino. |
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12 agosto |
Ordine di tassare anche le Commende, Abbazie, Cattedrali, Collegi, Benefici
e Corpi religiosi, per contribuzione di tre milioni di lire milanesi toccata
alla città e provincia di Pavia. |
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13 agosto |
Il Municipio di Pavia fa sapere al governo francese per mezzo del suo
rappresentante a Milano, che le requisizioni per l'esercito francese che
soffre, salgono già ad un milione e mezzo. |
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15 agosto |
Requisiti tutti gli argenti che posseggono, non sarà più lecito a ciascuna
Chiesa parrocchiale, Monasterio e Convento di ritenere che un ostensorio,
una pisside ed un calice d'argento. |
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16 agosto |
Il cittadino Baralier, cittadino francese venuto a Pavia in qualità di
agente militare, il quale "ha sempre tenuta una condotta repubblicana,
poichè non parlava che di carpire, sequestrare, confiscare, depredare" fugge
con duecento e più mila lire in danaro, dalla città e provincia. |
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19 agosto |
Ordine di costituire la guardia nazionale pavese. |
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20 agosto |
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1797 |
5 gennaio |
Ordine del comandante la piazza di Pavia, che sono "espressamente proibiti i
titoli di marchese, conte, barone, illustrissimo, don, e di non dare se non
quello di cittadino". |
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9 gennaio |
Giovanni Rasori, nella sua Prolusione di Patologia dedicata ai "Cittadini
studenti della Università di Pavia", si rallegra con questi, che l'armi
vittoriose della Repubblica francese abbiano loro restituito il diritto di
eleggere il Rettore, diritto che era stato a loro tolto dal "più violento
degli atti del dispotismo austriaco". |
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24 gennaio |
Editto del comandante la Piazza di Pavia (Bugnot) che commina pene a coloro
che si permetteranno di "parlare, tener conversazione o comunicazione ci
prigionieri di guerra, che passeranno per questa città e provincia". |
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25 gennaio |
La
commissione centrale di polizia ripete l'ordine, pena il carcere a chi lo
trasgredisce, di portare la coccarda nazionale al cappello o al berretto.
Qualunque contadino non ubbidisca sia respinto dalla città.
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12 febbraio |
I patrioti
pavesi festeggiano la resa delle 2superbe mura della Rocca mantovana" |
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23 febbraio |
In occasione
di pubbliche dimostrazioni di gioia in Pavia per la presa di Mantova, dice
il Giornale dei Patrioti d'Italia che durante un banchetto "uno dei
più bei punti fu lo spettacolo degli studenti, che, entrando in una sala con
un patriottismo impetuoso, si trovarono presenti al gran brindisi di bere
alla morte di tutti i tiranni". |
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28 febbraio |
"L'Amico
degli uomini e delle leggi" dice che gli studenti del Ghislieri, che si
distinguono per l'amore ardente alle nuove idee, innalzarono nel loro
cortile il simbolo della Libertà, distruggendo le vestigia della tirannide. |
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11 marzo |
In una
corrispondenza al "Giornale dei Patrioti d'Italia" si dice che i
quattro professori di Pavia che si rifiutarono di giurare di voler "vivere
liberi o morire" sono il giurista Nani, il fisico Volta, il teologo Zola, il
fisiologo Presciani. |
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25 aprile |
Il Municipio
di Pavia pubblica un invito ai cittadini dai 15 ai 35 anni, perché si
iscrivano nella guardia nazionale "palladio di libertà". |
1798 |
1 gennaio |
Schierati avanti il palazzo Mezzabarba (ora sede del Municipio), i militi
della guardia nazionale di Pavia, ad uno ad uno, giurano di non voler più
soffrire giogo straniero e di voler prestarsi con tutte le loro forze alla
costituzione della repubblica cisalpina. |
1799 |
28 febbraio |
Pietro Moscati, uomo di alti sentimenti liberali, e che ebbe molta parte
nelle vicende politiche del tempo, sicché fu fatto conte e senatore da
Napoleone, già professore di anatomia, chirurgia ed arte ostetrica nel 1763
a Pavia, vi ritorna professore di clinica medica e fa il discorso inaugurale
del suo corso. |
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10 aprile |
Carlo Cairoli si laurea in medicina. |
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27 aprile |
I
francesi, fuggenti da Cassano d'Adda davanti alle vittoriose truppe
austro-russe, entrano in Pavia e si accampano al Gravellone. |
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28 aprile |
Grande
quantità di carri, carriaggi e cannoni e soldati di avanguardia
dell'esercito francese in rotta, da Cassano d'Adda giungono a Pavia e pel
Gravellone si dirigono verso la Lomellina. |
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29 aprile |
I soldati
francesi danno fuoco ad una mina collocata sul fianco della terz'ultima
arcata del ponte verso il Borgo. L'arcata è spezzata per circa venti
braccia: le colonne cadono nel fiume. Partiti i soldati francesi, le
municipalità provvede a mantenere l'ordine con gli stessi cittadini. |
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30 aprile |
Giunge a Pavia
un picchetto di Dragoni austriaci comandati da un ufficiale. |
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1 maggio |
Giunge a Pavia
l'avanguardia di cavalleria della prima colonna dell'esercito austriaco;
viene abbattuto l'albero della libertà, eretto in Piazza grande. |
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2 maggio |
Si pubblica al
pretorio di Pavia, e si annuncia per le vie a suono di trombette, il
proclama di Francesco II "al caro popolo lombardo" ma intanto gli
austriaci commettono ogni sorta di latrocini e violenze. |
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3 maggio |
Giunge a Pavia
il generale Melas e, dopo di lui, una altra colonna dell'esercito austriaco. |
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4 maggio |
I russi
raggiungono gli austriaci a Pavia. |
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5 maggio |
Editto secondo cui la Guardia nazionale dovrà chiamarsi Milizia urbana. |
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7 maggio |
Giungono a Pavia il generale Suwaroff e il principe Costantino di Russia e
alloggiano nel palazzo Corti, nei pressi di S. Michele.
Lasciano Pavia i soldati russi, che nel loro breve soggiorno, si sono
rivelati, dice il Fenini, veri mostri "che peggior castigo non poteva
mandare l'onnipotente Iddio a questa contrada" |
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28 maggio |
Te Deum in Duomo
per la resa del Castello di Milano agli austro-russi. |
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7 giugno |
L'I.R. Commissario
Plenipotenziario per l'Italia, Barone di Thugut, ordina al Commissario
Imperiale conte Cocastelli di Pavia "di far sospendere l'Università e
dimettere a un tempo tutti i Professori", volendo punire così il maggior
focolaio di vita giacobina a Pavia. |
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16 giugno |
Giungono a Pavia il
Duca, la Duchessa e il Vescovo di Parma con altri personaggi, prelati e
seguito, di cui fan prte sei monache velate.... |
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18 giugno |
Partono per Milano i personaggi di Parma col
loro seguito. |
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2 luglio |
Giungono continuamente a Pavia feriti e malati
austriaci, russi e francesi, e ne son pieni tutti gli ospitali. |
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8 luglio |
Il Conte Calcedonio, capo della pavese R.
Commissione di Polizia, su richiesta del commissario imperiale conte
Cocastelli, spedisce un elenco di trentasei cittadini pavesi contro i quali
si imbastiscono dalla reazione legittimista in Pavia altrettanti processi,
"per aver scelleratamente infestato e scandalizzato la Società coi loro
eccessi commessi nel tempo della democrazia". Inoltre segnala altre
centocinquantatrè persone, che "avevano dato a dividere il loro genio alla
democrazia...."", e contro queste la commissione inquirente organizza una
istruttoria preventiva. |
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19 luglio |
Conformemente all'ordine imperiale dato il 7
giugno di quest'anno, si chiude l'Università "in odio agli insegnanti
nominati o promossi durante la Cisalpina". |
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20 luglio |
Giunge a Pavia prigioniera la guarnigione di
Alessandria e un ospitale è allestito a S. Salvatore, fuori di Pavia, pei
soldati russi feriti. |
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26 luglio |
Tre fratelli Mahone di Belgioioso sono
condannati a morte in contumacia pel fatto della rivolta contadinesca. |
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4 agosto |
Ancora un Tedeum per la resa di
Mantova. Ordine del comando militare di illuminare la città. |
1848 |
6 agosto |
VIGEVANO - Carlo Alberto ratifica al palazzo vescovile l'armistizio con gli
austriaci firmato a Milano dal generale Salasco. |
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29 marzo |
VOGHERA - Carlo Alberto firma a Voghera l'editto di emancipazione degli
ebrei. |
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SAN MARTINO SICCOMARIO - Carlo Alberto riceve al Gravellone (allora confine
tra Stati sardi e Lombardo Veneto) la bandiera tricolore che sostituirà
quella sabauda alla testa delle truppe piemontesi in guerra con l'Austria. |
1849 |
20 marzo |
Battaglia della Sforzesca, i Piemontesi respingono gli austriaci che
volevano entrare in Vigevano. |
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21 marzo |
Battaglia di Mortara sconfitta piemontese si distingue Giuseppe Josti. |
1859 |
20 maggio |
Battaglia di Montebello prima importante vittoria dei francopiemontesi nella
Seconda guerra d'Indipendenza |
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27 maggio |
Cade a S. Fermo,
colpito in petto, mentre innanzi a tutti incuorava i suoi al combattimento,
il luogotenente pavese Giuseppe Pedotti, che
Garibaldi disse bravo al pari del De-Cristoforis e lodò per aver largito il
suo oro per la compra d'armi. |
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31 maggio |
Battaglia di Palestro, nuova sconfitta austriaca. |