STELLA RISPLENDENTE

La Stella Risplendente, o gloria nel centro, ci ricorda il Sole, che illumina la terra e con la sua benefica influenza dispensa le sue benedizioni a tutta l’umanità.

Stella (Star)

La stella a cinque punte, che si trova tra i simboli del grado di Maestro ci ricorda dei cinque punti della Fratellanza, che sono un sommario dei doveri massonici verso il proprio fratello Nel corso della celebrazione della festa di San Giovanni Battista a Portland, nel Maine, nel 1844, il Molto Venerabile F.llo Teulon, membro della Gran Loggia del Texas, nel rispondere ad un brindisi in onore dei massoni di quella repubblica ebbe a dire: “Il Texas è, enfaticamente, un paese massonico; tutti i nostri Presidenti e Vice-Presidenti, così come i quattro quinti degli ufficiali di Stato erano e sono massoni: il nostro simbolo nazionale, la stella polare fu scelta tra tutti i simboli adottati dalla massoneria per illustrare le virtù morali - una stella a cinque punte, e allude ai cinque punti della fratellanza”. - Vedasi Moore’s Freemason’s Mag. vol. III, p. 309).

La stella fiammeggiante al centro del pavimento a mosaico è emblema di quell’Essere Divino la cui benevolenza ha punteggiato lo scuro campo della vita umana con punti luminosi di felicità.

Quei fratelli che si dilettano a rintracciar l’origine dei nostri simboli astronomici in quel paese, l’Egitto, che di quella scienza fu culla, e nei sacerdoti egiziani i suoi più antichi cultori, trovano nelle sette stelle dipinte sul tappeto del grado di Maestro una rappresentazione delle Pleiadi, e nella stella fiammeggiante un’allusione alla costellazione del cane, che gli egizi chiamarono Anubis, o colui che abbaia, perché il loro sorgere li avvertiva dell’inondazione del Nilo che sempre seguiva quell’apparizione, ammonendoli così a ritirarsi dalle terre basse, così come il latrare di un cane pone il suo padrone sull’avviso di un pericolo che s’appropinqua.

Nel rituale inglese, e nel passato anche nel nostro, si dice che la stella voglia commemorare quell’altra stella che apparve per guidare i saggi d’Oriente al luogo della nascita del nostro Salvatore.

Nella massoneria spuria degli egizi, la stella fiammeggiante era simbolo di Horus, il figlio di Isis - il sole - il principio primordiale dell’esistenza.

Il Pentagramma

chiamato anche Pentalfa, Pentagono regolare stellato o Stella a 5 punte, è stato associato dalle popolazioni più antiche al pianeta Venere.

Questo pianeta, infatti, è l'unico del nostro sistema che può essere identificato con una semplice struttura grafica e senza equivoci, derivata dal tracciamento dei suoi movimenti astronomici attraverso lo Zodiaco. Infatti, se si segnano le posizioni planetarie di Venere lungo i 360° del cerchio zodiacale, la figura che si forma è proprio un pentagramma perfetto. Lungo questo percorso il pianeta passa da momenti di invisibilità a momenti di estrema luminosità; quando poi l'astro si trova in prossimità del Sole si manifesta secondo una duplice natura, ed è conosciuto come Stella del Mattino, Phosphoros, o Lucifero ("portatore di luce"), e come Stella della Sera, Hespheros o Afrodite (dea della bellezza, della sessualità e della pace). I popoli antichi l'hanno spesso associato alle loro maggiori divinità femminili: i Sumeri ad Inanna, la dea dei Cieli, i Babilonesi ad Astarthe, gli Accadiani a Ishtar, i Greci ad Afrodite, i Romani a Venere, e così via. Per gli Egiziani il simbolo raffigurava Horus, il figlio di Iside ed Osiride, il Sole. Rappresentava la materia prima alchemica, sorgente inesauribile di vita, fuoco sacro, germe universale di tutti gli esseri.

Durante il Medioevo il simbolo cominciò ad essere associato alla magia ed al Male, i popoli Nordici lo tracciavano sulle porte e sui muri delle loro abitazioni come talismano contro i malefici  ed i Troll. Quando la stella viene tracciata con la punta verso il basso diventa la massima espressione del Male; spesso vi si trova la figura di un capro tracciata all'interno, e come tale è ancora oggi usata all'interno di gruppi o sette sataniche. Spesso in questa forma il simbolo viene chiamato Bafometto (o Baphomet), in riferimento alla presunta testa barbuta che i Templari dichiararono di adorare durante il processo che li portò all'estinzione.

In Magia bianca la stella ha la punta rivolta verso l'alto, spesso vi è inscritta una figura umana con braccia e gambe divaricate. In tal guisa, ad esempio, è conosciuto anche come Pentagramma di Agrippa, dal nome del filosofo Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim che così lo raffigurò nel "De Occulta Philosophia" (Amberes, 1530).

La Massoneria conferisce al Pentalfa il significato particolare detto "numero d’oro", oppure "proporzione aurea": è la proporzione ermetica per la quale la parte minore sta in rapporto alla maggiore come la maggiore sta al Tutto. É ciò che la geometria indica come divisione di una retta in media ed estrema ragione. Il valore numerico del numero d’oro è 1,618, e nella figura della stella a 5 punta, ciascuno dei lati della stella è diviso da quello adiacente nella sua sezione aurea. Le proporzioni del numero d’oro si ritrovano in tutto ciò che nell’uomo crea una sensazione di armonia e di bellezza, ed il loro impiego è di grande aiuto nell’architettura. Per la Libera Muratoria la Stella Fiammeggiante simboleggia esotericamente il genio umano, inteso come raggio di Luce divina. Quindi essa costituisce sempre una promessa della Luce che deve venire.

Essa rappresenta il Fuoco filosofico degli Alchimisti, che il Testi definisce la scintilla vitale comunicata dal Creatore alla materia, alchemicamente ottenuta non con la comune combustione, ma con l’acciarino o la lente ustoria. All’interno della Stella, partecipe della sua luce, si trova spesso la lettera "G", alla quale sono attribuiti remote significanze, quali: Grande Architetto dell'Universo, (o G.A.D.U.), God (Dio), Gloria, Grandezza, Gravitazione, Gnosi, Geometria, Genio e Generazione.

Essa rappresenta la Tetraktys “nella quale sono compresi tutti i numeri in principio”e sulla quale giuravano i pitagorici. “Benedici noi, o numero divino, tu da cui derivano gli dei e gli uomini. O santa Tetrade, tu che contieni la radice, la sorgente dell’eterno flusso della creazione. Il numero divino si inizia con l’unità pura e profonda, e raggiunge il quattro sacro; poi produce la matrice di tutto, quella che tutto comprende, che tutto collega; il primo nato, quello che giammai devia, che non affatica, il sacro dieci, che ha in sé la chiave di tutte le cose".

La Tetraktis infatti è il simbolo geometrico dei numeri fondamentali che costituiscono la decade. Essa è formata dalla somma del numero 1 che esprime l’Unità, del 2 che è l’addizione di 2 unità (1+1).principio dei numeri pari, femminile, divisibile e generativo, del 3 che è l’addizione della monade con la diade, oltre che cifra del Sacro, e del 4 che esprime l’universo nella sua totalità. Con lo stesso significato di rappresentazione dell’Armonia del Cosmo, la Tetraktis era posta all’interno del santuario di Delfi.

La stella fiammeggiante è anche, sempre per i pitagorici, il simbolo del numero cinque, definito numero nuziale in quanto è formato dall’unione del principio femminile dei numeri pari con il principio maschile dei numeri dispari.

Il legame esoterico tra Pitagorismo e massoneria del resto è fondamentale. Come la Scuola italica fondava la sua ricerca sulla palingenesi, così la Massoneria accettata la fonda sull’elevazione umana attraverso la rinascita rituale, senza parlare della simbologia in comune rappresentata, oltre che dalla stella fiammeggiante, dal delta, dalla tavola di tracciamento, dal triangolo 3-4-5, o dalla ritualità del silenzio e del cibo comunitario.

Anche la lettera G iscritta nel Pentalfa trova collegamenti esoterici tra le due scuole. Per i pitagorici la realtà può essere compresa solo se ridotta ad una quantità misurabile attraverso la Geometria e numerabile attraverso l’aritmetica, quindi la G è la Gnosi.

Come figura geometrica Il Pentagramma è formato dall’intreccio di tre triangoli, i cui lati corrispondono al segmento aureo del raggio del cerchio in cui è inserito un decaedro, come simbolo esoterico prende il nome di Pentalfa ossia dei “5 principi”, in quanto ai quattro individuati da Empedocle aggiunge la Natura. Come simbolo ermetico rappresenta il numero d’oro, ossia la proporzione per la quale la parte minore sta in rapporto alla maggiore come la maggiore sta al Tutto.